www.bottomfioc.net > comunità creativa
> speciale sanremo
:grazie
dei fleurs du mal:
•
POCO PIÙ DI NIENTE •
:seconda
serata:
si
esibiscono i 10 Big delle categorie Uomini e Donne + 6 Giovani
vengono
eliminati gli ultimi classificati delle categorie Uomini e Donne + gli
ultimi 3 classificati della categoria Giovani
Le
pagelle di Guzman
in
ordine di categoria
Categoria UOMINI
Francesco
Renga: "Angelo"
Arriva
al Festival sulla scorta del successo di "Meravigliosa la luna", fra
le poche canzoni italiane briose degli ultimi tempi. La musica la conosce, sul
palco di Sanremo pare abbonato ad un intimismo un po' di maniera, ma lo si può
perdonare. Nel complesso ascoltabile, il primo posto parziale fra gli uomini
è meritato.
• Di seconda categoria, ma pur sempre un angelo. Voto: 6
Marco
Masini: "Nel Mondo Dei Sogni"
Se
l'anno scorso si poteva pure adottare il vecchio proverbio romanesco secondo
cui "in un mondo de ciechi è bbeato chi c'ha 'n occhio", oggi si ritrova
a rimestare in melodie e parole trite e ritrite. In più, dodici mesi fa sembrava
essersi rimboccato le maniche, umile di fronte alla platea sanremese. Quest'anno
invece pare convinto di essere l'uomo da battere, un misto di Paul Young e Phil
Collins. Ma la sua canzone è un miscuglio fra il nulla della musica ed il niente
del testo.
• Tutto scorre, pure Masini. Voto: 2
Gigi
d'Alessio: "L'Amore Che Non C'è"
Non
solo non c'è amore, non c'è nemmeno un pizzico di stima nei confronti di questa
sorta di replicante di se stesso, che canta da anni la stessa canzone, con la
stessa musica e le stesse parole. Un pesantissimo accento napoletano insopportabile
anche per chi vive al sud: persino il romanesco Er Piotta è in grado di modificare
l'inflessione dal dialettale all'italiano. Convinto di avere la vittoria in
tasca - e magari ha pure avuto rassicurazioni in merito - sin dalla prima sera
ha cominciato con ammiccamenti ed inchini per ringraziare gli elett..ehm, i
votanti. Appena scopre di essere solo terzo di categoria - per sviare i sospetti
di combine? - si lancia in un arruffianamento del direttore artistico Paolo
Bonolis, che solo la schiettezza di Ezio Vendrame condanna come merita. Disgustorama,
direbbe chi non può più andare in tv per lasciare spazio ai D'Alessio di turno.
•
Capace pure che lo fanno vincere! Voto: meno infinito
Paolo
Meneguzzi: "Non Capiva Che l'Amavo"
La
lei di Meneguzzi faceva solo finta di non capire, per liberarsi di questo appiccicoso
teenager dalla carta d'identità contraffatta. Sul documento c'è scritto che
il ragazzo ha già ventisette anni, ma ascoltando il brano, leggendo il testo
ed osservando le sue mossette sul palco, Meneguzzi non può averne più di quattordici,
altrimenti c'è da chiamare uno psichiatra. E in fretta.
• Non capiamo chi
t'ha scelto. Voto: 1
Umberto
Tozzi: "Le Parole"
Lontani
i tempi delle Bigazzate storiche che lo hanno fatto conoscere (e vendere) in
tutto il mondo, ma siamo distanti anche da "Gli altri siamo noi",
"Io muoio di te" o "Aria e cielo". Eppure quest'ultimo brano
è solo del 1997: negli ultimi otto anni una rapidissima parabola discendente
ha annullato la verve creativa di Tozzi, ed i suoi nuovi parolieri hanno acuito
la crisi in cui versa il cantautore piemontese. Se ne va senza lasciare traccia,
ma nella sua categoria avremmo preferito di gran lunga l'uscita di altri.
•
Dimentica, dimentica. Voto: 4
Categoria DONNE
Antonella Ruggiero: "Echi d'Infinito"
Melodia
ariosa, testo sopra la media - anche se ci voleva molto poco, visto il contesto
- interpretazione sublime come sempre. Pur se ascoltata distrattamente la prima
sera, scopriamo al secondo ascolto che già ci era entrata in testa. La sensazione
è che possa fare strada, ed in passato, al primo ascolto lo dicemmo anche per
"Con te partirò", "Di sole e d'azzurro" e "Salirò".
Magari non raggiungerà quei successi, però potrebbe eguagliare la splendida
"Controvento".
• Io vivo di accenti, di presentimenti. Voto:
8
Alexia: "Da Grande"
Sembra
Geri Halliwell smarcatasi dalle Spice Girls, quella di "It's raining men"
per intenderci. Se ritrovasse la strada si potrebbe arrivare a paragonarla a
Donna Summer, o addirittura a "The queen of disco", Gloria Gaynor.
Anche perché, nei primi piani, gli anni si vedono tutti. Sperando che abbia
gettato definitivamente nel water la disgustosa melassa acchiappapplausi di
"Per dire di no", accontentiamoci della sincera ventata dance, per
una volta credibile col testo in italiano.
• Sciacquo i panni nella discomusic.
Voto: 6,5
Anna
Tatangelo: "Ragazza Di Periferia"
Anna
spera di emulare Adriano, ma Sora non è la via Gluck e Gigi D'Alessio - o chi
per lui - non vale nemmeno un sedicesimo degli autori del Clan. La Tatangelo
è palesemente a disagio nelle note dalessiane, e strilla per darsi un contegno.
Sarebbe da 2 se la interpretasse l'autore, la voce sguaiata della ciociara la
trascina sottozero.
• Rimpiangiamo addirittura volere volare! Voto: 0
Marina Rei: "Fammi Entrare"
Se
bussasse con quella faccia a casa mia, avrei paura ad accogliere la sua richiesta.
Si agita sul palco, tenta di rievocare i precedenti da ballerina e strumentista,
ma appare a caccia di un'ultima chance. Peccato, perché nel panorama musicale
italiano potrebbe ancora conservare la sua nicchia di originalità. La canzone
non è fra le peggiori del Festival, ma più per demeriti della concorrenza che
per meriti propri.
• Un inverno a cui stringere la mano. Voto: 5,5
Paola & Chiara: "A Modo Mio"
Pescano
una canzone forse scartata da Anna Oxa quando si faceva scrivere i brani da
Umberto Smaila. Brano inutile, tre minuti e mezzo di silenzio avrebbero la stessa
riuscita. Paradossalmente fanno meglio di altri, visto che il silenzio è sempre
preferibile ad un fastidioso frastuono. Look piuttosto casto, viste le loro
ultime performance: se avessero osato proporsi come le sexy sisters della musica
italiana, magari avrebbero ottenuto più consensi dagli spettatori in astinenza
da conduttrici tipo Falchi, Ferilli, Herzigova...
• That's not my way. Voto:
4
Categoria GIOVANI
Vanno in scena dopo mezzanotte, ed è una fortuna
per i molti che già sono andati a dormire. Una melma indistinguibile, il regno
del già visto e già sentito. C'è chi costruisce l'intera canzone sulla parola
"culo" per fare scalpore, ed il fatto in sè dice tutto. Se questa
è la categoria che doveva portare qualità al Festival, allora siamo messi male.
Ci ripetono in ogni edizione di Sanremo che "i giovani di quest'anno sono
eccellenti, avranno molto successo in futuro", e per fortuna ogni anno
tutti o quasi cadono nel dimenticatoio. Scommettiamo, senza rischiare pressoché
nulla, che accadrà anche stavolta. Si salva parzialmente solo Enrico Boccadoro,
che infatti torna a casa subito.
• Noi siamo i giovani, l'esercito del surf.
Voto: 0
Categoria PRESENTATORI
Paolo
Bonolis
Abbandona i panni
del caciarone di Affari tuoi, si dimentica le ciacione, le sellerone, i pacchi
da scavicchiare, l'euforia e la "perculaggine". Indossa lo smoking
ed ancora sulla scala esordisce col latinorum: "Festina lente". Poi
si infila in una serie di perifrasi complesse, sciorina vocaboli che, pur se
impiegati in maniera acconcia, sembrano selezionati a caso dal dizionario delle
parole difficili. Per scusarsi di questo continuo, insistente ed alfine insopportabile
sfoggio di cultura, si rammarica con la casalinga di Voghera per aver utilizzato
termini desueti. Va bene lo stile, lodevole alzare il livello qualitativo della
comunicazione, ma stiamo al festival delle canzonette ed almeno ogni tanto dovrebbe
ricordarsene. Giusti e Vendrame sono colti ma non hanno bisogno di dimostrarlo,
e parlano in maniera chiara e semplice. Bonolis pare impaziente di svestire
il costume di Rugantino, per emulare Umberto Eco. Ma assomiglia più al dottor
Azzeccagarbugli. Si ricordi che se l'hanno messo lì è perché dia ritmo e faccia
caciara.
• Adelante, Pedro! Voto: 3
Antonella
Clerici
Che tristezza. La
ricordiamo ancora quando era una sobria e professionale giornalista sportiva.
Poi l'hanno piazzata ai fornelli, e di colpo ha subito una regressione, tornando
all'infanzia. La tutrice le insegna a far da mangiare, e lei si comporta come
le bambine che si affiancano alla mamma in cucina, cantando ogni due per tre
le canzoncine dello Zecchino d'oro. Il Festival non ha l'effetto di riportarla
negli "anta", anzi si cimenta in improbabili gag che fanno rabbrividire,
in cui continua a fare la parte della svampita. Ma è solo una parte?
• Sostituitela
con Anna Moroni. Voto: 2
Federica
Felini
E' talmente incredibile
che non può essere vera. Non le fanno un primo piano che sia uno, perché le
foto si possono ritoccare al computer, ma la tv non ha filtri. Diciamolo chiaramente:
come bellezza non vale nemmeno un decimo delle donne che l'hanno preceduta sul
palco dell'Ariston, ma non sarebbe una colpa se la ragazza avesse verve, charme,
intelligenza. Citando a caso, Sanremo ha ospitato la classe di Ines Sastre,
la vitalità di Sabrina Ferilli, la prorompenza di Anna Falchi, la poliedricità
di Serena Autieri, l'ironia di Claudia Gerini, la sensualità di Laetitia Casta.
Donne belle ed intelligenti, capace di aggiungere qualcosa al Festival. La Felini
sottrae, anche perché quando apre bocca sembra un cartone animato doppiato male.
Al massimo potrebbe fare l'ospite del Mago Zurlì, invece è sul palcoscenico
più importante della televisione. Grazie a chi o a cosa?
• La
donna che rivaluta letterine, veline e schedine. Voto: 0