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:amore
che non dà più sogni:
Presenta
Pippo Baudo con Michelle Hunziker, vincono Simone Cristicchi
con "Ti Regalerò Una Rosa" nella categoria
Campioni
e Fabrizio Moro con "Pensa" nella categoria Giovani.
Rispetto alla catastrofica edizione 2006 di Giorgio Panariello si registra una risalita record
negli indici di ascolto [peggio, del resto, sarebbe
riuscito a fare soltanto lo stesso Panariello], mentre la qualità delle
canzoni in gara e dello spettacolo nel suo complesso continua imperterrita a
deragliare da qualsivoglia binario di evoluzione minima sindacale. Pochissimi i brani che riescono quantomeno a rimanere
in testa - che piacciano
anche è pretendere troppo -: trasformata in una Sagra della Necrofilia
la categoria Campioni, una volta tanto le proposte più sopportabili arrivano
dalla categoria Giovani, che dopo anni di lagne ammorbanti messe in bocca
a improbabili finte
Giorgia, finte Laura Pausini, finti Eros Ramazzotti e finti Gigi d'Alessio si
svecchia un po' con qualche performance orecchiabile e radiofonica come Jasmine,
Mariangela e Grandi Animali Marini. Dovrebbe essere un Festival da ricordare
per l'«impegno sociale» dei due brani [casualmente?] vincitori - quello
di Simone Cristicchi è dedicato ai malati di mente, quello di Fabrizio Moro
ai giudici Falcone e Borsellino -, e invece ad essere consegnati agli annali sono
soprattutto, in ordine di importanza: a] le stecche fantascientifiche
che collezionano indistintamente Campioni, Giovani e Ospiti per 5 serate;
b] gli ingaggi vertiginosi pretesi dai conduttori, che costringono addirittura
il Governo a concedere una deroga al tetto dei compensi imposto dalla Finanziaria
[272mila euro] minacciando di mandare a vacche lo svolgimento della manifestazione;
c] il capitombolo
di Michelle Hunziker, che a metà della serata finale inciampa nello strascico
del suo vestito stampandosi a gambe all'aria sul pavimento; d] gli
scazzi quotidiani tra Pippo Baudo e Fabrizio Del Noce, presumibilmente già pronto
ad affidare l'edizione 2008 a Paolo Bonolis; e] il fatto che non vengano
rese note le ultime 10 posizioni della Categoria Campioni, notoriamente
molto più interessanti delle prime 10.
Di tutto il resto c'è ben poco altro
da dire: le classifiche finali, spuntate magicamente dal nulla senza che siano mai
state rese note quelle parziali, si commentano da sole...
Classifica
finale categoria Campioni Classifica
finale categoria Giovani Premi
della Critica |
Classifica
finale Giuria Demoscopica Classifica
finale Giuria di Qualità Classifica
finale Televoto Classifica
finale Suonerie Ufficiali |
Ed ora bando alle ciance: è arrivato il momento di lasciare il dovuto spazio al consueto, inevitabile, letale carosello delle Pagellone Riassuntive...
•
Al Bano: "Nel Perdono"
Pur
senza cambiare una sola virgola nel suo stile e nel repertorio [o meglio, sì:
da "Mammamerica" siamo passati all'inno nazionale della Germania Est],
è diventato tutt'a un tratto l'idolo degli italiani dopo anni in cui nessuno,
tra pubblico e addetti ai lavori, si è mai filato di pezza niente di ciò
che lo riguardava a parte i gossip con Loredana Lecciso. Che ci volesse
Baudo per riportarlo a Sanremo era evidente, ma come abbia fatto a sbancare
il Televoto rimane uno dei Misteri di Fatima del Nuovo Millennio. Adesso
stiamo a vedere quanti dischi gli comprano questi suoi ritrovati milioni di
fans...
Voto:
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Leda Battisti: "Senza Me
Ti Pentirai"
Trasparente.
Qualunque cosa s'inventi, e non è che comunque brilli granché per creatività,
non riesce a lasciare traccia di sé né in positivo né in negativo, neppure adottando
un improbabile nuovo look da Fatina Fetish. La sua «musica molto calda
e trascinante a cavallo tra il tango e il flamenco» finisce nel minestrone
degli "undicesimi ultimi a pari merito" trascinandosi sera dopo sera
nel completo anonimato. Momento topico: Baudo che le dà addirittura le
spalle dopo l'esibizione del giovedì, mettendosi a parlare con Kledi e Sabrina
Amato come se lei non ci fosse neppure. Detto tutto...
Voto:
•
Gianni & Marcella Bella: "Per
Sempre"
E
menomale che secondo "Tv Sorrisi E Canzoni" avremmo dovuto aspettarci
un «attacco col sintetizzatore, poi parte un vivace duetto pop alternato». L'atmosfera
dell'arrangiamento ricorda un po' "Slave To Love" dei Roxy Music,
ma a parte questo il «vivace duetto pop alternato» si risolve nella più classica
delle canzoni sanremesi firmate da Gianni e cantate da Marcella. Con una piccola
aggravante: che quelle degli anni '80 almeno se le ricordano ancora tutti, mentre quelle
successive non c'è un'anima che se le ricordi più già dopo cinque minuti...
Ps:
il voto finale è la media aritmetica tra la qualità della canzone [4] e la sportività
con cui hanno accettato la stroncatura della Giuria in sala durante la
serata finale [0].
Voto:
•
Fabio Concato: "Oltre Il
Giardino"
Prima
di tutto: a cosa servivano esattamente Zarrillo e Tullio de Piscopo il giovedì
sera? Uno ha cantato 15 secondi, l'altro non si è proprio né visto né sentito.
A parte questo, il pezzo è un Bignami del 'marchio di fabbrica Concato' a 360
gradi che non sposta di un millimetro l'asse delle simpatie e delle antipatie
della gente nei suoi confronti [ma porta a casa un bel quarto posto
per la Giuria in sala il sabato sera]. Pertanto, sulla carta dovremmo dare 2
anche a lui, ma il solo verso «Dovrei dare quel che resta del mio culo per campare»
merita un bonus di almeno altri 2 punti. E quindi per ora passa addirittura
in testa...
Voto:
•
Simone Cristicchi: "Ti Regalerò
Una Rosa"
Se
ci crede davvero, fa benissimo [e il risultato lo conferma]. Ma la sensazione
è che abbia cominciato a crederci un po' troppo, e che buona parte di quella
ironica e beata leggerezza degli esordi - se di «ironica e beata leggerezza»
si trattava - sia andata persa per fare spazio a un 'impegno' progressivamente
sempre più artificioso e di maniera. Lodevole l'iniziativa del progetto
a favore dei malati di mente, per carità, ma allora perché presentarla in gara
al Festival di Sanremo mettendo chiunque la trovi del tutto fuori luogo in un
simile contesto in condizione di sentirsi in colpa per non averne saputo cogliere
la profondità?
Voto:
•
Johnny Dorelli: "Meglio
Così"
Evvai
di 'Momento Arigliano - Oggi'. Due anni dopo la torcida tributata al jazzista
romano per il solo fatto di avere - all'epoca - 81 anni, ecco quella tributata
a Dorelli per il solo fatto di averne 71. In Italia va così: ai diplodochi standing
ovation [e governi, e presidenze] à la carte, ai giovani anatemi perché mandano
in cancrena l'economia scaricando da internet. Almeno fosse ascoltabile la canzone,
invece si fa in tempo a cucinare un intero cenone di Capodanno per 50 persone
e lui è ancora al primo ritornello. Un dubbio atroce ci tormenta: in quanti
avranno scaricato la sua suoneria ufficiale?...
Voto:
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Francesco con Roby Facchinetti: "Vivere
Normale"
Adesso
veramente basta. Uno che nella vita fa il «cantante» [e guai a chiamarlo ancora
«dj», ora è cresciuto!] e da quando ha preso in mano un microfono non ha
mai beccato una nota nemmeno ad aprire un conto in Svizzera a Padre Pio
è come un ingegnere che non sa risolvere un'equazione di primo grado: cambi
mestiere. L'incapacità cronica - e irreversibile, a quanto pare - di Francesco
sta diventando francamente un po' ingombrante: nemmeno "Lemon Incest"
di Serge Gainsbourg con la figlia 13enne Charlotte produceva gli stessi risultati
di cacofonia spaccatimpani. Anni luce peggio delle Lollipop nella prima serata
del 2002.
Voto:
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Amalia Gré: "Amami Per Sempre"
Stranamente
modesta: «Non è detto che la mia voce non piaccia a chi non ha 'cultura' musicale:
la musica arriva a tutti». Nel suo caso, però, arriva ultima [a pari merito]
e non porta a casa nemmeno il Premio della Critica, nonostante le raffinate
sfumature giàààs
calibrate al millimetro per centrare almeno una medaglia di legno.
Comunque non si smentisce mai, e per far vedere che ha cantato in America pronuncia
tutto il testo come fosse Don Lurio. Peccato davvero che i suoi acuti strozzatrachea «Ooooooo-mamiiiiiii
Pissempreeeiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii» non siano piaciuti né a chi non ha 'cultura'
musicale né, evidentemente, a chi ce l'ha...
Voto:
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Mango: "Chissà Se Nevica"
Ma
era veramente Mango o era Ivan Cattaneo? Non che la sempre più stretta somiglianza
tra i due abbia una qualche rilevanza ai fini del giudizio finale, ma è
sicuramente più interessante del brano in sé. Che è uno dei migliori in gara,
intendiamoci, ma "Lei Verrà" [o "Io Nascerò" scritta per
Loretta Goggi] era tutt'altra cosa. E quando dopo 20 anni si è musicalmente
più indietro - e di parecchio - rispetto a dove si era 20 anni prima, qualcosa
che non ha funzionato c'è. Se adesso si accontenta di riciclarsi ogni tot mesi
con una variante stagionale di "La Rondine", d'accordo: ci accontentiamo
anche noi. E riascoltiamo "Lei Verrà"...
Voto:
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Piero Mazzocchetti: "Schiavo
D'Amore"
C'era
da scommetterci. Già faceva strano che un totale sconosciuto potesse finire
tra i Campioni solo per aver venduto 150mila copie [manco fossero 15 milioni]
dei suoi dischi in Germania - l'anno prossimo quindi tocca a Nevio, giusto?
-, ma il terzo posto finale non contribuisce certo a sviare i sospetti dei 'soliti
maligni invidiosi' che vedono strategie e risultati già bell'e che pianificati a
tavolino. Ci piacerebbe che uno, uno
solo, di tutti quelli che hanno votato
Mazzocchetti tra Giuria Demoscopica e pubblico da casa ci ricantasse 5 secondi
della sua canzone. Siamo disposti a puntare 10 euro alla Snai che non saprebbe
più neanche come si intitola...
Voto:
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Paolo Meneguzzi: "Musica"
Tre
posti davanti agli Zero Assoluto: chi se lo sarebbe mai immaginato? La canzunciella,
come da copione, non esiste, eppure è una delle poche che - piaccia o no [e
noi propendiamo per questa seconda opzione] - entrano in testa immediatamente.
La sua presenza scenica è immancabilmente di una sciattezza rara, ma se non
altro non se la tira, e anzi: ha sempre l'aria un po' dimessa di chi sa
perfettamente di essere un gradino sotto gli altri. Magari, colpo di scena,
riesce anche a rilanciarsi senza dover transitare per un qualche surrogato di
"Music Farm". Oddio, effettivamente questo Festival era
un surrogato di "Music Farm"...
Voto:
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Milva: "The Show Must Go
On"
Alleluja:
la prima sufficienza. Il testo è senza ombra di dubbio il più sofisticato e
incisivo tra tutti quelli in gara, Giovani compresi, e l'arrangiamento, prevedibilmente
iperteatrale, lo esalta in maniera perfetta. Forse si poteva chiedere qualcosa
di più alla serata del giovedì: Enrico Ruggeri, ormai completamente sciroccato
dietro a quell'obrobrio di "Il Bivio", non ne ha azzeccata mezza,
dalle parole alla musica, e sì che «la sentiva perfettamente nelle sue
corde». Non ce ne vogliano lei e Giorgio Faletti, comunque, ma per noi Milva
rimarrà nei secoli quella di "Alexanderplatz" e "Marinero"
[«Marinero sì // Marinero tekmi euei»]...
Voto:
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Nada: "Luna In Piena"
Un
giorno ci spiegherà perché, lei che non solo sa cantare ma sa anche interpretare,
abbia deciso di eseguire un pezzo potenzialmente trascinante con un atteggiamento
così svaccato. A parte il «Deun Deun Deun», un tantino eccessivo
anche a voler stare al gioco, il ritmo in sé è un crescendo coinvolgente e l'attacco
sembra quasi quello di "Maniac" di Michael Sembello: cos'altro pretendere? Certo, come Mango,
Albano e Marcella [per non parlare di
Antonella Ruggiero] era molto più avanti 20 anni fa, ma quantomeno a proporre qualcosa
di più originale rispetto alle solite brode riscaldate ci prova. E stavolta
ci è quasi riuscita...
Voto:
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Paolo Rossi: "In Italia
Si Sta Male"
La
canzone sembra scritta apposta per lui, anche se - come ci fa notare il nostro
amico Etrigan
- «Rino Gaetano non l'avrebbe mai cantata in modo così scenografico».
Certo è che, per avere 30 anni, le lyrics sono state più che profetiche: una
sorta di "Terra Dei Cachi" ante litteram, che però [forse proprio
per questo] non è bastata a Paolo Rossi per posizionarsi tra i primi 10
della classifica generale e tra i primi 5 di nessuna delle classifiche parziali.
Non se ne preoccupi più di tanto: la 'Maledizione di Sanremo' seguirà il
suo corso abituale e a dover temere di sparire dalla circolazione, adesso,
è sicuramente qualcun altro...
Voto:
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Antonella Ruggiero: "Canzone
Fra Le Guerre"
Che
senso ha presentarsi a Sanremo vantandosi di aver scritto «un racconto profondo»
dedicato a tutti i bambini vittime dei bombardamenti [con immancabile occhio
lucido da stoccafisso in mezzo a un trito di cipolla] se poi: a] nessuno
ne capisce una sola parola; b] nessuno la suonerà in radio neppure per
sbaglio; c] anche se qualcuno dovesse per sbaglio suonarla in radio,
chiunque cambierebbe canale dopo i primi 5 secondi di una simile lagna stracciacoglioni?
Non è detto che se una canzone nasce per sensibilizzare il pubblico - o compiacersi
di volerlo fare - debba essere necessariamente un delirio autoreferenziale:
può anche, anzi dovrebbe, essere un motivetto popolare che raggiunge quante
più persone possibili. Ma ormai ci siamo rassegnati: «Antonella è uscita e a
casa non c'è // È scoppiata sparita non sta più con me // Antonella era una
non cercarla quaggiù // Se c'è stata è cascata spappolata nel blu»...
Voto:
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Daniele Silvestri: "La Paranza"
Va
bene il voler far colpo a tutti i costi, va bene il dover bissare l'effetto
di "Salirò", va bene la simpatia e la bravura, ma "La Paranza"
è veramente troppo
di tutto questo messo assieme. Tanto che il pur accettabile quarto posto ["Salirò"
arrivò 15esima], alla fine, suona quasi come una disfatta laddove tutto era
stato progettato ad hoc per fare il botto. Brano «carino», come si suol
dire in questi casi, ma da Daniele Silvestri è lecito aspettarsi più di un brano «carino».
Svetta nella classifica delle suonerie, e infatti il problema è tutto lì: stavolta
ha inciso una suoneria e non una canzone...
Voto:
•
Stadio: "Guardami"
È
possibile che questo sia il singolo peggiore degli Stadio? Non essendo dei
loro aficionados abituali forse ce ne sfugge qualcuno, ma "Guardami"
sa di scarto di un qualsiasi album vecchio tirato fuori alla spera in Dio giusto
per lanciare e promuovere quello nuovo. "Allo Stadio", che pure valse
loro l'ultimo posto nel 1984, in confronto era un capolavoro. Boh: abbiamo il
testo sotto gli occhi e stiamo provando da un'ora a farci tornare in mente la
melodia ma non c'è verso. Peccato, perché per chi, come loro, una sua rispettabilissima
storia alle spalle ce l'ha finire dietro Piero Mazzocchetti e Francesco è una
presa per il culo...
Voto:
•
Tosca: "Il Terzo Fuochista"
Ok,
d'accordo: zum para para zum para para zum pa pa [e poi il solito insigne e
pervicace 'opinionista' Platinette dice che è da «Sagra della salsiccia»
Max Orsi ad "Amici"?]. E anche jamme jà, bum shaka laka bum e tu ta
tu ta tu ta ta. Ma cui prodest una cosa del genere? Lasciando perdere Giurie
e pubblico dell'Ariston, che notoriamente non fanno testo così come non fa testo
l'essere arrivata settima, c'è qualcuno che sa spiegarci perché questo «valzer
musette che sa di musical, cabaret e festa paesana» sia finito a Sanremo? Saremmo
curiosi di sapere che sorte gli sarebbe toccata se a cantarlo fosse stato, per
l'appunto, Max Orsi...
Voto:
•
Velvet: "Tutto Da Rifare"
Delusione
con la D maiuscola. Perché ogni volta che i Velvet tirano fuori dal cilindro
la canzone giusta al momento giusto - prima "Boyband" poi "Volevo
Dirti Molte Cose" - poi precipitano puntualmente in crisi di ispirazione?
Che non siano tagliati per il Festival è appurato, ma può anche non essere propriamente
un punto a loro sfavore. Ma che "Tutto Da Rifare" sia il classico
brano 'che non comincia mai' un po' lo è, privo di appeal e di slancio
anche nella versione del giovedì con Francesco Sarcina. Un gemellaggio, quello
tra i Le Vibrazioni e i Velvet, che potrebbe dare adito a coincidenze e
congiunture non del tutto favorevoli...
Voto:
•
Zero Assoluto: "Appena Prima
Di Partire"
Stesso
identico effetto di "Notte Prima Degli Esami - Oggi", solo con un
coefficiente di sopportabilità più alto. Sono stati la rivelazione della passata
edizione, e quest'anno ci hanno riprovato con un 'newquel' costruito esattamente
sulla stessa falsariga - ma meno immediato e cantato infinitamente peggio -
e dato per strafoviritissimo alla vigilia E invece nisba: appena noni nella
classifica finale, addirittura fuori dai primi 5 [perfino dietro a Francesco
e Roby Facchinetti] in quella del Televoto. Che le ragazzine abbiano votato
tutte per Albano e Piero Mazzocchetti o che non abbiano votato affatto?...
Voto:
Promossi
• Mariangela » "Ninna
Nanna"
Embé? Che c'è di male? Sono tornate le canzoni sceme degli anni
'80 che però, guardacaso, sono quelle che ancora oggi tutti cantano. Testo chewing
gum, melodia precotta per gli stacchetti di "Striscia La Notizia"
dei prossimi 3 mesi e ritornello ad impatto immediato. Avercene.
Voto:
7
• Jasmine » "La
Vita Subito"
Fa un po' Jenny B. de' noantri e un po' Karima di "Amici"
ma sembra [sembra]
più spiritosa e meno lagna di entrambe. Viste le inevitabili stonature che non
riesce a non fare dal vivo, per apprezzare appieno il suo pezzo è necessario
ascoltare la versione in studio. Comunque una boccata d'aria fresca.
Voto:
7
• Grandi Animali Marini »
"Napoleone Azzurro"
L'impronta à la Baustelle di Carlo Rossi si
sente tutta, e ben venga: l'interpretazione è da karaoke il sabato sera, ma
la canzone è divertente e per niente stupida. Segno che si può fare musica pop
anche senza raccontare perennemente di Cuore e Amore, e viceversa. Vero, Antonella
Ruggiero?
Voto:
7
• Fabrizio Moro » "Pensa"
Stesso
discorso di Simone Cristicchi, con l'attenuante - semplicemente in termini di
gusto - che questa "Fight Da Faida - Oggi" suona meno stucchevole.
Certo, quando nel 2000 aveva cantato "Un Giorno Senza Fine" l'esito
era stato ben diverso [13esimo], ma negare a se stessi una evoluzione sarebbe
peggio. Solo una domanda: perché per ispirargli questa canzone [per sua stessa
ammissione] c'è voluta una fiction con Giorgio Tirabassi ed Ennio
Fantastichini? Le vere
stragi di Capaci e via D'Amelio lo avevano lasciato indifferente?
Voto:
6
Bocciati
Tutti gli altri, ma con le debite distinzioni. Elsa Lila, per esempio: se in Albania l'hanno eletta «Cantante del Secolo» non si capisce cosa torni a fare a Sanremo dove, invece, per la seconda volta passa completamente inosservata [ma anche nel 2003 parlava come Borat o era la sua spiritosa trovata promozionale di quest'anno?]. Voto: sottozero // Patrizio Baù, invece, avrebbe meritato miglior sorte, e gli avremmo volentieri elargito una promozione a pieni voti se solo non si fosse tirato indietro di fronte alle imbecillità dell'ennesima crociata cattolica dichiarando che il suo pezzo «parla di una mela» e non di 'qualcos'altro': un po' più di personalità e coerenza non avrebbe guastato, visto che lo humor di "Peccati Di Gola" era notevole. Voto: 5 // I PQuadro confermano la regola secondo cui a Sanremo vanno sempre i rincalzi di "Amici" [Maria Pia, Antonello e loro due] mentre i vincitori vengono puntualmente trombati [Dennis Fantina, Giulia Ottonello e Antonino]: prestazione poco meno che imbarazzante sotto tutti i punti di vista, legittimamente stroncata dalla Giuria di Qualità e non si sa come risalita fino al terzo posto. Amen. Voto: 2
Ridimensionati i cachet [a tutto vantaggio di Pippo Baudo e Michelle Hunziker], ridimensionati anche loro. Ma almeno cantano dal vivo, a parte il Paolo Meneguzzi di "Paso Adelante" Miguel Angel Muñoz, che non solo è in playback ma non fa nemmeno lo sforzo di muovere le labbra. Simpatico e anche piuttosto bravo Mika, l'unico personaggio emerso negli ultimi 12 mesi che possa definirsi minimamente «fresco» - ma abbiamo il terrore di sapere già che fine rischia di fare -. Stonati come delle campane gli Scissor Sisters che però, per solito, se la cavano decisamente meglio. I dati d'ascolto hanno certificato che la loro esibizione ha coinciso con il picco di share più basso dell'intera manifestazione: fare addirittura peggio delle pubblicità è pur sempre un record. Psichedelica la nuance magenta del crine di Joss Stone, in perfetto contrasto con il taccone di nero sotto i piedi scalzi [idea geniale e palco pulitissimo, non c'è che dire]. Sugli ospiti italiani No Comment politico: se Sanremo gli piace tanto come dicono dopo essersi esibiti, allora che si [ri]presentino in gara; se invece non gli piace affatto come dicono nei restanti 364 giorni, allora che non si presentino proprio. Così è un po' troppo comodo.
Nel Festival delle stonature, la nota più stonata di tutte. Si salvano solo Ficarra e Picone, mentre tutti gli altri - Antonio Cornacchione e Max Tortora in primis - collezionano figure ignobili. Peccato non abbia accettato di partecipare Daniele Luttazzi ["Barracuda 2007" è semplicemente strepitoso], ma condivisibili al 3000% le ragioni della sua scelta. Se volevano farci ridere, comunque, potevano trasmettere in sovraimpressione il confronto tra gli ascolti di Panariello e quelli di Baudo: ci saremmo letteralmente pisciati addosso.
Non pervenuto il DopoFestival: un'altra ora e mezza di carampane del quaternario - ancorchè con la penna, anziché con il microfono, in mano - sarebbe stata impossibile da reggere. In fondo ci hanno pensato le due Giurie di Qualità a restituirci con gli interessi ciò che ci eravamo persi: Laura Chiatti che dà 10 ai PQuadro perché, testualmente, «le hanno regalato delle emozioni», Claudio Coccoluto che dà 10 a Piero Mazzocchetti ritrovandovi evidentemente espliciti rimandi di aus raffinata come quella che suona lui, Alba Parietti che dà 7 di incoraggiamento al 90% dei Campioni in gara e poi le tocca pure fare da parafulmine per chi non accetta voti al di sotto del 10 e Barbara Palombelli che con ogni probabilità non avrà saputo distinguere Amalia Grè da Daniela Santanchè ci hanno comunque punito a sufficienza per il volontario boicottaggio.
•
Pippo Baudo
Bah.
Certo non dev'essere facile lavorare di/a/da/in/con/su/per/tra/fra Fabrizio
del Noce, ma ogni santissima volta è sempre la stessa solfa: prima si lamenta
perché Del Noce non lo chiama, poi appena sente odore di carcassa - leggi:
Panariello l'anno scorso - sgomita per farsi chiamare, poi quando Del Noce lo
chiama si lamenta di nuovo perché gli vengono messi i bastoni tra le ruote.
Visto che l'anagrafe è dalla sua parte, potrebbe sistemare definitivamente la
questione restandosene a casa a godersi i compensi delle edizioni precedenti e
mettendosi l'anima in pace. Quanto al Festival in sé, la scelta dei Campioni
[e, ancor prima, della stessa Commissione Selezionatrice] ha confermato tutti
i più atroci presagi della vigilia, con il secondo posto di Albano e il terzo
di Piero Mazzocchetti che un tantino puzzicchiano veramente. Anche perché non
sono mai state rese note le classifiche parziali provvisorie ed è stato deciso
di non rendere nota quella dall'11esimo al 20esimo posto: a questo punto, che
dicessero chiaro e tondo che volevano inventarsele di sana pianta e ci
saremmo messi l'animo in pace. Non che preferiremmo ritrovarci Bonolis nel 2008,
per carità, ma nemmeno un'altra volta lui, Dario Salvatori, Antonella Ruggiero,
Johnny Dorelli, Albano, Gianni e Marcella Bella ed Elsa Lila...
Voto:
•
Michelle Hunziker
Grottesca.
Ogni altro, possibile insulto eventuale e vario le si possa indirizzare
non sarebbe mai pregnante come questo. È l'unica persona al mondo per la quale
è di 1:1 il rapporto tra incassi e incapacità:
prende vagonate di miliardi solo ed esclusivamente per aprire quel mascellone
da registratore di cassa che si ritrova in qualcosa che assomigli almeno lontanamente
ad una risata spontanea [roba, comunque, che in confronto Raffaella Carrà è
Meryl Streep]. Non sa presentare, non sa cantare e non sa recitare, eppure
Baudo - tanto per provare a dare un senso all'ingaggio hollywoodiano -
tenta di farle fare tutto contemporaneamente con risultati che fanno esaurire
le bestemmie. Alla fine non viene neanche da mandarla a cagare perché tanto
non saprebbe fare nemmeno quello. In uno slancio di fintissima modestia confessa con le lacrime
agli occhi che lei «nella vita ho fatto una sola cosa veramente bene e l'ho
fatta con quell'uomo», riferendosi alla figlia Aurora e ad Eros Ramazzotti:
allora, se quantomeno i figli le riescono tanto bene, che faccia la 'mammina
perfetta', e lasci perdere tutto il resto. Specialmente quando si tratta di soldi
nostri.
Voto: