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Vi è mai capitato, interrogando Google, di imbattervi in una schermata come questa?
Molto probabilmente sì, almeno
una volta. Si tratta del prezioso consiglio che il popolare motore di ricerca vi offre
quando intuisce che potreste stare cercando qualcosa che avete però digitato
nella maniera sbagliata. Come a dire: «Tu sei un pirla, ma io quello di cui
hai bisogno te lo trovo lo stesso».
Ovviamente, al di là della funzionalità
del servizio, è una frustrante [ennesima] rivendicazione di
superiorità della macchina sull'uomo, che talvolta pecca di eccessiva presunzione,
come nel caso che segue:
[in cui forse non cercavamo affatto «Robbie Williams» bensì «Robin Williams», ovvero ci eravamo semplicemente dimenticati una n, non una b e una e], ma molto spesso ci azzecca mettendo a nudo la nostra scarsa affidabilità.
Allora, ci domandiamo: non
si potrebbe fare un ulteriore passo in avanti, in modo che il calcolatore ci
semplifichi la vita quando dobbiamo effettuare ricerche più complesse,
dove il rischio di andare fuori strada è di gran lunga superiore - quando, cioè,
la keyword non è composta banalmente da qualche lettera bensì da espressioni
molto più articolate che, pertanto, devono essere oculatamente interpretate
dal cervellone di Google prima di tradursi in un responso calzante con
le nostre esigenze -?
Per intenderci, ciò di cui avremmo bisogno è una cosa
del genere:
È possibile implementarla in concomitanza con l'Anno Nuovo, o siamo destinati a sognarla soltanto nelle nostre più ardite [e ardimentose] fantasie hi-tech?