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PRODOTTI TALMENTE VERI DA
SEMBRARE FALSI
segnalazioni del 25.04.2003
Questa è la stanza di bottomfioc.net
dedicata a quanto di più impensabilmente trucido sia mai venuto alla luce (ufficialmente!)
nel mondo dello spettacolo: dischi, film, spettacoli televisivi, pubblicità,
libri, gadget... Insomma, il motto è celeberrimo: "Niente Rimarrà Impunito".
Una raccomandazione: non chiamatelo "Trash" -ambigua ed ingrata codificazione
di gusto ancora più dubbio del ciarpame che identifica-. Si tratta, più
semplicemente, di un AltroMondo. Bizzarro.
ENJOY THE SILENCE
premiato
discount
cantanti afone
L'appetito vien mangiando.
Sicchè,
dopo uno Speciale dedicato interamente a Viola
Valentino, non potevamo non tributare adeguato merito anche a tutte
(o quasi) le altre Colombine del Sottovocalizzo. Come vere Maria Callas
del Sussurro, sono riuscite ad ergersi laddove nemmeno il Cinema Muto avrebbe
concesso loro cittadinanza onoraria: in cima alle Hit Parade. E non solo in
Italia, ma anche nel resto d'Europa e -talvolta- del mondo.
Non ci dilungheremo
sugli aspetti biografici delle Eterne Scantanti, ma ne presenteremo gli spunti
peculiari in modo che poi ciascuno possa proseguire la sua ricerca in maniera
autonoma.
in ordine alfabetico
- Amy & Alba
Bisogna essere
obiettivi: Alba (Parietti) non è comprovatamente tacciabile di afonia,
dal momento che nei suoi singoli la voce si sente. Peccato soltanto
che ogni volta sia diversa, a seconda del disco. Dunque, qual è veramente
la sua? Probabilmente quella di "Only Music Survives", l'unica
che si avvicini -con buona approssimazione- a quella di "Look Into
My Eyes", grossolano sfacelo di intonazione in cui nè lei nè il
suo compagno di sventura Amy (carnascialesco Boy George da Mercatino
di Senigallia) riescono ad azzeccare una nota nonostante non cantino,
ma parlino. La performance di Amy è disastrosa: anche alzando il volume
al massimo, si sentoni i fruscii del disco come se stesse eruttando
il Vesuvio, ma della sua voce non c'è traccia. Quando poi il microfono
passa ad Alba, che esegue il ritornello, oltre all'eruzione del Vesuvio
si avverte distintamente anche un gemito in lontananza, come quello
di una bambolina interattiva in fin di vita. Ma si tratta di
una bambolina interattiva, di Alba o del pubblico?
- Barbara d'Urso
Se chiedessimo
a Barbara d'Urso <<Ma tu cosa sai fare?>>, lei non esiterebbe
un solo secondo a risponderci <<Tutto>>. Giornalista, attrice,
cantante, e chi più ne ha più ne metta: avesse 18 anni, sarebbe la concorrente
ideale di "Amici di Maria de Filippi". Inchinandoci a
cotanta poliedricità, non possiamo però esimerci dal ricordare con quanto
sopraffino talento è riuscita ad interpretare "DolceAmaro",
brano difficilissimo, insidioso, a tratti inavvicinabile (come il suo
copione ne "La Dottoressa Gio", del resto). Ma perchè
non le hanno fatto cantare anche la sigla del GF3?
- Brigitte Nielsen
Come cantante
l'avevamo abbandonata alla fine degli anni 80, dopo gli exploit di "Every
Body Tells A Story" e di "Body Next To Body" in coppia
con Falco. E già sarebbero bastati questi per regalarle un posto di
tutto valore nel nostro Premiato Discount dell'afonia. Ma con "You're
No Lady" -canzone uscita su etichetta Universal solo per il mercato
italiano (chissà perchè?) ed interpretata con RuPaul (o chi per lei)-
è riuscita eroicamente a superarsi: sentirla pronunciare l'inciso <<Lady/I
could be wrong but I don't think that you're a Lady>> fa venire
i lacrimoni agli occhi. E alle orecchie.
- Carmen Russo
Per noi è un
punto di riferimento, per cui siamo disposti perfino a perdonarle il continuo
piagnisteo degli ultimi anni, durante i quali non ha mai smesso di accusare
il Governo di Sinistra di averla silurata dai Mass Media per motivi
strettamente politici (domanda: ma se così fosse, perchè in questi
ultimi due anni quegli stessi motivi non le sono valsi il ripescaggio
con il Governo di Destra?). Ci ha regalato autentiche perle di afonia assai
difficilmente
emulabili, tra cui è impossibile non ricordare "Sì", "Nuda",
"Camomillati Venerdì" e "Oh Jumbo Buana", tutte saldamente
unite da un comune denominatore: l'impercettibilità della traccia
vocale. In effetti, se fossero state cantate da Anna Oxa, probabilmente
non possiederebbero neppure la metà del loro fascino originale.
- Corinne
Personaggio che
non è riuscito neppure a diventare ufficialmente -non diciamo una Meteora-
ma una Nuova Proposta, nonostante un album suonato da Angelo Branduardi
e Luigi Schiavone. Pensare che il look da Jo Squillo avrebbe dovuto
aiutarla, e magari anche la possibilità che i cultori meno attenti la
scambiassero per Corinne Clery. Invece niente. Per comprendere il motivo
di cotanto inattaccabile anonimato è sufficiente premere Play sul lettore
cd ed ascoltare i suoi gorgheggi, verosimilmente con il Tantum Verde
ancora in bocca. E dunque, più che gorgheggi, gargarismi. Da non perdere
la canzone "Ghost",
in cui lei si immedesima nel personaggio di Demi Moore, ma fa la fine
di quello di Patrick Schwaize...
- Flavia Vento
Casomai ci
venisse in mente di fare un Torneo delle Afone con tanto di tabellone
tennistico, a lei faremmo sicuramente passare almeno il primo turno
d'ufficio. E un'ipotetica finale con Romina Power sarebbe roba da tie
break al quinto set. "Moreno" rimane a tutt'oggi il suo
unico disco, ma se potessimo fare qualcosa affinchè gliene facciano
incidere altri, ci mobiliteremmo in massa senza indugio alcuno: per
il buonumore è un toccasana. Altro che "Patch Adams". Riesce
a curare perfino la scarlattina (test clinici lo dimostrano), ed è stato
segnalato il caso di un malato terminale di depressione psicosomatica
che già al primo minuto della seconda traccia del cd singolo era andato
ad iscriversi all'Università e aveva pianificato le sue nozze. Noi l'avremmo
ribattezzata Flavia Wind, e le avremmo appioppato almeno un altro pezzo:
la cover di "Blowing In The Wind". No doppi sensi, please.
- Gianina Facio
Oggi compagna di
Ridley Scott, ieri aspirante soubrette in "Emilio", che le
regalò una popolarità sfruttata decisamente nel peggiore dei modi. Ovvero:
incidendo un disco. "One Two Three Four" -basettina spaghetti
house in stile 24Seven- vanta alcuni passaggi veramente ai confini della
realtà (così come il suo inciso di 10 secondi nella sigla di "Emilio"):
la canzunciella, che risulterebbe per il 99% delle cantanti vere un
banalissimo esercizio a difficoltà zero, per lei è inarrivabile. Naturalmente
messa al bando la parola 'acuto', non si riesce a sentire niente che
neppure ne sia una vaga suggestione. Come attrice, in confronto, vale
un Oscar.
- Kahimi Karie
In Italia non
la conosce praticamente nessuno, ma in Giappone ed in molti paesi extraeuropei
è una celebrità. Anche lei non vuole proprio saperne di produrre dei
suoni attraverso l'uso delle corde vocali, e la sua "Giapponese
A Roma" -al di là del fatto che non riesce proprio nell'obiettivo
di dipingere di Dolce Vita le invasioni turistiche dal Sol Levante-
rasenta picchi di surrealismo a metà strada tra Dalì e Megaloman. Dal
vivo (sulla sua 'Bespa') deve fare più ridere dello Zelig. Ma anche
in versione studio si difende piuttosto bene.
- Mandy Smith
Una delle Lolite
più celebri -e più sfortunate- degli anni 80. Prima di entrare in un
vicolo cieco di anoressia e matrimoni falliti, ci ha lasciato uno dei
grandi classici di tutti i tempi dell'afonia da hit parade: "I
Just Can't Wait". Certo, nelle intenzioni doveva essere una canzone
sensuale e provocante, ma nei risultati ha fatto quasi fatica a sembrare
una canzone e non (piuttosto) una base per karaoke. Che finiamo
per rimpiangere.
- Romina Power
La madre di
tutte le afone, con un invidiabile quid che faceva di lei l'Afona con
la A maiuscola: ogni due note ne steccava tre e ne nascondeva dieci. Ciò nonostante, con "Il
Ballo Del Qua Qua" le è persino riuscita l'impresa di passare alla
storia svincolandosi dalla consueta diceria che senza Al Bano non sarebbe
mai diventata nessuno. E se "Paolino Maialino" ne fosse
stato il follow up, anzichè la b-side, a quest'ora la gente organizzerebbe
ancora dei rave in suo onore. Invece, purtroppo, non la conosce quasi
nessuno, ed è un peccato: trattasi di pseudo-rap fuori tempo e fuori
tonalità, che fa venire voglia di sapere quali espressioni facesse
Romina con il viso mentre lo registrava. Questo per sorvolare sui ben più noti capolavori
di coppia, da "Sharazan" a "Oggi Sposi", da "Felicità"
a "Tu Soltanto Tu", da "Ci Sarà" a "Sempre
Sempre", fino all'apoteosi di "Cara Terra Mia" (Sanremo
89). Si canta dal vivo su base preregistrata, ma lei -agghindata come
Amii Stewart nella speranza che l'intensità della voce sia funzione del
look- sigla una performance ad un passo dal ventriloquio, con qualche
labiale in più. Il <<Come va? Come va? Tutto ok! Tutto ok!>>
completa l'opera, e i due sposini ritirano il terzo premio del Festival
sommersi dai fischi. Purtroppo, non afoni quanto chi li aveva motivati.
- Simona Tagli
Per un certo
periodo abbiamo fatto il tifo per lei: sembrava, infatti, la predestinata
a diventare la moglie di Alberto di Monaco, e visto il calibro della
pistola (Alberto), sarebbe di colpo ascesa ad eroina dei nostri sogni
più impensabili (nonchè di quelli di Alberto, che senza dubbio li pensa
ancora meno). Invece poi non se n'è fatto più niente, e lei ha seguito
la sua naturale vocazione artistica, che a più riprese l'ha portata
a cimentarsi con il mondo delle sette note. Oddio, sette è un numero
francamente esagerato. Diciamo che fa fatica ad arrivare a tre,
però bastano quelle tre a gratificare sia lei -che continua imperterrita-
sia noi -che ci sganasciamo dalle risate-. La vorremmo sentire anche
a Sanremo, dispersa a naufragare vocalmente 10 decibel al di sotto del
volume dell'orchestra, brani intensi e raffinati come "Bellissimo"...
- Stephanie
Stephanie chi?
La principessina ribelle sorella di Alberto e Carolina? Ma è veramente
lei? Confessiamolo: in quanti ce lo siamo chiesto nel momento in cui
"Ouragan" ha fatto la sua comparsa nei negozi di dischi? Non
potevamo credere alle nostre orecchie. Perchè una che sta già piena
di soldi e potrebbe fare la mantenuta per almeno un paio di generazioni
-cosa che sarebbe peraltro tornata a fare immediatamente dopo la parentesi
disco- deve a tutti i costi sfogare questa presunta velleità artistica
nemmeno fosse Mirelle Mathieu? In effetti. Qualcuno ha persino osato
sospettare che le canzoni (come non ricordare anche "Flash"
e "Fleurs Du Mal"?!?) che portano il suo nome siano cantate
da qualcun altro. Che si tratti di Alberto?
- Valerie Dore
Finchè le ha
prestato la voce Dora Carofiglio dei Novecento, tutto è filato liscio.
I suoi (di Dora) acuti erano a prova di Swarovski, per limpidezza
e delicatezza: come non ricordarseli in "The Night", "Get
Closer" e "It's So Easy", successi generazionali della
ItaloDisco anni 80? Poi, di colpo, le carrozze sono ritornate zucche,
i cavalli sono ritornati topi, e Valerie Dore è ritornata Monica Stucchi,
di professione prestavolto. Le piume vocali di Monica, però, hanno
consistenza aeriforme, e il progetto comincia ad evaporare, nonostante
una sferzata ipnocaballerizza nell'immagine e nel concept. "King
Arthur" e "Lancelot" -confrontate alle precedenti uova
d'oro (o, meglio, alle precedenti uova Dora)- suonano verosimilmente
imbarazzanti. Un fraseggio talmente flebile da rasentare gli ultrasuoni:
gli stessi che ci riecheggiano in mente ancora oggi.
si ringraziano per i suggerimenti
ed il materiale: Carmelo, Drastik Queen, Fabio 76, Jin,
Marco di Renzo e Susanna
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