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UNA RIGA
DI TROPPO
Mi domando spesso come faccia
Stephen King (o chi per lui) ad avere bisogno di più di 300 pagine alla
volta -che in un anno, contando mediamente 7 uscite, diventano più di 2100-
per suscitare (nelle sue intenzioni) una qualche emozione. Dovrebbe capire che
una riga è più che sufficiente o che, nel suo caso, di pagine non gliene basterebbero 3000 -chiedo
(nu)venia per la sintassi informale, ma rispettando la grammatica veniva fuori una frase troppo
cavillosa-.
Ho cominciato a scrivere aforismi
per l'esame di Scenografia all'Università nel 1999. È stato un ottimo stimolo
per liberarmi di tutti i sovraccarichi dialettici che imbarocchivano le mie
precedenti produzioni, troppo infantilmente legate alla retorica estetica decadente
(inizio 900) e neo-decadente (anni 80). Rileggendoli -ripensandoli- li stimo
particolarmente acuti e sempre attuali. Ma il mio giudizio, per ovvi motivi,
non fa testo.
- Vorrei che i miei sogni si accorgessero
di me.
- Se dovessi morire per sbaglio,
mi suiciderei il giorno prima.
- Quando, chiusa una porta, per gli
altri si apre un portone, per me si apre una botola.
- Il lavoro logora chi non se lo
merita.
- C'è bisogno di Dei e d'Idee.
- Beccami, zanzara! Prima o poi sarai
tu a grattarti il pungiglione.
- È un peccato che gli idioti -in
quanto tali- non si accorgano di esserlo.
- Fai scoppiare il siluro che è in
te!
- Semel in anno licet insanire. Bis
in anno pudet insanire. Ter in anno taedet insanire.
- Chi ha i denti non ha il pane.
Chi ha il pane non ha i denti. E chi ha i denti e il pane vuole le brioches.
- Chi dorme non piglia il pesce.
Oppure, se lo prende, si sveglia.
- I libri di Stephen King? Li ho
visti tutti.
- So distinguere perfettamente il
bello del brutto. E mi piace sempre il brutto.
- Al di sotto di Beethoven non è
che ci sia questa gran differenza tra i Led Zeppelin e Den Harrow...
- Se è vero che la tecnologia più
è piccola e più costa, allora il mio pisello vale miliardi