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PRODOTTI TALMENTE VERI DA SEMBRARE FALSI
segnalazioni del 29.02.2004
 

Questa è la stanza di bottomfioc.net dedicata a quanto di più impensabilmente trucido sia mai venuto alla luce (ufficialmente!) nel mondo dello spettacolo: dischi, film, spettacoli televisivi, pubblicità, libri, gadget... Insomma, il motto è celeberrimo: "Niente Rimarrà Impunito".
Una raccomandazione: non chiamatelo "Trash" -ambigua ed ingrata codificazione di gusto ancora più dubbio del ciarpame che identifica-. Si tratta, più semplicemente, di un AltroMondo. Bizzarro.


"POTRESTI ESSERE TU"
cronistoria semiseria della carriera di Jo Squillo

testo a cura di Roberto Traetta

 

Giovanna Coletti, in arte Jo Squillo, può vantare un curriculum artistico ricco e variegato da far morire d'invidia perfino artisti del calibro di Patrizia Pellegrino.
Nel lontano 1979 fonda il gruppo rock-punk Kandeggina Gang, formazione composta esclusivamente da ragazze armate di cazzottiere e giubbotti in pelle. Il suo primo album da solista, datato 1981, porta un titolo che ha il sapore di una minaccia: “Girl Senza Paura”. E se Jo non ha paura di nulla, anche chi ascolta il disco deve dimostrarsi almeno altrettanto temerario.
Ciononostante, questo scricciolo di donna anticonformista e scatenata riscuote secchiate e secchiate di consensi dalla critica musicale dei primi anni '80, fino ad essere premiata come Cantante Femminile Rivelazione al XIII Premio Nazionale Parolieri Italiani. Seguono altre fatiche discografiche che (manco a dirlo) sempre a fatica fanno irruzione nelle charts nazionali, mentre diventano più pressanti e lusinghieri gli impegni live in tutta Europa: dalla Russia alla Germania, passando per Austria e Cecoslovacchia.

Nel 1988, con l'album “Terra Magica”, Jo cresce umanamente e vira su tematiche d'impatto sociale: una tra tutte, l'ecologia. E, oltre ad essere ormai una realtà musicale consolidata, si rivela un'artista di tendenza, attiva promotrice di battaglie sociali contro la droga e in favore dell'ambiente.
Giunge puntualmente anche l'anno della riflessione: nel 1990 tira le somme della sua carriera con l'uscita della raccolta "Tracce 80/90", greatest hits dei suoi più grandi successi (e insuccessi) rimasterizzati in dolby stereo.

E Sanremo? Come no! Esattamente nel 1991. Presenta "Siamo Donne", sfrontato inno femminista che rivendica un ruolo più centrale e dignitoso per la donna, in una società di uomini superficiali. Una curiosità: Jo canta in coppia con la bomba sexy degli anni 80, Sabrina Salerno, che -per l'occasione- si esibisce in costume da bagno. L'accoppiata trash è tra le più singolari: Jo sembra un menu per vegetariani (fisico da grissino, seno da piadina romagnola e acconciatura cotonata e mesciata tipo insalata riccia); Sabrina, al contrario, è il solito banco di beneficenza. Pettegolezzi a parte -o forse proprio grazie a questi-, il pezzo fa sensazione, anche in termini di vendite, e diventa la canzone più guardata della storia del Festival.

Jo, tuttavia, sente che non ha ancora raggiunto il picco massimo di creatività. Per questo, l'anno seguente, è tra i candidati partecipanti a Sanremo anche l'anno seguente. Ma il destino le riserva amare sorprese: "Me Gusta Il Movimento", alla vigilia della kermesse, viene escluso dalla gara. Pare che il pezzo sia stato eseguito dal vivo di fronte alle telecamere di un talk show di un'emittente privata l'estate precedente. Scoppia lo scandalo. Risultato: Jo non canta, ma vince il suo Festival sul piano del presenzialismo televisivo.
Sull'onda del baccano sollevato dall'esclusione last minute, il suo LP "Movimenti" vendicchia perfino qualche copia in più rispetto alla produzione precedente, stazionando addirittura tra la 40esima e la 50 esima posizione (e facendo meglio di Pupo, che viene chiamato a rimpiazzare Jo).

Morto un Sanremo se ne fa un altro. Giovanna non si dà per vinta, e nel 1993 è nuovamente nel cast con un brano impegnato come "Balla Italiano", a cui farà eco l'album omonimo, denso di atmosfere techno-rock di periferia. Il pezzo sanremese, tuttavia, risulta sciatto e scontato oltre ogni previsione, e certo non lo aiutano troppo neppure le allusioni di carattere politico. Sì, perchè -nelle intenzioni- "Balla Italiano" è un appello accorato che Jo Squillo lancia dal Palco dell'Ariston ai nostri politicanti, freschi reduci dal terremoto di Tangentopoli. Come dire: balla italiano, non ti resta altro da fare. Ma il brano sembra scritto per essere dimenticato il giorno dopo: nella classifica generale della gara non si qualifica tra i finalisti e rimane -completamente inascoltato- nelle retrovie, senza riuscire ad attaccarsi in testa nemmeno con il Bostik. E il mercato piange.

Da allora Jo va ad allargare le fila delle desaparecide del Festival, e il suo mondo musicale piomba in un cono d'ombra dal quale tenta di uscire con la pubblicazione -all'insaputa di tutti- dell'album "2pLa+xy=NOI". Questo coraggioso esperimento discografico post-sanremese vale a dimostrare che la voce nasale di Jo Squillo, priva di elementi di virtuosismo ma versatile e gradevole, è sufficientemente intonata e soprattutto non anonima come tante altre in circolazione. Una voce che rende passabile un repertorio non proprio memorabile.

Nel frattempo, Jo si scopre soubrette piena di risorse ingegnose e creative che le permettono di affrontare la conduzione di programmi di moda e attualità, nonchè di quizzetti eventuali e vari che rimagono in bilico tra l'oblio e l'equazione 2pLa+xy=NOI. Ma, implacabile come una minaccia, il canto torna ad ammaliarla: nel '97 esce il cd singolo “A natural woman”, versione drum & bass del motivo di Aretha Franklin, che è già un oggetto cult tra i collezionisti di rarità discografiche.

 


: il trionfo della memoria :
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