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e curriculum > i miei 20 dischi preferiti
Per motivi di pudore -quando non di buon gusto-
certe cose dovrebbero rimanere custodite all'interno di quello scrigno magico che
con sempre maggiore sacralità viene definito "Privacy". Ecco: la mia
Privacy è un vaso di Pandora. Pertanto, quel che segue non ha una spiegazione
logica -come tutto ciò che lo ha preceduto-. Insomma, declino ogni responsabilità
su ciò che stai per leggere. Razionalmente rivendico soltanto la disposizione
alfabetica (per nome).
- Alberto Camerini - "Computer Capriccio"
(1983)
Un cocktail micidiale che ha influito sulla mia formazione
e sulla mia infanzia in maniera più incisiva del Cubo Magico o del Piccolo
Mugnaio Bianco. Elettronica in technicolor che ancora oggi in molti
scopiazzano a piene mani.
- Antico - "We Need Freedom"
(1992)
Il piccolo liceale che scopre il mondo delle discoteche:
avevo un'indole da cubista repressa sotto un'etichetta di secchione quattrocchi,
e non lo sapevo nemmeno io. Questo singolo è stato rivelatorio.
- ATB - "Let U Go" (2001)
EuroDance
maranza, ma non priva di contenuti -la foto di copertina-. Personalmente
continuo ad ascoltarla anche oggi e non me ne sono mai stancato: capita
molto raramente, quindi bisogna tenerne conto.
- Canton - "Sonnambulismo" (1984)
Produzione
di Enrico Ruggeri con un testo da cardiopalmo (<<Le lenzuola accolgono/Già
tutti tranne me/Ma che rumore insolito/I miei passi sul pavè>>) ed una cassa
danzereccia come, purtroppo, a Sanremo non se ne sentono più.
- Carolina Marquez - "Ritmo"
(2001)
Non è stato il primo tentativo di innesto della musica dance
con la tarantella più didascalica, ma è sicuramente stato il più originale
e il meglio riuscito. Fin quasi a sembrare il primo. Hai detto niente...
- DaBlitz - "Stay With Me" (1994)
Questa
canzone ha siglato la preparazione di un'intera sessione di esami all'Università
e ha raggiunto il 1mo posto in Hit Parade proprio il giorno di Natale. Eh
sì: roba da film. Mentale.
- Daft Punk - "Around The World"
(1998)
Geniale. Canzone e video, insieme, saranno costati sì e no
15mila lire in tutto, e il risultato sa molto di "Clerks": minimo
sforzo, massimo rendimento. Quando ci sono le idee, giustamente, non serve
altro.
- Den Harrow - "Future Brain"
(1984)
Come potrei non tributare il giusto plauso ad un artista
capace di vincere a "Vota La Voce" con una canzone cantata da
qualcun altro? Porterei volentieri la Laurea al Banco dei Pegni pur
di barattarla con una simile, storica impresa.
- Depeche Mode - "Enjoy The Silence"
(1989)
Mi dispiace per i Depeche Mode che questa sia una delle canzoni che
più amo in assoluto. Fossi in loro, anzi, comincerei a tremare all'idea
che uno con i miei (dis)gusti la ritenga addirittura un'opera d'arte...
- Diana Est - "Le Louvre" (1983)
A
sua volta scritta da Enrico Ruggeri -per il quale dimostro una insospettabile
(e forse involontaria) stima- e con un alone di charme post moderno gocciolante plastica
shocking. Il manifesto di un'epoca.
- Eiffel 65 - "Quelli Che Non Hanno
Età"
(2003)
Pezzo sanremese che testimonia il coraggio, la coerenza e
le capacità del gruppo italiano più famoso al mondo. E sentirselo dedicare
personalmente da un palco durante un live -con p.za Duomo a Milano
piena di gente- non è cosa da tutti i giorni.
- Europe - "The Final Countdown"
(1985)
Praticamente le Lollipop della musica rock anni 80. Rock?
Metal? Glam? Insomma, che musica facevano gli Europe? Uirlivintugheeedaaa...
Mai più visto un esperimento del genere, a base di schitarrate, rossetti e boa di struzzo.
- Gabry Ponte - "Geordie"
(2002)
Letteralmente distrutta dai critici, ma innovativa come idea
-che puntualmente hanno poi tutti copiato- e (nel suo genere) esemplare
come risultato. De Andrè incontra la dance e diventa un vero e proprio tormentone.
Soprattutto per me.
- Lollipop - "Batte Forte" (2002)
Ho
più di una ragione per apprezzare questo liofilizzato musicale con delle
stonature più vertiginose di uno spacco pubico su una minigonna. Chissà
se ce ne regaleranno mai più un altro.
- Lorella Cuccarini - "La Notte Vola"
(1988)
L'unica coreografia al mondo che nessun altro -a parte Lorella-
può eseguire senza prima avere adeguatamente anabolizzato i polsi. E poi
sono stato disposto a pagare 25mila lire il 45 giri alla Fiera del Disco.
- Marina Rei - "Un Inverno Da Baciare"
(1999)
Non è da tutti presentarsi a Sanremo con un pezzo techno e
lo stesso look di Pete Burns dei Dead Or Alive. E c'è riuscita proprio lei,
che fino a 15 giorni prima era "la burina che tamburellava scalza".
Una rivelazione.
- Patrizia Pellegrino - "Matta-Ta"
(1983)
Uno di quei casi in cui ci si domanda se è un sogno o se esiste
veramente. <<Bionda/Gioco Gioconda/Sopra la moto/Che porti tu/Tonda/La
luna affonda/Mentre mi spoglio/Con te nel blu>>. Più di così è impossibile.
- SoErba - "I Am Happy" (1998)
Non
meritavano di non diventare nessuno. Sound anni 80 ripescato pari pari,
d'accordo, ma ironia (merce molto rara nel mercato discografico) a valanga.
Da ricordare anche "Noi Non Ci Capiamo", Sanremo 99.
- Sibilla - "Oppio" (1983)
Capolavoro
di acuti trasversali e lyrics tangenziali griffato Franco Battiato: <<È
vero, do i numeri/Dividili con me/Ho perso la testa ma sto bene anche senza>>.
Chi non ci si identificherebbe?!?
- Sigue Sigue Sputnik - "Love Missile
F1 11" (1986)
Erano avanti di 20 anni, e, tra un amarcord new-wave
e un rave post-vintage, rischiano di non passare mai di moda. Punk techno
in overdose di effetti speciali sintetici e più che geneticamente modificati.
Loro, e la canzone.