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PRODOTTI TALMENTE VERI DA
SEMBRARE FALSI
segnalazioni del 03.09.2003
Questa è la stanza di bottomfioc.net
dedicata a quanto di più impensabilmente trucido sia mai venuto alla luce (ufficialmente!)
nel mondo dello spettacolo: dischi, film, spettacoli televisivi, pubblicità,
libri, gadget... Insomma, il motto è celeberrimo: "Niente Rimarrà Impunito".
Una raccomandazione: non chiamatelo "Trash" -ambigua ed ingrata codificazione
di gusto ancora più dubbio del ciarpame che identifica-. Si tratta, più
semplicemente, di un AltroMondo. Bizzarro.
COSA RESTERÀ DI UN'ESTATE CALDA?
Da metà maggio a fine agosto non
si è letteralmente parlato d'altro. I telegiornali, solitamente a secco di notizie
durante il periodo estivo, hanno pescato il più provvidenziale dei jolly:
servizi da 29 minuti (il restante minuto era occupato dalle previsioni del tempo)
su quale inarrestabile avanzata di caldo tropicale avesse investito l'Italia
e l'Europa -senza intuire, per esempio, che l'avanzata di "Bring Me To
Life" degli Evanescence era perfino peggio-.
Saranno anche stati tre
mesi torridi, ma certo è che la presunta crisi alimentare dovuta alla mancanza
di acqua ha colpito tutti tranne i mass media, che ci hanno mangiato con morboso
piacere. Ma in fondo di terra bella uguale non ce n'è: in Italia va di moda
lamentarsi sia per qualsiasi cosa, sia per il suo esatto opposto. Non più
di un anno fa, infatti, l'allarmismo riguardava le piogge torrenziali cadute
ininterrottamente da luglio a settembre, con fatturati pessimi per l'industria
del turismo ed un diffuso senso di frustrazione serpeggiante tra quanti non
aspettano che l'estate per concedersi due cazzutissime settimane di vacanza
con la famigliola.
Senza contare che, al primo acquazzone con i controcoglioni
sceso alla fine di agosto, immediatamente la situazione si è capovolta: ha cominciato
a fare troppo freddo. Del resto, ci sono solo due cose che gli italiani vorrebbero
poter telecomandare esattamente come si fa con la televisione: la schedina e
il meteo. Fondere le due cose insieme, ed organizzare scommesse sulle previsioni
del tempo potrebbe essere un interessante artificio per risollevare il disastrato
Totocalcio.
E, dunque, da metà maggio a fine
agosto non si è letteralmente parlato d'altro.
O forse di qualcos'altro si
è parlato? Ebbene sì. Non di molto, ma quanto bastava per prendersi una bella
boccata d'aria fresca ogni tanto. Ovvero...
1. CRISTINA D'AVENA SI SENTE DISCRIMINATA
In un'intervista pubblicata sul numero 23 di TV Sorrisi & Canzoni, Cristina d'Avena dichiara (testualmente)
So recitare, per esempio. Ma lo sa che la fiction "Love Me Licia", della quale ero protagonista, faceva quasi 5 milioni di spettatori nel preserale? Davamo fastidio anche al Tg5. Ricordo che l'allora direttore di Rete, Giorgio Gori, mi telefonava per farmi i complimenti. [...] Io sono un pezzo di storia della televisione italiana. Faccio questo mestiere da 20 anni. Ho venduto quattro milioni di dischi. Fare i provini come un'aspirante velina mi pare umiliante. Diciamo che mi sono proposta. In fondo, grazie alla fiction, oggi viene data una chance a tutti. O quasi. [...] Non capisco, io non ho mai pestato i piedi a nessuno. Non chiedo tanto, in fondo. Voglio solo essere messa in condizione di provare ciò che valgo.
E alla domanda del giornalista Alex Adami, che le chiede <<Ha in mente una fiction in particolare?>>, Cristina risponde (testualmente)
Ultimamente ne ho viste di interessanti. "Un Medico In Famiglia" sarebbe perfetta per me, sono iscritta a Medicina. Non ho pretese particolari, però. Chiedo solo che mi facciano fare un tentativo.
Ora, è chiaro che
un dramma occupazionale di questa portata affossa quelli di qualunque altra
persona senza lavoro, oppure sottopagata e sfruttata a sangue, oppure -ancora- licenziata
'senza motivo' perchè si è rifiutata di scendere a compromessi (sopra la scrivania)
col pappozzo di turno.
Cioè: qui ci troviamo di fronte ad un'artistA con
la A maiuscola (l'ultima) che sa recitare, che ha venduto quasi 4 milioni di
dischi, che ha ricevuto le telefonate di Giorgio Gori e che, diciamo, si è proposta
ma -dopo 20 anni di carriera col titolo di 'Pezzo di Storia della Televisione
Italiana'- è stata poi brutalmente fagocitata, boicottata ed azzerata dal
Sistema, che attualmente prevede soltanto umilianti provini per aspiranti veline.
Ed
è anche un dramma sociale, perchè Cristina si sente 'discriminata'. Non banalmente 'sottovalutata',
proprio 'discriminata'. E allora, discriminati di tutto il mondo, unitevi e
gioite: da oggi c'è chi sta peggio di voi. In virtù degli angoscianti problemi
di Cristina d'Avena, i vostri diventano piccole gioie quotidiane. Emancipatevi
dall'incubo delle passioni, e tornate a sorridere...
Sì: bisogna aiutare
Cristina d'Avena.
In che modo?
Magari scrivendole e facendole capire che
sono 20 anni che monopolizza il mercato delle Sigle Tv (facciamo un passo indietro.
Prima di Cristina d'Avena:
Rocking Horse, I Cavalieri Del Re, Actarus, Lino Toffolo, Gianni Morandi, Nico
Fidenco, I Ragazzi Dai Capelli Rossi, Giorgia Lepore, Katia Svizzero, La Banda
Dei Bucanieri etc. etc. etc.. Dopo
Cristina d'Avena: Manuel
de Peppe -1 sigla- e Giorgio Vanni -una decina di sigle, di cui la metà con
Cristina d'Avena-) e non solo, mentre centinaia di migliaia di cantanti almeno
altrettanto meritevoli (che non chiedono tanto, in fondo. Vogliono solo essere
messe in condizione di provare ciò che valgono) fanno del PianoBar alla Festa
dell'Unità intercondominiale oppure cantano ai matrimoni, perchè a loro
il famoso 'tentativo' non è mai stato concesso. E che durante questi 20 anni,
le hanno perfino fatto ricantare -con risultati atroci- perfino
canzoni storiche come quella di Candy Candy, di Lady Oscar e di Holly &
Benji, perchè altrimenti un cartone animato ogni 370 rischiava di non portare
il suo proverbiale tocco di classe.
E magari facendole capire che in condizione
di provare ciò che vale, dunque, lei ci è già ampiamente stata messa (does
anyone remember "Serenate"? Prima serata su Rai2 con Andrea Pezzi
e, appunto, Cristina d'Avena: un fiasco più unico che raro a rischio di chiusura già
dopo la prima puntata, e durato comunque poco di più).
Quanto ai quasi 4 milioni di dischi -contando che ne ha incisi
più o meno 400mila, la matematica suggerisce che abbia dunque venduto circa
una decina di copie a disco-, potrebbe allora tranquillamente viverci di rendita
e laurearsi in Medicina (proprio come migliaia di laureati in Medicina attualmente
disoccupati), visto che è iscritta da 20 anni e che una Laurea in Medicina non
serve solo per recitare in "Un Medico In Famiglia", ma magari per
salvare qualche vita umana laddove ce ne sia bisogno.
Sì: bisogna aiutare Cristina d'Avena.
si ringrazia Marco di Renzo per la segnalazione
2. NATALIA ESTRADA È CADUTA DA CAVALLO
Sul numero 25 di Gente, all'interno della rubrica/contenitore "Da Tutto Il Mondo", la notizia dell'incontro tra Bush, Sharon ed Abu Mazen occupa mezza paginetta: 21 righe di trafiletto e un paio di foto. Qualche pagina dopo, sempre all'interno della medesima rubrica/contenitore "Da Tutto Il Mondo", troviamo invece (giustamente) una intera pagina dedicata alla disastrosa, devastante, catastrofica caduta da cavallo (mica dal decimo piano di una casa popolare, come gli operai edili costretti a lavorare in nero senza imbracatura per avere 1 euro in più di stipendio all'ora) di Natalia Estrada, raccontata sin nei minimi dettagli dall'ex marito Giorgio Mastrota.
Beh, è chiaro: un summit che riunisce due nemici storici dell'affaire mediorientale è una notizia positiva, e dunque va trattata superficialmente. La caduta da cavallo di Natalia Estrada, invece, è un evento sciagurato ed apocalittico, e richiede una dovizia di particolari da manuale di anatomia, in modo che a nessuno sfugga la burrascosa gravità del problema. In questo caso, però, il cronista ci tranquillizza che ora Natalia sta meglio, e nel giro di un mese dovrebbe riprendersi.
Pertanto: bisogna aiutare Cristina d'Avena.
3. A VANESSA GRAVINA NON PIACE IL SUO SENO
La cosa curiosa di questa terribile
faccenda è che la stessa diretta interessata minimizza, mentre Gente,
nel numero 27, la segnala addirittura in copertina.
Insomma: la bellissima
Vanessa soffre del complesso del seno piccolo, ed è fermamente intenzionata
a ritoccarlo chirurgicamente. Lo farà tra un anno, quando la chirurgia avrà
messo a punto un tipo di intervento in anestesia locale, meno cruento e più
naturale del solito. Fin qui, niente di male, anzi: tanto di cappello a chi,
tra centinaia di colleghe rifatte dalla testa ai piedi, almeno ha il coraggio
di ammetterlo serenamente.
Ma se Vanessa si opererà tra un anno, perchè dedicarle
una copertina su questo argomento oggi? Semplice: perchè dobbiamo abituarci
all'idea. Se ci mettessero davanti al fatto compiuto, è chiaro che molti rimarrebbero
spiazzati, attoniti, in debito di ossigeno. Così, invece, abbiamo fino al 2004
per consultare psichiatri e terapeuti, e farcene una ragione.
E mentre ci sforziamo con tutte le nostre risorse di resistere allo shock, sì: bisogna aiutare Cristina d'Avena.
4. ROBERTO ANGELINI ODIA I CLONI
Misericordia. Da una parte il
dramma che sta vivendo il povero Roberto Angelini è di quelli che non possono
certo lasciare indifferenti (soprattutto, non dovrebbe lasciare indifferente
lui perchè lo riguarda MOLTO strettamente da vicino), ma -dall'altra- viene
da pensare che certa gente dovrebbe imparare a parlare solo in presenza di un
avvocato, per evitare che ciò che dice non le si ritorca immediatamente contro.
In
un'intervista a Mediaset On Line, il nostro simpaticissimo e modestissimo
eroe -un incrocio da bancarella del pesce tra Enrico Silvestrin e Tiziano
Ferro, con una sensualissima aria alla <<Ci vediamo fuori>>
che conferisce caleidoscopiche sfumature al suo sguardo da triglia affumicata-
alla domanda "Cosa non sopporti, musicalmente parlando?" dichiara
(testualmente)
I cloni. Ammetto di ascoltare molta musica, R&B e non solo ma non copio mai. Una idea, uno spunto tratti da una canzone li stravolgo e faccio mia la musica. Non come Paolo Meneguzzi… Perché continua a far quella musica?
Ora, verrebbe quasi da replicargli:
e tu perchè hai cominciato?!? Non te lo ricordi che due anni fa a Sanremo facevi
tutt'altro genere di musica, prima di scoprire che "Rosso Relativo"
aveva venduto 500mila volte più di quello che avevi venduto tu?!?
Ma ecco
come si giustificherebbe il diretto interessato:
Non parliamo della fase Sanremo, preferirei approfondire il nuovo lavoro discografico
Eh, ma il punto è questo: avresti dovuto approfondirlo un altro po' PRIMA che uscisse, visto che è tutt'altro che nuovo. Ma ecco la clamorosa rivelazione:
Ammetto di essere contraddittorio. Quando ho partecipato a Sanremo mi hanno definito il “nuovo cantautore della corrente New Acoustic”, poi con questo album ho virato verso generi diversi. Penso che questo mio atteggiamento così scostante sia dovuto al fatto che sono figlio di genitori divorziati. Ammetto di aver avuto sì un padre ma una madre che faceva più il padre. Insomma due forti input ma diversi tra loro.
Neanche un bambino di 6 anni sarebbe riuscito a confezionare una scusa più surreale di questa. Sapevamo che essere figli di genitori divorziati potesse procurare squilibri, malcontenti, sfiducia nell'idea di famiglia e scompensi caratteriali, MA CHE POTESSE FARE IN MODO CHE UNA PERSONA SI SVEGLI LA MATTINA E PENSI <<SE NON SCOPIAZZO TIZIANO FERRO NON VENDO UN DISCO>> PROPRIO NON LO SAPEVAMO.
Adesso, oltre a Cristina d'Avena, bisogna aiutare anche Roberto Angelini, prima che nel prossimo album decida di clonare Vasco Rossi perchè i suoi genitori sono divorziati.
si ringrazia Junpy per la segnalazione
5. LA FERILLI NON PUÒ SPOSARSI
Titolo in grassetto sul numero
28 di Eva Tremila, con box "Il dramma di Sabrina".
Leggiamo
poi, all'interno del rotocalco, che <<Lui è ancora sposato con la prima
moglie. Eppure le nozze con la Ferilli erano state annunciate>>. Dio mio,
e adesso?!? Forse il semestre di Presidenza italiana al Parlamento Europeo riuscirà
a riportare un po' di chiarezza e di serenità in questa tragica e devastante
situazione? Noi ce lo auguriamo, perchè, se è vero che le nozze erano già state
annunciate, invitati e paparazzi staranno aspettando con il nodo in gola che
questo thriller kubrickiano si risolva nel migliore dei modi.
E mentre la Ferilli, gli invitati e i paparazzi aspettano, cerchiamo di aiutare Cristina d'Avena e Roberto Angelini.
6. LA CANALIS SI È STANCATA - ULTIMATUM A VIERI
Alleluja. Abbiamo dovuto aspettare fino al 4 luglio, ma finalmente -se Dio vuole- il vero flagello estivo del popolo italiano tutto è esploso nella sua effettiva purulenza. Dopo alcune avvisaglie, dopo alcuni tira e molla timidi e poco convincenti, sul numero 28 di Visto la Canalis dichiara (già a partire dalla copertina)
Così non si può andare avanti, basta lasciarmi sola. Elisabetta Canalis in Sardegna, Vieri a Milano Marittima. Sta per naufragare di nuovo il loro amore.
Non è proprio possibile proclamare
un Lutto Nazionale? La gente ha il cuore in gola, non riesce più a lavorare,
a studiare, a vivere. Finchè la love story tra Elisabetta e Bobo non troverà
una soluzione (qualunque essa sia), nessuno potrà dichiarare di non essere profondamente
condizionato -fino nel profondo dei più intimi gesti- da questa esasperata incertezza.
Nessuno. E ciò che più preoccupa è che, per l'ennesima volta, questo sia 'solo
l'inizio' e non una fine.
È terribile, inquietante, claustrofobico. Ci manca
l'ossigeno. Cosa deciderà Elisabetta?
E soprattutto: dov'è finita, nel
frattempo, Maddalena?
Speriamo stia consolando Cristina d'Avena e Roberto
Angelini.
7. FA TROPPO CALDO PER GUARDARE "THE BACHELOR"
Ormai è lo sport preferito degli
italiani: se fa freddo, ci si lamenta del freddo, se fa caldo, ci si lamenta
del caldo. Tutto questo perchè, naturalmente, <<non esistono più le mezze
stagioni>>. Senza contare che le stesse persone che da due mesi a questa
parte vanno invocando il proverbiale acquazzone estivo, forse dimenticano che
è bastata un'ora di diluvio -il 5 luglio- per bloccare completamente la circolazione
a Milano (mica a TorreBroccola) e per lanciare attraverso tutti i telegiornali
disperati allarmi contro esondazioni e allagamenti.
Ad ogni buon conto, che
le temperature torride giovino poco alle campagne, ai raccolti e all'economia
idrologica è cosa legittima e risaputa. Ma che giovassero poco anche ai palinsesti
tv proprio non lo sapevamo. Dopo il più che prevedibile flop di "The Bachelor-L'Uomo
Dei Sogni" (il Grande Fratello delle aspiranti mantenute, chiuso con due
settimane di anticipo visto l'imbarazzante responso dell'Auditel), la giustificazione
del team di produzione è stata che faceva troppo caldo affinchè i giovanissimi
-supposto target del programma- passassero la serata davanti alla televisione.
Peccato che, invece, "Festivalbar"
e "Top Of The Pops" -pure indirizzate ad un pubblico di giovanissimi-
funzionino senza particolari problemi.
E ancora: come si può pensare che
i giovanissimi siano interessati ad una gara fra 20 jenette esagitate e disposte
a tutto pur di arraffarsi lo yuppie di turno o, alla peggio, di centrare il
grande salto nel mondo di Velinia senza dover muovere un dito? Una cosa del
genere non può per principio fregare mezza sega nè ai giovanissimi, nè
ai giovani, nè ai giovincelli, nè ai giovani dentro.
La cosa più triste è
che si continuano a spendere miliardi per acquisire format stranieri che in
Italia non hanno NESSUNA chance di successo (evidentemente la lezione di "Survivor"
non era bastata), senza minimamente dare modo ai nuovi talenti di mettersi in
luce. Anche perchè, purtroppo, quando un programma fa fiasco, nessuno di chi
lo ha prodotto e concepito rischia minimamente il posto di lavoro -cosa che
in fabbrica succede invece più spesso se uno sbaglia anche solo ad avvitare
male un bullone su 300mila al giorno- per manifesta inettitudine.
Speriamo almeno che i restanti
3000 reality show importati sic et simpliciter dagli USA ed annunciati per la
prossima stagione vadano in onda quando farà meno caldo. Senza dimenticare che
quelle tra la mezzanotte e le tre del mattino sono le ore più fredde del giorno.
E
senza dimenticare che, per presentarne almeno uno, c'è sempre disponibile Cristina
d'Avena (che è anche iscritta a Medicina).
8. LE COPPIE OMOSESSUALI SONO DANNOSE PER LA SOCIETÀ
Ne sentivamo la mancanza: in uno
dei momenti più involutivi e decadenti della storia d'Italia, il Vaticano
pensa bene di lanciare il suo periodico proclama contro i gay -e questa volta
senza la minima contestualizzazione circostanziale- appellandosi perfino alla
classe politica dirigente, affinchè faccia tutto ciò che può per estirpare questa
pestilenziale piaga del 21esimo secolo.
Se non ci fosse da piangere, se ne
potrebbe perfino ridere.
Insomma: alla Chiesa non interessa nulla di cosa
sia realmente sotteso all'intimo concetto di 'coppia', 'unione' e 'famiglia'.
No, alla Chiesa interessa soltanto che i matrimoni vengano celebrati tra un
uomo e una donna (per esempio, quelli che si accoppiano con "The Bachelor").
Punto. È una storia vecchia come il cucco, e non ci interessa minimamente elencare
le canoniche obiezioni a questa medievale, ipocrita e -soprattutto- grottesca
presa di posizione. Se al Vaticano piace sprecare il fiato, a noi non piace
affatto (nè tantomeno i polpastrelli sulla tastiera).
Ci limitiamo a
rilevare che tutto questo rumore gratuito intorno alla questione suona,
francamente, un po' sospetto. Un vecchio proverbio recita: <<Gallina che
canta ha fatto l'uovo>>. E infatti viene da chiedersi: ma possibile che,
ammesso e non concesso che il Vaticano abbia una minima percentuale di plausibilità
nell'immischiarsi di questioni politiche e sociali che riguardano uno stato
LAICO ed INDIPENDENTE, siano proprio sempre e soltanto gli omosessuali ad interessargli
tanto?
Posssibile che la discriminazione di Cristina d'Avena non suoni loro più terribilmente gravosa?
:
il
trionfo della memoria :
LO
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