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• NEW KIDS ON
THE BLOCK • numero
componenti: 5 Dagli all'untore!
Altro che Beatles, altro che Duran Duran, altro che Bros... È tutta colpa loro
se le boyband hanno cominciato a riprodursi come funghi a partire
dalle ultime scorie di anni 80! Sono stati i New Kids On The
Block, infatti, a depositarne per primi il codice genetico
così come si è poi trasmesso anche a tutta la loro discendenza:
facce da premio 'Macho Oil Of Olaz', data di scadenza inferiore
ai 5 anni dalla data di produzione, coreografie 'Se sapessi
ballare davvero farei il ballerino' e repertorio 'Se sapessi cantare
davvero non avrei bisogno di mettere in scena le coreografie di
cui sopra'. Più qualche miliardo di fans assatanate e una manciata
di hit, tra cui "Tonight". Massimo rendimento col
minimo sforzo.
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• TAKE THAT • numero
componenti: 5 La
quintessenza del Fenomeno di Merchandising: uno squilibrio ormonale
di riviste, libri, diari, poster, gadget, felpe, t-shirt, sciarpe,
borse, portafogli, bambolotti, comics e chi più ne aveva più ne
metteva. Compreso qualche disco ogni tanto, giusto per poter dichiarare
«Ci rifiutiamo di essere considerati una teenband: noi scriviamo
da soli le nostre canzoni e siamo artisti veramente completi!».
Quanto fossero completi, lo hanno dimostrato nel momento in cui
si sono sciolti. Il solo Robbie [iniziatore di un altro fenomeno:
quello dell'ammutinamento stile «Non ce la facevo più a comportarmi
come una marionetta in mano ai produttori...»] è rimasto
qualcuno; gli altri ci hanno provato a vanvera -perfino con il "Grande
Fratello"-.
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• EAST 17 • numero
componenti: 4 [poi 3] Una
bomba rimasta praticamente inesplosa. Dovevano essere per i Take
That ciò che gli Spandau Ballet erano per i Duran Duran, invece
sono stati appena qualcosa in più di ciò che, per i Duran Duran, erano stati
i Drum Theatre: cloni un po' meno belli, un po' meno bravi e un
po' meno vincenti. Diversi dai Take That erano lo stile, vagamente
più incisivo e metropolitano, e il sound, decisamente più colorato.
L'album "Steam", nel suo genere, non era poi così male.
Scioltisi nel 96, tornarono insieme [senza Brian Harvey] nel
99 con il nome di E17 per un'episodica "Resurrection". Il loro album "Up All Night", nella classifica
di TV Sorrisi & Canzoni, era stato addirittura scritto con il titolo "Apple
Night": oltre ai danni, la beffa.
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• WORLDS APART • numero
componenti: 5 [poi 4] Scatenatissime
fan dei bravissimi Worlds Apart di tutto il mondo [appunto], unitevi!
Allmusic.com dedica ai vostri fenomenali eroi la miseria di 2 righe
di biografia -una per ogni album che hanno inciso, evidentemente-,
e nemmeno una foto... Dovete assolutamente insorgere contro questa
operazione di plateale razzismo motivata dal fatto che tra i membri
del gruppo ce ne fossero due mulatti!!! Come dite? Non ci sono più
scatenatissime fan dei bravissimi Worlds Apart? Cioè... non ce ne
sono mai state?!? Ma perchè non erano scatenatissime le fan o perchè
non erano bravissimi i comunque bellissimi Worlds Apart?!? [Sob!
In che inconcludente modo ci siamo giocati anche noi le poche
righe a loro disposizione...]
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• BOYZONE • numero
componenti: 5 Irlandesi
e melassati come pochi altri, sono rimasti per anni nell'ombra di
Backstreet Boys e Five senza mai riuscire ad accattivarsi simpatie
da Curva Sud come i loro ben più dinamici concorrenti. Un duetto
con gli U2 ["The Sweetest Thing"], uno con Max Pezzali
["Tenendomi"], una paccottiglia di cover e il brano
"Picture Of You": questa la loro eredità ai posteri. Anzi,
no. Ronan Keating, in fondo, è stato uno dei pochi boys senza band
che qualcosa ha combinato anche come solista. Ma andrebbe ricordato
anche Stephen Gately, che prima di pubblicare il suo
album "New Beginning" ha avuto il coraggio di dichiararsi
gay. E di alludere al fatto che ce ne fossero parecchi, in mezzo
a questi playboy da operetta...
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• ULTRA • numero
componenti: 4 Nel
98 sembrava dovessero [o volessero] diventare i nuovi Duran Duran,
perchè «Non siamo affatto una boyband: siamo musicisti veri e
ci ispiriamo al pop degli anni 80!». Oggi non ne è rimasta traccia
se non, forse, nelle soffitte e nei ripostigli di qualche ex
fan in ex squilibrio ormonale per i loro 4 bei musini e il loro
singolo "Say It Once", l'unico ad avere goduto in Italia
di un certo successo. Al di là di ciò che volevano millantare da
copione, l'originalità non era certo il loro forte: per inventarsi
il nome del gruppo avevano buttato un occhio ad un album dei Depeche
Mode, e nella scelta dei titoli si passava da "Say It Once"
a "Say You Do". Un unico album con 10 canzoni all'attivo,
poi l'oblio. E la foresta amazzonica ringrazia.
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• HANSON • numero
componenti: 3 Il
loro esordio sulle scene aveva destato talmente tanto scalpore che
ci fu addirittura chi parlò di 'istigazione alla pedofilia'. Cos'avevano
di tanto strano? Il fatto di essere tre fratelli minorenni [16,
13 e 11 anni] con una sessualità diafana ed indistinta -la domanda
ricorrente era «Sono 3 maschi, 3 femmine, 2 maschi e una femmina
o 2 femmine e 1 maschio???». Dal punto di vista del marketing,
loro erano quelli del «Noi non siamo affatto una boyband, noi suoniamo
musica
rock!», e, forse per questo, in Italia sono sempre rimasti fermi
ai box -se si esclude il singolo "Mmmbop"-. Buone notizie
per le loro vecchie sostenitrici, comunque: gli Hanson hanno appena finito
di incidere un nuovo album, dal titolo "Underneath". Evvai.
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• BACKSTREET
BOYS • numero
componenti: 5 Lo
Stato dell'Arte della condizione post-Take That. Coloro che
ne hanno riempito a tutti gli effetti il vuoto, in classifica e nei
teenmagazine, per almeno quattro anni ininterrotti. Poi, come
da copione, l'inizio della discesa, con il deludente [ma qualcuno
si aspettava sul serio qualcosa dai Backstreet Boys?] album "Black
& Blue", le solite ambizioni da solisti -a Nick Carter,
ex 'superbellissimissimo' del gruppo non è andata granchè bene,
almeno finchè non ha incontrato Paris Hilton passando a miglior...
occupazione-, il ricambio generazionale delle fans, l'arrivo dei Blue ad
eclissarne lo stellone e quant'altro. In casi come questo, comunque,
ci togliamo il cappello: finchè ha funzionato, ha funzionato
alla perfezione.
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• 'N SYNC • numero
componenti: 5 Una
boyband che, evidentemente, è servita di più al cinema che alla
musica, vista la carriera che hanno fatto i suoi ex componenti dopo
lo scioglimento. Anche se Justin Timberlake, per qualche frazione
di secondo, sembrava potesse far vacillare il trono di Robbie Williams
come 'miglior ammutinato di una boyband', prima di accasarsi con
Cameron Diaz e tentare anche lui il piccolo salto sul grande schermo.
Di loro ha sorpreso la metamorfosi tra il primo album [1998], dove
erano poco più che sciacquette con l'hobby del falsetto, e
l'ultimo [2001], dove invece sembravano già consumati superdivi
alle prese con spleen ed eccesso di montepremi. Erano passati 3 anni.
Alla faccia della lenta maturazione.
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• 911 • numero
componenti: 3 Questi
è una vita che aspettiamo che ci confessino dove li hanno raccattati
e -soprattutto- in virtù di quale criterio. Forse i loro produttori
pensavano a creare l'ennesima boyband di 5 elementi, ma si erano presentati
al provino personaggi talmente improponibili che li hanno costretti
ad abbassare il cut off a 3 e ad accontentarsi di un simile
racchiume. Segno che, se non altro, 'sapevano cantare davvero' veramente?
Neanche per sogno. Zero. Un caso più unico che raro nella storia
del pop preconfezionato. Che in Italia qualcuno ha più o
meno apprezzato per il singolo "More Than A Woman", e
in Inghilterra anche per qualcosa in più che ne ha motivato un
Greatest Hits. Molto prossimo [come loro] all'atrocità totale.
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• WESTLIFE • numero
componenti: 5 Scoperti
[e prodotti] da Ronan Keating dei Boyzone nel 99, i Westlife hanno
ancora oggi una parvenza di intermittente attività, sebbene -tra
rughe ed occhiaie- la loro immagine non sia più minimamente
competitiva, e dunque nemmeno il loro ruolo nel panorama musicale.
Passeranno, in qualche arcano modo, alla storia per essere stati
capaci di totalizzare, nella loro pluriennale discografia, un 110%
con Lode di lagne e bedtime stories, scoprendo il significato
della parola 'batteria' solo in occasione della cover di Billy Joel
"Uptown Girl". Saranno forse stati i brufoli e il sovrappeso, ma i Westlife sembravano comunque meno
spocchiosi dei loro colleghi perfettini. Forse perche «Noi non
siamo affatto una boyband!»?
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• FIVE • numero
componenti: 5 Per
quanto fossero intimamente ridicoli per natura [nell'assortimento
estetico e nelle dichiarazioni in materia sentimentale/amorosa/sessuale],
i Five sono stati probabilmente la
boyband con la minore incidenza di valeriana nella propria
composizione chimica. Molti loro singoli erano carucci veramente:
"Everybody Get Up", "Keep On Movin'", "If
Ya Gettin' Down"... Peccato che i titoli degli album ["King
Size" e "Invincible"] fossero un po' troppo altisonanti
per quello che era il loro destino -ampiamente già scritto dall'istante
0 della loro esistenza-, ma se non altro qualche sprazzo di divertimento
ce l'hanno strappato. Fallimentare, invece, la postuma carriera
solista del tamarrissimo ammutinato Abs.
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• LFO • numero
componenti: 3 Un'occasione
sprecata. Avrebbero potuto lanciare il proclama «Ma quale boyband?
Noi facciamo musica elettronica raffinata con sfumature techno ambient!»,
se non fosse che gli LFO che fanno 'musica elettronica raffinata
con sfumature techno ambient' non sono loro. Che, invece, erano
una tipica boyband di plastica con tutti i crismi in regola
[a parte l'essere solamente in 3 mentre la media viaggiava sui 4/5],
e tale pare che siano ancora attualmente [hanno perfino un fansite
con un sacco di pagine in progress]. Mannaggia alle omonimie, insomma.
Benchè tale omonimia sia nota probabilmente soltanto a 10 persone
in tutto il mondo. Beh: ci auguriamo che da oggi possano essere
diventate molte, molte di più...
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• 98 DEGREES • numero
componenti: 4 Una
boyband alla corte della Motown. Sorprendente? No, se si considera
che «Noi non abbiamo nulla a che vedere con le boyband: noi facciamo
musica soul che viene dal nostro cuore!». L'avventura dei 98
Degrees è iniziata nel 1997 e si è conclusa nel 2002, trascinandosi
nella generale indifferenza dopo un primo album dai risultati di
vendita tutto sommato confortanti. È pur vero che bastava guardarli
in faccia per domandarsi cos'altro avrebbero potuto fare se non
'la boyband', e cosa c'entrassero con il soul 4 fotomodelli di ceralacca
come questi. Sognavano di diventare i Boyz II Men bianchi: più verosimilmente,
non è escluso che prima o poi ce li ritroveremo in
Italia a presentarsi per qualche sfida
di ballo ad "Amici".
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• YOUNGSTOWN • numero
componenti: 3 La
loro biografia su Allmusic.com occupa 5 righe: sarà un caso o un
pregiudizio? Nel dubbio, atteniamoci ai fatti. Di loro si parlò
solo ed esclusivamente in occasione dell'uscita del singolo "I'll
Be Your Everything", inserito nella colonna sonora del [tutt'altro
che memorabile] film "Inspector Gadget". Ovviamente, anche
gli Youngstown erano tra coloro che «Noi una boyband? Ma stiamo
scherzando! Noi cantiamo davvero, e non facciamo soltanto pop, ma
anche soul e r&b!». Magari i loro idoli erano Ella Fitzgerald
e Aretha Franklin, ma ormai è troppo tardi per toglierci la curiosità.
Tre album in cascina [ma molto più cascina che album] e nemmeno
la soddisfazione di un Greatest Hits. Com'è difficile essere una
popstar...
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• A*TEENS • numero
componenti: 4 A*Teens
sta per Abba Teens, programmatica dichiarazione d'intenti dei produttori
già a cominciare dal nome [e dalla provenienza: Svezia]. Gli A*Teens
avrebbero dovuto rinverdire il mito degli 'Abba Senior' -come se
ce ne fosse stato bisogno, avendo gli Abba ancora milioni di fans in tutto
il mondo, e come se ci fossero potuti riuscire 4 bambinetti con
15 ammiratrici all'oratorio- attualizzando con nuove sonorità i
loro successi. Dopo l'album "Abba Generation", però, hanno
inciso a ciclo continuo altri 3 album,
uno più disastroso dell'altro. Di fatto, sembrerebbero tuttora in
attività, come dimostra la recente uscita della loro cover di "I Promised
Myself" di Nick Kamen. Si trasformeranno dunque in NK*Teens?
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• STEPS • numero
componenti: 5 Tre
ragazze e due ragazzi, etichettati -ancora più degli A*Teens- come
'i nuovi Abba'. Già, perchè gli Steps erano «una teenband? Neanche
per sogno! Noi siamo un gruppo vero e amiamo la musica: se ci paragonano
agli Abba e non ai Take That, evidentemente un motivo c'è...».
In Inghilterra andavano piuttosto forte [soprattutto grazie al fantomatico
appeal dei due maschietti],
da noi decisamente meno. Nel loro curriculum troviamo alcune 'international
smash hits' come "One For Sorrow", "Heartbeat",
"5 6 7 8" e "Last Thing On My Mind" e addirittura
5 album, cifra quasi record per una boyband. Tanto che sono riusciti
a pubblicare perfino un Greatest Hits senza sembrare completamente
imbarazzanti.
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• THE MOFFATS • numero
componenti: 4 Ovvero:
non vi bastano gli Hanson? Allora eccovene 4 anzichè 3, di fratelli,
e ancora più efebici e possibilmente sfigati. Anzi, decisamente
sfigati, perchè i Moffats non se li è proprio cagati mai nessuno,
quantomeno in Italia. Provenivano dal Canada, terra notoriamente prodiga
di baby birbe rockettare, e da noi si sono intravisti di sfuggita
sulle pagine dei teenmagazine culto. Conciati come pischelli rebbonzi
[ma fighetti] il sabato pomeriggio all'IperCoop di Minchiate Brianza,
forse -come si suol dire in questi casi- «Non siamo stati capiti».
Devono essersi capiti poco anche tra loro, visto che dopo l'album
"Chapter 1: A New Beginning" del 98 non si è mai più visto
nessun altro chapter che proseguisse quel beginning.
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• A1 • numero
componenti: 4 Altre
forme di plancton. Gli A1 hanno inciso due album, uno di seguito
all'altro, tra il 1999 e il 2000, spingendosi addirittura a partorirne
un terzo nel 2002 per far colpo sul mercato americano, senza sapere
-probabilmente- che in America un gruppo chiamato A-1 esisteva già
e faceva tutt'altro genere di musica. Tentativo fallito, ovviamente,
e sipario calato su questi 4 scugnizzetti britannici che in patria
hanno goduto di miglior sorte che nel resto del mondo. Se a qualcuno
suggerisce [ancora] qualcosa il titolo "Be The First To Believe", si faccia avanti. Con loro, naturalmente.
Assolutamente da non perdere, per gli irriducibili buongustai delle Cover Catacomba,
la loro versione di "Take On Me" degli A-Ha.
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• S CLUB 7 • numero
componenti: 7 Scelti
tra 10mila aspiranti [nel vero senso della parola] nel 99 da Simon
Fuller -lo stesso impresario delle Spice Girls-, gli S Club 7 hanno
dato vita ad un estemporaneo delirio, localizzato tuttavia nella
sola Gran Bretagna e, più marginalmente, anche in America. Per la
serie «Noi una teenband? Noi siamo dei ragazzi che amano divertirsi
e fare sempre cose nuove, non passiamo il nostro tempo a ballare!»,
gli S Club 7 potevano vantare l'onore di un paio di trasmissioni
tv appositamente dedicate a loro, sulla BBC e su Fox Family Channel.
Poi uno di loro ha preferito abbandonare il gruppo [«Voglio essere
libero di suonare la musica che mi piace, non questo insulso pop
per ragazzine!»] e nel 2003 la favoletta si è conclusa
per sempre.
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• NO AUTHORITY • numero
componenti: 4 Quando
non basta nè la sponsorizzazione di Michael Jackson [e passi]
nè quella di Madonna, allora significa che sei scarso veramente.
Questa, in sostanza, la morale della tragicomica carriera dei No
Authority, messi prima sotto contratto dalla MJJ -divisione della
Sony di proprietà di Michael Jackson- e poi dalla Maverick -divisione
della Warner di proprietà di Madonna- ed usciti rovinosamente fallimentari
da entrambi i casi. Sul mercato italiano, viste le premesse negli
Stati Uniti, si sono a malapena affacciati con il singolo di debutto
"Don't Stop", una sbobba di teenpop, r&b e hip-hop
che ha fatto guadagnare loro una manciata di miniposter e -ma non
ci metteremmo la mano sul fuoco- forse anche un paio di servizi.
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• I RAGAZZI ITALIANI • numero
componenti: 5 [poi 4] I
Ragazzi Italiani sono stati, per alcuni anni, i portabandiera della
deprimente condizione del mercato discografico italiano [prima che
il testimone passasse ai digggei prodiuser]: idee zero e capacità
approssimative anche nel copiare quelle degli altri. Tant'è che,
mentre tutte le boyband del mondo quantomeno sbancavano puntualmente i
vertici delle classifiche in patria, i Ragazzi Italiani non sono
mai riusciti a fare nemmeno questo, nonostante i passaggi a "Domenica
In" e al Festival di Sanremo. La sola "ChiamandoAmando"
usciva dalla stra-abusata formuletta easy-pop che le ragazzine preferivano
consumare di importazione. Poca fortuna anche per l'ammutinato solista
Pino Beccaria, il 'fotosintetico' Robbie de noantri.
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