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UN DISCORSO IN GENERALE
ovvero: "IL BICCHIERE PIENO PER METÀ
(O PER UN DECIMO?)"
di Carmelo Baldanza
Ogni anno i miei amici, conoscendo la
mia passione per la musica leggera italiana, incontrandomi nei giorni
immediatamente successivi alla chiusura del festivalone, mi porgono
la domanda d’obbligo: "Ti è piaciuto Sanremo"? Io, che
forse troppo nostalgicamente lo considero semplicemente una
vetrina/competizione tra le canzoni italiane che aspirano a rivelarsi
tra le più amate dell’anno in corso, di solito rispondo che
sì, come quasi sempre accade, qualche pezzo (a mio giudizio)
davvero gradevole, od addirittura memorabile, ho avuto ancora una
volta la fortuna di ascoltarlo, in quelle cinque serate, tralasciando
tutto il resto. Ma, mai quest’anno, un simile commento deve
necessariamente essere ulteriormente esplicitato: le canzoni mi sono
piaciute abbastanza, mentre tutto il resto (o, a voler proprio essere
magnanimi, un buon 95%, approssimato per difetto…) di quello che
riguarda il Festival mi ha fatto davvero SCHIFO!!!
Proverò comunque a sintetizzare
i motivi del mio disappunto in "appena" sette punti.
LA GESTIONE DEI TEMPI
No, non si può davvero prendere
in questo modo per i fondelli un telespettatore, annunciando che dal
27 febbraio al 4 marzo sarebbe stata trasmessa la cinquantaseiesima
edizione del Festival della canzone italiana, se in realtà non
si tratta altro che di un mega talk show di piacevolezza, interesse e
qualità davvero molto prossimi allo ZERO, infarcito di
pubblicità, sia nel senso classico del termine, sia sotto
forma di tele-promozione, sia subdola come quella agli stilisti Dolce
& Gabbana (addirittura ospitati) ed a tutti gli altri che
vestivano le quattro "indispensabili" modelle che facevano da
madrine a ciascuna delle categorie di cantanti oppure come quella dei
film di prossima uscita, e di tanto in tanto inframmezzato, il talk
show di cui si parla, da qualche canzone inedita (solo fino alla
prima sera…) e da qualche ospite in grado "anche" di cantare
(quanto meno in playback…), oltre ad essere magari di bell’aspetto.
Il fatto di includere nel regolamento il limite massimo di durata del
brano da presentare si è dimostrato, a posteriori, di poco
meno ridicolo di certe dichiarazioni di vari personaggi politici o
dell’ambiente ecclesiastico, e mostra in quale considerazione fosse
tenuta la gara canora, nel contesto globale di questo spettacolo
(?!?!?) televisivo.
In altre parole: COME SI PUÒ
RIDURRE, IN OGNI SERATA, IL TEMPO DELLE ESECUZIONI DEI BRANI IN GARA
A NON PIÙ DI 60 MINUTI SUI 260 TOTALI DI TRASMISSIONE???
LA SCELTA DEL CAST
"Big" non propriamente affermati
(Gigi Finizio ed il suo gruppo di scugnizzi, Simona Bencini, Nicky
Nicolai) o noti per uno o due soli veri successi (Zero Assoluto, Luca
Dirisio, Sugarfree, Povia, Dolcenera) o divenuti "grandi" perché
in fin dei conti qualche disco l’hanno venduto pur senza possedere
a mio avviso qualità artistiche degne di nota (Gianluca
Grignani, Anna Tatangelo) o ripescati dopo qualche anno di oblio
senza che se ne sentisse realmente la necessità (Anna Oxa,
Ron, Spagna) od invitati nonostante avessero da proporre un brano
senza differenze apprezzabili rispetto alla maggior parte dei loro
precedenti sanremesi (Michele Zarrillo, Alex Britti).
In altre parole: NELLA CATEGORIA (A SUA
VOLTA DIVISA IN TRE SOTTOCATEGORIE) PRINCIPALE, A MANCARE QUASI DEL
TUTTO ERANO PROPRIO LE PROPOSTE CHE AVEVANO DAVVERO RAGIONE DI
ESSERCI!!!
IL SISTEMA DI VOTAZIONE
Per esclusione, le tre partecipazioni
davvero sensate, almeno col nome di "Big", sarebbero dunque
quelle dei sempreverdi Nomadi, di Mario Venuti (non famosissimo, ma
almeno due anni fa ha vinto il Premio della Critica, in un Festival
comunque povero) con gli Arancia Sonora e di Noa (che, guarda caso, è
proprio l’unica non italiana! I "Big" nostrani, dov’erano?)
con i meno noti Carlo Fava e Solis String Quartet. Ebbene, le ultime
due proposte citate, benché osannate dai giornalisti e non
solo, sono state immediatamente defenestrate (proprio nelle serate in
cui le giurie erano composte da under 35!!), mentre al gruppo con
oltre quarant’anni di onorata carriera alle spalle è
sfuggita sul filo di lana (per quanto ne so, per un 1,70% di
telefonate ed sms in meno), a favore di Povia, una vittoria che,
visto quel che c’era in giro, sarebbe stata senz’altro meritata.
In altre parole: NON È CHE IL
SISTEMA DI VOTO, AFFIDATO NELLE PRIME TRE SERATE A GIURIE COMPOSTE
SECONDO CHISSÀ QUALE CRITERIO, ED IN SEGUITO (ALMENO IN PARTE) AI
FANATICI DI QUESTO O QUEL CANTANTE CHE ACCETTANO DI EFFETTUARE
CHIAMATE OD SMS A TARIFFA MAGGIORATA PUR DI INFLUIRE POSITIVAMENTE
(IN LINEA PIÙ CHE ALTRO TEORICA: IL "VERO" VINCITORE SI
CONOSCE QUALCHE MESE DOPO…) SULLE FORTUNE ARTISTICHE DEL PROPRIO
BENIAMINO, NON SIA PROPRIO ADEGUATISSIMO PER VALUTARE IL GRADIMENTO
DEGLI APPASSIONATI DI MUSICA ITALIANA???
LA CONDUZIONE
Inqualificabile. Il presentatore e
direttore artistico è riuscito nell’impresa di mettere a
dura prova la pazienza degli spettatori, e di conseguenza far
precipitare ulteriormente il numero di irriducibili che restano (più
o meno, ovviamente…) incollati al video. Sia per le varie scelte di
cui ho parlato o parlato fra poco, sia per la sua conduzione, che fa
addirittura rimpiangere tutti (o quasi) i suoi predecessori degli
ultimi quindici anni. Se i veri "sanremomani" come il
sottoscritto hanno saputo sopportare gente non simpaticissima e/o
poco adeguata (per motivi talvolta anagrafici) come Bonolis, la
Ventura, la Carrà, Fazio, Vianello e Bongiorno (quello che
chiedeva di inginocchiarci per ascoltare un pezzo dal testo
discutibilissimo come "Padre nostro", credeva che il pezzo di
Silvia Salemi si intitolasse "A casa di Lucia" e non c’era
verso di fargli cambiare idea, ed inoltre non sapeva ancora, quando
doveva consegnarle un premio, che Domino fosse una donna…), era
proprio il caso di infierire, con uno pseudo-comico come Panariello
(voto 1) che apre ogni serata con una mezz’ora di monologo di più
che dubbia qualità, e per il resto si ricorda più che
altro per qualche gaffe, come quando, leggendo il display, crede che
"La forza della musica" (che provocazione, usarlo come slogan di
questo Festival!!) sia il titolo della canzone che Zarrillo
presenterà dopo la pubblicità… Ma non dovrebbe averli
scelti lui, dopo ripetuti ascolti, i brani da proporre, od ha
lasciato carta bianca ai personaggi sempre da lui invitati?? Giusto
per la cronaca, ricordo che ad accompagnarlo sul palco c’erano
anche le due (quasi) immancabili vallette, che negli anni scorsi in
qualche caso sono state addirittura convincenti (in particolare nel
2003), ma stavolta… Riguardo ad Ilary Blasi (voto 4), devo
ammettere che mi sembrava meno intelligente, mentre invece le sue
doti in tal senso, forse, superano "addirittura" quelle del
marito… Da dimenticare anche lei. Per quanto concerne Victoria
Cabello (voto 6), direi che, nel contesto complessivo, appariva
persino accettabile, ma è davvero una magrissima consolazione…
In altre parole: RIDATECI PIPPO
BAUDO!!!
GLI OSPITI
Volendo trovare un lato positivo, si
può dire che fortunatamente non è stato toccato l’apice
del disgusto come l’anno scorso con Mike Tyson, ed è saltata
(ma solo a meno di una settimana dall’avvio del Festival!) anche la
presenza del boia Schwarzenegger. Comunque, anche in questo senso non
sono stati lesinati gli sforzi per farci cambiare canale. La toccata
e fuga di John Travolta, la fondamentale domanda a Totti sulla sua
eventuale partecipazione al cambio di pannolino del pargolo, il
ridicolo siparietto di Panariello con John Cena, il finto
corteggiamento della Cabello ad Orlando Bloom, oltre alle numerose
presenze di attori impegnati (con qualche eccezione, come Arnoldo
Foà…), come detto, a promuovere (magari ci penserà il
pubblico, a bocciarlo…) il proprio film in uscita, nel caso della
coppia Verdone-Muccino proponendo una gag abbastanza penosa (a
proposito, persino all’università sono affissi numerosi
manifesti de "Il mio miglior nemico": ma che razza di budget
avevano a disposizione, per la pubblicità?): tutta spazzatura
allo stato puro. Riguardo ai cantanti internazionali, ci hanno
soprattutto ricordato che si possono vendere pacchi di dischi pur
senza fare musica di qualità eccelsa. Quelli italiani presenti
fuori gara, invece, se da un lato possono essere accettati in quanto,
che piacciano o no, hanno il merito di essere riusciti a varcare gli
italici confini del mercato discografico, dall’altro la loro tanto
strombazzata partecipazione, soprattutto per la finale, sembra
dichiarare chiaro e tondo che la musica italiana che piace davvero,
in gara, non c’era proprio, e l’unica possibilità di farli
esibire (almeno loro, gli ospiti italiani, dal vivo!) in un contesto
simile era quella di metterli al centro dell’attenzione e pagarli
stra-profumatamente. L’unica presenza degna di nota era quella dei
neocampioni olimpici: hanno accettato di buon grado di presentarsi ad
orari improponibili, giusto per fare da tappabuchi in attesa dei
verdetti delle giurie, pur di cogliere la possibilità di
essere meritatamente celebrati davanti ad una vastissima (o forse non
proprio, dato l’orario…) platea, prima di finire nuovamente nel
dimenticatoio. Comunque, davvero troppo poco quest’idea abbastanza
indovinata, in mezzo a tanti costosissimi inviti pressoché
inutili, almeno nell’ambito della principale manifestazione canora
italiana.
In altre parole: VOGLIO UN RISARCIMENTO
DANNI, E L’ANNO PROSSIMO NON CHIAMATE NESSUNO!!!
LE ESIBIZIONI DEL VENERDÌ
Che delusione! Se l’anno scorso
diversi "Big" avevano mostrato un minimo di coraggio nel
"rivisitare" il proprio brano (su tutti Alexia, ma anche Marina
Rei, ad esempio), quest’anno i sopravvissuti alla prima scrematura
hanno pensato bene, in linea di massima, di aggiungere semplicemente
qualche voce o qualche strumento in più. Ma valeva davvero la
pena di organizzare tutte queste esibizioni, alcune delle quali
avrebbero avuto la certezza di essere effettivamente messe in onda
meno di ventiquattro ore prima, ossia dopo i verdetti del giovedì?
Sta di fatto che Panariello ha copiato anche questa, come quasi tutte
le altre idee (non sempre azzeccate, anzi!) del suo predecessore
Bonolis.
In altre parole: NON AVETE PENSATO A
NIENTE DI MEGLIO PER RIEMPIRE LA QUARTA SERATA PROVANDO A RECUPERARE
QUALCHE PUNTO DI SHARE (PIUTTOSTO CHE RISCHIARE DI FARVI SORPASSARE
DA "ZELIG"), SENZA CAPIRE CHE DUE ANNI FA LA PENULTIMA DIRETTA HA
SUSCITATO INTERESSE BEN MAGGIORE ALLE PRECEDENTI SOLO PERCHE’ I
VECCHI PROTAGONISTI ED I VECCHI SUCCESSI DEL FESTIVAL PIACEVANO BEN
DI PIÙ DEI NUOVI PROTAGONISTI (TIPO… STEFANO PICCHI, VERUSKA ED
ANDRÈ???) CHE INTERPRETAVANO I NUOVI INSUCCESSI (TIPO "QUANDO
L’ARIA MI SFIORA", "SINGLE" O "LADRO DI TE"), E DUNQUE LA
GENTE NON EVITERÀ DI CAMBIARE CANALE SOLO PERCHÈ… DI VENERDÌ
PORTA MALE???
LE COMPILATIONS
Dulcis in fundo, le raccolte dei brani
in gara (e non solo quelli…), che non riguardano ciò che si
è visto in televisione, ma ciò che succede dopo,
quest’anno addirittura subito dopo la prima serata. Non c’è
da sorprendersi molto se all’inizio stanno vendendo bene: tra
l’uscita anticipata sul mercato, i tagli effettuati sui brani
andati in onda (per la cronaca, solo 7 su 30 avevano una durata
naturale non superiore ai 210 secondi previsti, almeno inizialmente,
come limite massimo di durata…) ed il comprensibile spegnimento
anticipato della tv per le troppe chiacchiere inutili, molti si
saranno lanciati verso i negozi per capire come fossero le canzoni in
gara… Le compilations quest’anno, come quasi sempre accade, sono
due, entrambe "a prezzo speciale", ma… per modo di dire. Una
delle due, in vendita anche in edicola, dura complessivamente "ben"
42 minuti, e contiene "ben" 11 brani, due dei quali interpretati
da altrettanti ospiti stranieri. A parte il fatto che, secondo me, ci
sono quasi tutti i pezzi più indegni tra quelli partecipanti,
segnalo anche che, grazie alla simpaticissima tecnologia "Copy
control", il mio lettore portatile fatica ad avviarsi, mentre il
computer da cui scrivo è già andato in palla due volte
su due… Meglio l’altra, quella doppia? Forse sì, a parte
il piccolo particolare che la durata complessiva sarebbe inferiore
agli 80 minuti (e dunque sarebbe stato sufficiente un solo cd!), se
solo non fosse stata inserita, come ultima traccia (a proposito:
forse per ingannare l’acquirente distratto, nella tracklist esterna
viene indicata come numero 12, anziché 11!) del secondo
volume, niente meno che la versione originale de "Nel blu dipinto
di blu" di Modugno! Come se non bastasse, la stessa casa
discografica aveva usato proprio questo pezzo per concludere il
secondo volume dell’analoga raccolta di sette anni fa…
In altre parole (e, nella prima parte,
in riferimento anche a tutti gli altri punti precedenti): CONTINUANDO
COSÌ, ANCHE I POCHI IRRIDUCIBILI AFICIONADOS COME IL SOTTOSCRITTO
DIRANNO "BASTA", E PREFERIRANNO, AL LIMITE, SCARICARE (GRATIS,
S’INTENDE!) I BRANI IN RETE!!!
I PRONOSTICI DI VENDITA
Conoscendo già i dati della prima settimana, ho voluto provare a stilare una graduatoria dei singoli più venduti tra quelli dei brani partecipanti, escludendo quelli che (per quanto ne so) non sono usciti sul mercato: Nomadi, Povia, Oxa, Finizio.
1.
COM'È
STRAORDINARIA LA VITA – Dolcenera
2.
SVEGLIARSI
LA MATTINA - Zero Assoluto
3.
ESSERE
UNA DONNA – Anna Tatangelo
4.
LIBERI
DI SOGNARE – Gianluca Grignani
5.
L’ALFABETO
DEGLI AMANTI – Michele Zarrillo
6.
L’UOMO
DELLE STELLE - Ron
7.
NOI
NON POSSIAMO CAMBIARE – Ivana Spagna
8.
SOLO
LEI MI DÀ - Sugarfree
9.
CHE
BELLA GENTE – Simone Cristicchi
10.
…SOLO
CON TE – Alex Britti
11.
IRRAGGIUNGIBILE
– L’Aura
12.
SOLE
NEGLI OCCHI – Riccardo Maffoni
13.
LEI
HA LA NOTTE – Nicky Nicolai
14.
UN
ALTRO POSTO NEL MONDO – Mario Venuti & Arancia Sonora
15.
SPARIRÒ
– Luca Dirisio
16.
DI
LUNA MORIREI – Helena Hellwig
17.
CAPIRO’
CRESCERAI – Antonello
18.
PREDA
INNOCENTE – Tiziano Orecchio
19.
TEMPESTA
– Simona Bencini
20.
UN
MONDO SENZA PAROLE – Monia Russo
21.
UN
DISCORSO IN GENERALE – Noa, Carlo Fava & Solis String Quartet
Questi, invece, sono praticamente certo che non si vedranno tra i primi 50, neanche per una sola settimana:
• RIDO…
FORSE MI SBAGLIO – Ameba4
• NON
DIMENTICO PIU’ – Deasonika
• DAVVERO
– Virginio
• CON
UN GESTO – Ivan Segreto
• NEL
TUO MARE – Andrea Ori