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00.01 Intro È
evidente da subito come Ombretta [aka Amber] intenda onorare al
meglio questo suo ennesimo, prestigioso rendez vous con l'Arte:
voltata di spalle, si ritaglia qualche secondo tutto per sè alla
ricerca della giusta concentrazione. Con ogni probabilità starà
fissando la scritta 1983 in sovraimpressione contro il sipario,
nella speranza di vederci una riposante figura 3D esattamente come
si fa con gli stereogrammi. L'inquadratura è larghissima, e non
riusciamo a percepire altro che la sua sagoma indistinta.
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00.07 «Kalimbaue
kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue» Attacca
il leggendario refrain ed Ombretta [aka Amber] si convince che è
arrivato il momento di girarsi e mostrarci finalmente anche il lato
A di se stessa e del suo talento. Tre sono gli elementi che si stampano
indelebili nella nostra memoria: il sinuoso movimento d'anca ad
emiciclo, il grazioso fiocco nero allacciato in vita e gli occhiali
da sole, accessorio indispensabile per combattere i problematici
raggi UVA e UVB degli studi televisivi e, come diceva il saggio,
«per avere più carisma e sintomatico mistero».
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00.09 «Kalimbaue
kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue» Lo
show sta ufficialmente decollando. Ombretta [aka Amber] chiede la
partecipazione del pubblico, catalizzandone l'entusiasmo in un contagioso
battimani motivazionale. Non v'è dubbio che in questo gesto vi siano
già, in embrione, quelli che poi diventeranno i referenziati capisaldi
della sua politica di Signora Provincia. Purtroppo le luci sono
talmente basse che ancora non riusciamo a distinguere con precisione
i dettagli del suo luccicante vestito, ma quanta umiltà in questo
stile 'Casalinga di Voghera al mercatino di Senigallia'...
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00.17 «Non
ti dimenticar la luce accesa...» Ecco
la risposta a tutti i nostri quesiti più ancestrali: si tratta di
un completino da gran soirèe gentilmente offerto da Domopak,
forse in via sperimentale per testare l'appeal dei propri prodotti
in vista di un eventuale sbarco nelle passerelle haute couture.
Dunque riassumiamo. Per travestirsi da Ombretta [aka Amber], magari
il prossimo Carnevale o durante una magica notte estiva, servono:
1 paio di occhiali da sole, 1 rotolo di alluminio Domopak, 1 paio
di collant dell'Ipercoop, 1 paio di scarpette 'potrei ma non voglio'
e una tenda annodata in vita. Facile, no?
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00.18 «Devi
pagare il conto della spesa...» La
mimica di Ombretta [aka Amber] si rivela sapiente, come da rockstar
navigata -e da protagonista di molti film diretti dai più importanti
registi italiani-. Il gioco di busto 'spalla avanti-spalla
indietro-eunduettrè-unduettrè' si sposa perfettamente con i
suoi sguardi provocanti, intrisi di una leggera aria di sfida,
che immaginiamo si stiano consumando al di sotto di quegli impenetrabili
occhiali da sole, quasi a voler sottolineare il pericolo del terribile
monito «Devi pagare il conto della spesa». Che oggi potrebbe tranquillamente
rivolgere a se stessa...
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00.28 «Che
qui fa un caldo da non respirare...» La
coreografia di Ombretta [aka Amber] è davvero avvincente, ricca
di movenze epiche e intrisa di un immaginario nazional-popolare
da Signora Provincia, Signora Nazione e Signor Popolino. Rimanere
indifferenti al mollegiamento delle gambe in perfetto sincro con
la mano a ventaglio è letteralmente impossibile, anzi: ne ricaviamo
un prezioso suggerimento per tutte le volte che ci troveremo a
scatenarci sui cubi in discoteca quest'estate. Non c'è dubbio: dopo
la Macarena e il Tic Tic Tac, diventerà il Cocco Fresco il nuovo
ballo tormentone del momento!
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00.37 «Cocco
fresco cocco bello...» Signori
e signore [province], ecco a voi il momento clou di tutta l'esibizione,
l'apoteosi del pathos, l'apice della teatralità, il non plus ultra
dell'Apocalisse: la mossa-lampadina [o, se preferite, la mossa-spremiagrumialcontrario].
Da utilizzare, vista la sua caratura di elevata preziosità, con
estrema parsimonia solo in occasione del ritornello. Per eseguirla
nel migliore dei modi occorre immaginare di avere una lampadina
in mano e di non sapere da che verso si avvita, provando e riprovando
prima in senso orario, poi in senso antiorario: forza, fate come
noi [e lei...]!
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00.38 «Non
è che mi diverta molto...» È
un vero peccato che Ombretta [aka Amber] non si diverta molto, perchè
noi ci stiamo letteralmente pisciando addosso dalle risate. La canzone
è un toccasana numero 1 contro il logorio della vita moderna, e
la sensazione di relax e spensieratezza è accentuata da movenze
accurate e mai casuali che la rendono un classico della commedia
all'italiana -diretta dai più importanti registi-. Attenzione a
questo gesto, per esempio: se li toglierà, gli occhiali, oppure
no? La suspence è ai massimi livelli, come un tuffo ghiacciato in
un mistero profumato di latte di cocco.
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01.21 «Nei
ristoranti aperti anche alle 2 di notte...» Che
immagine sperimentale: il dolce stilnovo che incontra l'espressionismo,
Petrarca ospite del Gabinetto del Dottor Caligari, Ariosto missionario nella
Germania di inizio 900. Sono proprio queste le sfumature che
fanno la differenza tra una anonima starlette da pianobar
con 4 comparsate in pellicole di serie Z anni 60 ed una autentica
Signora Provincia protagonista di molti film diretti da importanti
registi e puntualmente ai primi posti delle charts di mezzo mondo
anche senza un remix di Gabry Ponte, la produzione di William Orbit
o una televendita di Giorgio Mastrota...
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01.30 «Cocco
fresco cocco bello...» Questa
inquadratura, rispetto alla precedente a 00.37, ci consente di studiare
la mossa-lampadina [o, se preferite, la mossa-spremiagrumialcontrario]
cogliendola nella sua totalità tridimensionale. L'elemento 'gambetta
piegata con anca in fuori', per esempio, prima ci sfuggiva completamente,
e invece è assolutamente indispensabile alla buona riuscita della
coreografia nel suo insieme. Prestare estrema cautela anche nel
posizionamento dei piedi, assumendo una postura da Venere di Milo dopo
un temporale estivo di asteroidi e cotillon.
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01.45 «Non
è che mi diverta...» La
sintassi estetica nell'esecuzione visiva del brano si
sta facendo sempre più ricca e complessa. Forse non siamo ancora
ai livelli di Maurice Béjart, ma -con ogni probabilità- a quelli
di Brian&Garrison sì. Al secondo giro di «Cocco fresco cocco
bello», infatti, cambia tutto, ed ogni nostra certezza acquisita
fino a questo momento si sgretola [come dopo un temporale estivo
di asteroidi e cotillon]: ora dobbiamo lasciarci ciondolare all'indietro
spostando in modo vertiginoso il baricentro del nostro corpo -e
del nostro cocco-. Misercordia, che faticaccia!
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01.50 «Ore
21:30 campo sportivo Festa dell'Unità/per i bambini entrata gratis...» Ma
cosa sta succedendo?!? Ombretta [aka Amber] si è forse dimenticata
le parole della sua hit ed ora si guarda intorno con aria spaesata
cercando qualcuno che gliele possa suggerire?!? Ma no, niente paura!
È semplicemente allergica all'espressione "Festa dell'Unità/per
i bambini entrata gratis" e sta cercando di trattenere in qualche
modo lo starnuto. Non dimentichiamo che siamo nel 1983, e che
quei terroristi islamici dei Comunisti sono ancora a piede
libero per tutta la penisola a mangiare bambini dopo averli fatti
entrare gratis: un po' di involontaria allergia è comprensibile...
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02.10 «Che
cosa ci riserva l'avvenire...» Momento
profezia: Ombretta [aka Amber] intona la frase «Come se fosse facile
capire che cosa ci riserva l'avvenire» abbinandola ad un inequivocabile
gesto da Number One con il pollice alzato. Si riferirà all'avvenire
compreso tra il 1999 e il 2004? O all'Avvenire con la A maiuscola,
il popolare quotidiano di asteroidi e cotillon catecumenali anti-Marilyn
Manson e pro-non-si-sa-bene-cos'altro-a-parte-quello-che-passa-il-convento-nel-vero-senso-della-parola?
Beh, comunque è proprio vero: non è affatto facile capire quali
incredibili sorprese può riservarti l'avvenire. O l'Avvenire...
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02.25 «Non
è che mi diverta molto...» Da
questa inquadratura, con sfondo -profondo- rosso, Ombretta [aka
Amber] può beneficiare di una luce nuova: l'accecante luce dell'Arte
che bacia i belli molto più del sole. La canzone, e con essa questa
indimenticabile performance, è giunta quasi al termine [e noi alle
cozze]. Come non condividere la soddisfazione che risplende nel
volto di Ombretta [aka Amber] per una esibizione così ricca di impegno,
di magia e di savoir faire? Nessun genio della lampada, e men che
meno Mastro Lindo, avrebbe sicuramente saputo far meglio.
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02.49 «Kalimbaue
kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue» L'ultimo
refrain. Come l'ultimo bicchiere, quando sei ad un passo dal trionfo e
ti manca giusto quella goccia d'alcol in più per sentirti la Gioconda.
Insomma: l'Olimpo dei Sogni. Una cavalcata poderosa di suoni, note
e sintagmi, tra i quali Ombretta [aka Amber] si insinua giocosa
prendendo vistosamente in giro lo stereotipo della diva megalomane
e sognatrice. Ora però un dubbio ci assale: anche alle assemblee
istituzionali alla Provincia di Milano Ombretta [aka Amber] si presentava
di spalle per poi chiudere i suoi interventi ancheggiando grottescamente?!?
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