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FILOLOGIA FOTOROMANZA DEGLI ANNI OTTANTA
 

Sì, d'accordo: ci mancherebbe. Ci hanno già pensato "Meteore" e "Cocktail d'Amore", e -quasi sicuramente- ci aveva già pensato qualcun altro anche prima di "Meteore" e di "Cocktail d'Amore". Così come ci ha già pensato ben più di qualcun altro anche dopo. Ma, in questo caso specifico, non vogliamo proprio arrogarci nessun diritto nè di comprovata paternità nè di particolare originalità. Semplicemente, in tutta questa foga retrospettiva a catena di rievocazione degli anni 80 -talvolta con un po' troppa puzzetta sotto il naso, talvolta con forzate rincorse ad acchiappare lo scoop del "com'eravamo/come siamo"-, ci piaceva contestualizzare anche un piccolo e modesto contributo alla maniera di bottomfioc.net. Facendo parlare direttamente le immagini più significative dell'epoca, e cercando esclusivamente di rievocarne lo spirito, le trame e gli intrecci che vi sono sottesi.
Nient'altro? Nient'altro. Perchè nella stragrande maggioranza dei casi, si noterà, è già più che sufficiente.

Con una speranza: che, ridendone, anche i più feroci detrattori di quel decennio si rendano finalmente conto di quanto di buono avesse da tramandare ai Posteri. Ben diversamente da ciò che ne è seguìto...


quarto shot in testa
19.07.2004
OMBRETTA COLLI aka AMBER COLLINS - "COCCO FRESCO COCCO BELLO"

Nessun omaggio ad Ombretta Colli aka Amber Collins potrà mai essere proporzionale [o maggioritario] -nè quantitativamente nè qualitativamente- ai meriti della sua gloriosa carriera [di cui, se per qualunque cataclismico motivo, ti sfuggisse ancora qualche indispensabile estremo -come il perchè del tormentone 'aka Amber Collins'-, puoi trovare un pratico prontuario semplicemente cliccando qui]. E, particolarmente, al merito di aver amministrato la Provincia di Milano in modo tale da essere stroncata senza attenuanti dopo il primo mandato, evitando una riconferma che non ce l'avrebbe sicuramente resa altrettanto adorabile.

Così, invece, ora ce la sognamo anche di notte. Oltre che di giorno, naturalmente. In qualcuna delle sue più riuscite interpretazioni, come in "Maciste alla corte dello Zar" del 1964 o, perchè no?, in "La morte viene dal pianeta Aytin" del 1967. O come, e non potrebbe essere altrimenti, nel suo autentico ed insuperabile capolavoro: "Cocco Fresco Cocco Bello" del 1983. Una canzone che è un inno, una dichiarazione di intenti, il manifesto canoro di un'epoca: i 5 anni della Signora Provincia.

 

00.01
Intro
È evidente da subito come Ombretta [aka Amber] intenda onorare al meglio questo suo ennesimo, prestigioso rendez vous con l'Arte: voltata di spalle, si ritaglia qualche secondo tutto per sè alla ricerca della giusta concentrazione. Con ogni probabilità starà fissando la scritta 1983 in sovraimpressione contro il sipario, nella speranza di vederci una riposante figura 3D esattamente come si fa con gli stereogrammi. L'inquadratura è larghissima, e non riusciamo a percepire altro che la sua sagoma indistinta.

00.07
«
Kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue»
Attacca il leggendario refrain ed Ombretta [aka Amber] si convince che è arrivato il momento di girarsi e mostrarci finalmente anche il lato A di se stessa e del suo talento. Tre sono gli elementi che si stampano indelebili nella nostra memoria: il sinuoso movimento d'anca ad emiciclo, il grazioso fiocco nero allacciato in vita e gli occhiali da sole, accessorio indispensabile per combattere i problematici raggi UVA e UVB degli studi televisivi e, come diceva il saggio, «per avere più carisma e sintomatico mistero».

00.09
«
Kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue»
Lo show sta ufficialmente decollando. Ombretta [aka Amber] chiede la partecipazione del pubblico, catalizzandone l'entusiasmo in un contagioso battimani motivazionale. Non v'è dubbio che in questo gesto vi siano già, in embrione, quelli che poi diventeranno i referenziati capisaldi della sua politica di Signora Provincia. Purtroppo le luci sono talmente basse che ancora non riusciamo a distinguere con precisione i dettagli del suo luccicante vestito, ma quanta umiltà in questo stile 'Casalinga di Voghera al mercatino di Senigallia'...

00.17
«
Non ti dimenticar la luce accesa...»
Ecco la risposta a tutti i nostri quesiti più ancestrali: si tratta di un completino da gran soirèe gentilmente offerto da Domopak, forse in via sperimentale per testare l'appeal dei propri prodotti in vista di un eventuale sbarco nelle passerelle haute couture. Dunque riassumiamo. Per travestirsi da Ombretta [aka Amber], magari il prossimo Carnevale o durante una magica notte estiva, servono: 1 paio di occhiali da sole, 1 rotolo di alluminio Domopak, 1 paio di collant dell'Ipercoop, 1 paio di scarpette 'potrei ma non voglio' e una tenda annodata in vita. Facile, no?

00.18
«
Devi pagare il conto della spesa...»
La mimica di Ombretta [aka Amber] si rivela sapiente, come da rockstar navigata -e da protagonista di molti film diretti dai più importanti registi italiani-. Il gioco di busto 'spalla avanti-spalla indietro-eunduettrè-unduettrè' si sposa perfettamente con i suoi sguardi provocanti, intrisi di una leggera aria di sfida, che immaginiamo si stiano consumando al di sotto di quegli impenetrabili occhiali da sole, quasi a voler sottolineare il pericolo del terribile monito «Devi pagare il conto della spesa». Che oggi potrebbe tranquillamente rivolgere a se stessa...

00.28
«
Che qui fa un caldo da non respirare...»
La coreografia di Ombretta [aka Amber] è davvero avvincente, ricca di movenze epiche e intrisa di un immaginario nazional-popolare da Signora Provincia, Signora Nazione e Signor Popolino. Rimanere indifferenti al mollegiamento delle gambe in perfetto sincro con la mano a ventaglio è letteralmente impossibile, anzi: ne ricaviamo un prezioso suggerimento per tutte le volte che ci troveremo a scatenarci sui cubi in discoteca quest'estate. Non c'è dubbio: dopo la Macarena e il Tic Tic Tac, diventerà il Cocco Fresco il nuovo ballo tormentone del momento!

00.37
«
Cocco fresco cocco bello...»
Signori e signore [province], ecco a voi il momento clou di tutta l'esibizione, l'apoteosi del pathos, l'apice della teatralità, il non plus ultra dell'Apocalisse: la mossa-lampadina [o, se preferite, la mossa-spremiagrumialcontrario]. Da utilizzare, vista la sua caratura di elevata preziosità, con estrema parsimonia solo in occasione del ritornello. Per eseguirla nel migliore dei modi occorre immaginare di avere una lampadina in mano e di non sapere da che verso si avvita, provando e riprovando prima in senso orario, poi in senso antiorario: forza, fate come noi [e lei...]!

00.38
«
Non è che mi diverta molto...»
È un vero peccato che Ombretta [aka Amber] non si diverta molto, perchè noi ci stiamo letteralmente pisciando addosso dalle risate. La canzone è un toccasana numero 1 contro il logorio della vita moderna, e la sensazione di relax e spensieratezza è accentuata da movenze accurate e mai casuali che la rendono un classico della commedia all'italiana -diretta dai più importanti registi-. Attenzione a questo gesto, per esempio: se li toglierà, gli occhiali, oppure no? La suspence è ai massimi livelli, come un tuffo ghiacciato in un mistero profumato di latte di cocco.

01.21
«
Nei ristoranti aperti anche alle 2 di notte...»
Che immagine sperimentale: il dolce stilnovo che incontra l'espressionismo, Petrarca ospite del Gabinetto del Dottor Caligari, Ariosto missionario nella Germania di inizio 900. Sono proprio queste le sfumature che fanno la differenza tra una anonima starlette da pianobar con 4 comparsate in pellicole di serie Z anni 60 ed una autentica Signora Provincia protagonista di molti film diretti da importanti registi e puntualmente ai primi posti delle charts di mezzo mondo anche senza un remix di Gabry Ponte, la produzione di William Orbit o una televendita di Giorgio Mastrota...

01.30
«
Cocco fresco cocco bello...»
Questa inquadratura, rispetto alla precedente a 00.37, ci consente di studiare la mossa-lampadina [o, se preferite, la mossa-spremiagrumialcontrario] cogliendola nella sua totalità tridimensionale. L'elemento 'gambetta piegata con anca in fuori', per esempio, prima ci sfuggiva completamente, e invece è assolutamente indispensabile alla buona riuscita della coreografia nel suo insieme. Prestare estrema cautela anche nel posizionamento dei piedi, assumendo una postura da Venere di Milo dopo un temporale estivo di asteroidi e cotillon.

01.45
«
Non è che mi diverta...»
La sintassi estetica nell'esecuzione visiva del brano si sta facendo sempre più ricca e complessa. Forse non siamo ancora ai livelli di Maurice Béjart, ma -con ogni probabilità- a quelli di Brian&Garrison sì. Al secondo giro di «Cocco fresco cocco bello», infatti, cambia tutto, ed ogni nostra certezza acquisita fino a questo momento si sgretola [come dopo un temporale estivo di asteroidi e cotillon]: ora dobbiamo lasciarci ciondolare all'indietro spostando in modo vertiginoso il baricentro del nostro corpo -e del nostro cocco-. Misercordia, che faticaccia!

01.50
«
Ore 21:30 campo sportivo Festa dell'Unità/per i bambini entrata gratis...»
Ma cosa sta succedendo?!? Ombretta [aka Amber] si è forse dimenticata le parole della sua hit ed ora si guarda intorno con aria spaesata cercando qualcuno che gliele possa suggerire?!? Ma no, niente paura! È semplicemente allergica all'espressione "Festa dell'Unità/per i bambini entrata gratis" e sta cercando di trattenere in qualche modo lo starnuto. Non dimentichiamo che siamo nel 1983, e che quei terroristi islamici dei Comunisti sono ancora a piede libero per tutta la penisola a mangiare bambini dopo averli fatti entrare gratis: un po' di involontaria allergia è comprensibile...

02.10
«
Che cosa ci riserva l'avvenire...»
Momento profezia: Ombretta [aka Amber] intona la frase «Come se fosse facile capire che cosa ci riserva l'avvenire» abbinandola ad un inequivocabile gesto da Number One con il pollice alzato. Si riferirà all'avvenire compreso tra il 1999 e il 2004? O all'Avvenire con la A maiuscola, il popolare quotidiano di asteroidi e cotillon catecumenali anti-Marilyn Manson e pro-non-si-sa-bene-cos'altro-a-parte-quello-che-passa-il-convento-nel-vero-senso-della-parola? Beh, comunque è proprio vero: non è affatto facile capire quali incredibili sorprese può riservarti l'avvenire. O l'Avvenire...

02.25
«
Non è che mi diverta molto...»
Da questa inquadratura, con sfondo -profondo- rosso, Ombretta [aka Amber] può beneficiare di una luce nuova: l'accecante luce dell'Arte che bacia i belli molto più del sole. La canzone, e con essa questa indimenticabile performance, è giunta quasi al termine [e noi alle cozze]. Come non condividere la soddisfazione che risplende nel volto di Ombretta [aka Amber] per una esibizione così ricca di impegno, di magia e di savoir faire? Nessun genio della lampada, e men che meno Mastro Lindo, avrebbe sicuramente saputo far meglio.

02.49
«
Kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue kalimbaue»
L'ultimo refrain. Come l'ultimo bicchiere, quando sei ad un passo dal trionfo e ti manca giusto quella goccia d'alcol in più per sentirti la Gioconda. Insomma: l'Olimpo dei Sogni. Una cavalcata poderosa di suoni, note e sintagmi, tra i quali Ombretta [aka Amber] si insinua giocosa prendendo vistosamente in giro lo stereotipo della diva megalomane e sognatrice. Ora però un dubbio ci assale: anche alle assemblee istituzionali alla Provincia di Milano Ombretta [aka Amber] si presentava di spalle per poi chiudere i suoi interventi ancheggiando grottescamente?!?

 

Il video di Ombretta Colli aka Amber Collins da cui è estratta questa fotoromanza può essere scaricato gratuitamente da
Giusec&Frienz - Blog Deberlusconizzato e dalla Videoteca di Antenna3
: thanx to Marco J. per la segnalazione :