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:grazie
dei fleurs du mal:
•
POCO PIÙ DI NIENTE •
:prima
serata:
si esibiscono tutti i 20 Big in gara e viene proclamata la classifica provvisoria per singole Categorie
«Siamo
Tutti Vittime E Carnefici» • Le pagelle di bottomfioc.net
in
ordine di classifica provvisoria per singola categoria
[a seguire:
«Gli
Altri Siamo Noi»
• Le pagelle e le segnalazioni dei nostri bottomaniaci]
Categoria DONNE
1.
Antonella Ruggiero: "Echi d'Infinito"
Ormai
tocca mettersi la mano sul cuore una volte per tutte: la sua 'nuova' musica
è questa e basta. 'Nuova' nel senso di 'post-Matia Bazar', chiaramente. Perchè
in realtà di nuovo c'è ben poco: solita inimitabile voce, soliti inconfondibili
virtuosismi, solito immancabile colpo di fulmine sulla giuria demoscopica
e soliti indistinguibili fonemi resi appena più orecchiabili da una melodia
che -per una volta- sembra vagamente digeribile. Per il momento si è fermata
a metà esofago, ma siamo quasi fiduciosi per le prossime serate.
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voto
primo ascolto:
5
2.
Alexia: "Da Grande"
Sia
ringraziato il cielo. Si è ricordata [lei o chi per lei] che al mondo esistono
anche le batterie, e ha ripescato da quel passato che sembrava ormai sepolto
sotto tonnellate di gorgheggi e melassa una ritmica radiofonica facile e immediata,
con un giro di basso un po' Donna Summer un po' DiscoParade e un ritornello
chewing gum. È ringiovanita anche nel look, dopo aver trascorso due anni imbalsamata
in completini da romanzo di Svevo, e -pur avendole senza mezzi termini
voltato le spalle dai tempi di "Per Dire Di No" in avanti [sembra
ieri, ma nel frattempo ha fatto uscire 2 album uno più soporifero dell'altro]- siamo contenti che si sia risvegliata lei e che abbia fatto risvegliare anche
noi. Meglio tardi che mai.
•
voto
primo ascolto: 7
3.
Anna Tatangelo: "Ragazza Di Periferia"
Ma
è davvero questo il repertorio che Anna Tatangelo sente intimamente proprio all'età
di 18 anni? Evidentemente sì, visto che -da quando la conosciamo- non
ci ha regalato una sola mezza variazione sul tema. Però, diciamolo, fa
un certo effetto vedere una ragazzina dall'aspetto fresco e stilosetto come
il suo abbandonarsi puntualmente a canzoni che suonerebbero vecchie anche in
bocca a Orietta Berti. E in questo caso specifico, ne fa ancora di più sentirle
parlare di una "Ragazza Di Periferia" laccata in un'interpretazione
accademica e perfettina che tutto è tranne che verace.
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voto
primo ascolto: 2
4.
Marina Rei: "Fammi Entrare"
Nonostante
i 3 gradi sottozero di massima sull'intero territorio nazionale, il
suo "Inverno Da Baciare" sembra essersi sciolto per sempre. Allora
[1999] fu un'autentica epifania; stavolta è semplicemente un 'meno peggio di
quasi tutto il resto'. Pezzo con un bel mordente, ma non così coraggioso
e folgorante. Resta da capire, comunque, perchè di Alexia si ricordano
sempre gli esordi dance e di Marina Rei [che incise un paio album, anche
di discreto successo sul mercato straniero, da reginetta dell'EuroDisco con
lo pseudonimo di Jamie Dee] mai. Vuoi proprio che non li conosca nessun altro
tra gli espertissimissimi competentissimissimi prescelti per il sempre prestigiosissimissimo
ruolo di 'Opinionisti'?
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voto
primo ascolto: 5
5.
Paola & Chiara: "A Modo Mio"
Ad
ennesima smentita di chi ci accusa di giudicarle sempre in maniera velenosamente
preconcetta, fino a 5 minuti prima della loro esibizione [avendo già ascoltato,
come tutti del resto, la demo del loro pezzo che per una 'svista clamorosa'
-o per un estremo tentativo di pubblicità preventiva?- della Casa
Discografica è girata a piede libero su Internet senza che loro siano state
minimamente toccate dalla possibilità di squalifica] eravamo animati dall'intenzione
di tributarle addirittura un generoso 0. Invece sono riuscite a fare
peggio di ogni più macabra aspettativa, riportandoci indietro al Quaternario
della Lagna in un'atmosfera rarefatta e platealmente posticcia. Ci hanno
messo di più a scendere le scale che ad eseguire il loro pezzo, e continuano
imperterrite -nonostante l'ormai inarrestabile picchiata di vendite e di gradimento- a
tirarsela 'come se ce l'avessero solo loro'. Di grazia, una volta per tutte,
qualcuno sa dirci cosa?
•
voto
primo ascolto: -110
e Lode
Categoria UOMINI
1.
Francesco Renga: "Angelo"
A
quanto pare abbiamo toppato in pieno il pronostico [lo davamo eliminato nella
serata di venerdì], ma alla fine non ce ne dispiace affatto. La canzone è una
delle pochissime che susciti una qualche emozione e un qualche interesse e,
non essendo propriamente facilissima, è probabile che con qualche ascolto supplementare diventi
ancora più familiare. Ha una voce incredibilmente perfetta ed elegante, ed è
sembrato anche più caloroso e meno impostato nell'interpretazione. Vorremmo
che la presenza di Ambra tra gli 'Opinionisti' non influenzasse in alcun modo
-positivo o negativo- il giudizio complessivo che possiamo farci su di
lui, e ci stiamo attrezzando per riuscirci quanto prima...
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voto
primo ascolto:
6
2.
Marco Masini: "Nel Mondo Dei Sogni"
Cosa
dobbiamo fare? Ignorarlo anche quest'anno per non essere linciati dai suoi fans
se solo ci azzardiamo a non incensarlo quanto merita [o meriterebbe],
o esprimiamo il nostro parere per non essere ugualmente tacciati di razzismo
e boicottaggio politico? È difficile, perchè in qualunque modo ci comportiamo
sappiamo bene che «al mondo non c'è mai / qualcosa che gli va / e pietre
prenderai senza pietà». Quindi proviamo a trovare il giusto compromesso: per
non fargli torto, regolarmente lo nominiamo e rispettiamo la sua presenza
al Festival, ma ci asteniamo da qualunque ulteriore commento.
•
voto
primo ascolto:
×××
3.
Gigi d'Alessio: "L'Amore Che Non C'è"
Sarà
sicuramente una splendida canzone, con un arrangiamento sofisticatissimo e una
melodia molto raffinata. Solo che noi siamo tra quelli che Gigi stesso accusa
di non capire niente di musica, armonia e composizione [e infatti così
è: non distinguiamo una chiave di violino da una &] perchè, a orecchio,
ritengono che i suoi pezzi siano sempre un po' tutti uguali. "Tv Sorrisi
E Canzoni" scrive che il suo brano è «molto orecchiabile e gradevole e
ti si stampa subito in testa»: a noi non è successo. Forse abbiamo solo bisogno
di un po' di tempo per colmare le nostre lacune in fatto di musica, armonia
e composizione...
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voto
primo ascolto:
4
4.
Paolo Meneguzzi: "Non Capiva Che l'Amavo"
D'accordo:
non capiva che l'amava. Ma almeno del fatto che questo brano sia la fotocopia
esatta al millimetro di "Guardami Negli Occhi" -le analogie della
base strumentale, dell'attacco e della chiusura sono veramente imbarazzanti-
se ne sarà accorta, la persona a cui Paolo l'ha dedicato? Noi siamo combattuti:
a canzone uguale deve continuare a corrispondere voto uguale, oppure è
più giusto abbassarglielo di 1 punto, e così via di seguito nei prossimi anni
per
ogni volta in cui ce la riproporrà? Tifiamo per lui per simpatia e
per il consueto potenziale radiofonico, ma dobbiamo essere obiettivi. E le clonazioni,
da altri o da se stessi, non ci sono mai piaciute troppo.
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voto
primo ascolto:
6
5.
Umberto Tozzi: "Le Parole"
Ha
aperto la gara, e -vista anche la posizione che occupa in classifica- deve aver
fatto pensare a chiunque fosse in platea o davanti alla tv le testuali
parole «Ho già i maroni stracciati dopo 30 secondi: quanto manca alla fine del
Festival?». Ci dispiace, ma non abbiamo colto [e come noi nessuno, a quanto
pare] il senso di questo brodo primordiale di volteggi pindarici di testi e
musiche con coreografie di Madre Teresa e Che Guevara sul videowall del palcoscenico.
Avremmo giurato di ritrovare Umberto Tozzi a "Music Farm", e probabilmente
cantando ancora "Tu" e "Gloria" il primo turno sarebbe
riuscito a superarlo...
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voto
primo ascolto:
0
Categoria GRUPPI
1.
Nicky Nicolai & Stefano di Battista Jazz Quartet: "Che Mistero
È l'Amore"
Il
vero mistero, in realtà, è il primo posto parziale di
questa canzone in una categoria che, probabilmente, ha offerto la qualità sonora
media più alta della serata. Non abbiamo niente in contrario con i brani sanremesi
programmati appositamente per il Premio della Critica, ma ogni anno ci piacerebbe
che -nel momento in cui finiscono per svettare anche ai vertici della Classifica-
chi con tanto entusiasmo li ha votati poi faccia il sacrosanto favore di comprarsi
anche il disco. Cosa che, stranamente, non succede *mai*. Per quel che ci riguarda,
somiglianze con "Can't Help Falling In Love" di Elvis Presley a parte,
non siamo sicuri di riuscire a rimanere svegli in nessuna delle prossime
3 esibizioni, quindi il voto è già indicativamente molto prossimo a quello definitivo.
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voto
primo ascolto:
2
2.
Matia Bazar: "Grido d'Amore"
Figurarsi
se non finivano -come da copione- ai primi due posti. La gente ha perso
il conto del numero delle loro vocalist [4, ci ragguaglia l'espertissimissimo
competentissimissimo Dario Salvatori], noi anche quello dei loro titoli che
contengano una qualsiasi parola pescata a caso dal vocabolario e seguita dal
complemento "d'Amore". Perchè, a questo punto, non s'inventano
un concept album interamente tematico con una tracklist del tipo "Serenata
d'Amore", "Plenilunio d'Amore", "Maccheroni d'Amore",
"Termotecnica d'Amore", "Rinoceronte d'Amore", "Tritacarne
d'Amore", "Pigiama d'Amore", "Deodorante d'Amore",
"Manovella d'Amore" e "Quarantena d'Amore"? Sarebbe sicuramente
l'idea più originale che siano riusciti a partorire da quando se n'è andata
Antonella Ruggiero. Fortuna che, secondo "Tv Sorrisi E Canzoni", doveva
essere un pezzo immediato e non sanremese. L'unica cosa che ci è rimasta impressa
è stata la pronuncia di Roberta Faccani del verso «Devi dirlo dolcemente» trasformato
in «Dev' dirl' docemaaante»...
•
voto
primo ascolto:
2
3.
Le Vibrazioni: "Ovunque Andrò"
Ma
come? Sono puntualmente ai primi posti delle charts di vendita ogni volta che
esce un loro disco, e poi questa fantomatica Giuria Demoscopica li schiaffa
dietro Nicky Nicolai e i Matia Bazar? C'è qualcosa che non quadra. Anche perchè
non si può certo dire che abbiano osato un genere così sperimentalmente rivoluzionario:
il marchio di fabbrica è sempre lo stesso da "Dedicato A Te" in poi,
pop-rock un po' da teenmagazine e un po' da suoneria. Comunque, almeno non ci
hanno fatto slogare la mandibola, e almeno qualcuno che la passerà in radio
fino a quest'estate ci sarà sicuramente, traguardo drammaticamente precluso
-è facile intuire- alla grande maggioranza dei pezzi in gara che non sopravviveranno nemmeno
fino a fine del mese.
•
voto
primo ascolto:
6
4.
Dj Francesco Band: "Francesca"
Chissà
come dev'essere questa canzone interpretata da qualcuno che sappia azzeccare
da un minimo di due a un massimo di cinque note consecutive... Cosa dobbiamo
giudicare, di "Francesca"? La base strumentale [davvero niente male:
8] o tutto il resto [irreparabilmente tragico: 2]? Come al solito ci affidiamo
alla cara vecchia media aritmetica, che in casi come questo ci toglie sempre
d'impaccio... E lasciamo da parte i pettegolezzi sull'escamotage di inventarsi
una Band -nella quale milita un altro ex solista, l'MB de "Il Telecomando"-
per ripescare Dj Francesco dalla mancata selezione per la categoria Uomini.
Così abbiamo letto, ma, vista la qualità complessiva delle proposte, chissenefrega:
meglio lui di quasi tutti gli altri.
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voto
primo ascolto:
5
5.
Velvet: "Dovevo Dirti Molte Cose"
Cosa
cosa cosa?!? Ultimi?!? Non è possibile. Fossimo in loro, passeremmo i prossimi giorni
ad andare personalmente a casa di ciascun giurato e costringerlo col guinzaglio
e il frustino a comprare il disco di Nicky Nicolai e dei Matia Bazar. "Dovevo Dirti Molte Cose" è in assoluto l'unica canzone con un arrangiamento
che suoni in qualsivoglia modo innovativo, molto difficile vocalmente ma
con aperture ricche di slanci che avrebbero meritato ben altra posizione. Certo,
non è "Boyband", ma quella quest'anno l'ha cantata Alexia [e le siamo
grati ugualmente]...
•
voto
primo ascolto:
7
Categoria CLASSIC
1.
Toto Cutugno con Annalisa Minetti: "Come Noi Nessuno Al Mondo"
«I
can't liiiiiiiiiiive / if living is without youuuuu / I can't li-i-iiive / Can't
live anymooooore», e via di seguito. Clichè sanremesi snocciolati con abilità
maniacale, e un retrogusto di 'già sentito miliardi di volte' che richiama,
appunto, miliardi di canzoni. Boh. Toto ci è simpatico e nulla -assolutamente
nulla- avremmo contro una sua eventuale vittoria [o magari l'ennesimo secondo
posto], ma non riusciamo proprio a capire cos'abbia fatto la differenza, agli
occhi della Giuria Demoscopica, tra questa canzone e le altre 4 della stessa
Categoria. Forse Annalisa Minetti?
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voto
primo ascolto:
3
2.
Marcella Bella: "Uomo Bastardo"
Con
la politica, alle ultime Elezioni Europee [candidata per AN], le è andata
male. Con la musica, per adesso, decisamente meglio. Però è strano: fuori da
Sanremo la sua discografia è tutto un brulicare di canzoni divertenti e danzerecce,
poi -non appena mette piede all'Ariston- sembra resettare la memoria e installare
tutt'altro genere di sistema operativo. Non che ci aspettassimo un sequel
di "Fa Chic", ma ci sarebbe piaciuto. Nelle lyrics riaffiorano alla
memoria "Che Brutto Affare" di Jo Chiarello e, strano a dirsi, "Bastardo"
di Rettore. Ricordandoci che erano entrambe migliori di questa.
•
voto
primo ascolto:
3
3.
Peppino di Capri: "La Panchina"
Che
Peppino di Capri canti per l'ennesima volta un pezzo come questo ci sta tutto.
Non ci sta che lo cantino anche 15 degli altri 19 Big in gara, e siccome la
scaletta lo relega ad esibirsi dopo che parecchi di questi 15 sono già scesi
sul palco, l'effetto sedativo risulta, pur involontariamente, letale. Ma riprovarci
con una lambada come ai bei vecchi tempi di "Evviva Maria" era pretendere
troppo?
•
voto
primo ascolto:
3
4.
Nicola Arigliano: "Colpevole"
Povera,
piccola Italia. Prima mandi al Governo ogni genere di dittatore, di delinquente
e di ciarlatano guerrafondaio; accetti senza battere ciglio [e anzi, te ne cibi
carnalmente] che ti vengano dati in pasto soltanto Costantino e le Lecciso;
non riesci più a distinguere un ippogrifo da un sorcio e poi, per ripulirti la
coscienza -o illuderti di farlo- ti tuffi puntualmente a pesce nelle dimostrazioni di
buonismo più ipocrita e stucchevole che offrano i palinsesti tv, come
eleggere una Miss Italia di colore o incensare un artista di 82 anni che sembra
la pantomima del grottesco uscita da un film di Tim Burton. Lasciamo che il
morbo del Politically Correct contagi anche noi, e solo per motivi di gerontofilia
congenita non diamo ad Arigliano -e alla sua canzone uscita probabilmente
da un film dell'epoca del muto- lo stesso voto che abbiamo dato a Paola
& Chiara.
•
voto
primo ascolto:
0
5.
Franco Califano: "Non Escludo Il Ritorno"
Sembrava
dovesse/potesse vincere, invece ha già un piede nella fossa. Canzone Tiromancino
che più Tiromancino non si può, intepretata neppure benissimo, ma più sopportabile
delle restanti 4 della medesima, soporifera, inutile categoria. Quantomeno
ci fa pensare alla sua imitazione di Max Giusti e riesce a divertirci anche
a volume spento, che gli altri non ce l'hanno fatta nemmeno provando a
spegnere il televisore. Speriamo si risollevi con la prossima tornata di votazioni.
•
voto
primo ascolto:
4
Categoria PRESENTATORI [in ordine alfabetico]
Paolo
Bonolis
Si
è cucito addosso il Festival di Sanremo come se fosse la sua festa di compleanno
[ma con i soldi degli altri, tra cui i nostri], invitando chi voleva lui, facendo
quello che voleva lui, programmando tutto come lo voleva lui. Dunque, visti
i risultati -*tragici oltre ogni sopportabilità*-, la colpa non è di nessun
altro che sua. Ha ripetuto 650mila volte che le canzoni in gara erano le più
variegate, come la proverbiale gallina che canta quando ha fatto l'uovo:
a parte 3 o 4 brani, prove alla mano, tutti [rigorosamente tutti] gli altri
attaccano in maniera rigorosamente uguale e dopo 1 minuto e mezzo finiscono
per diventare completamente indistinti e indistinguibili, in un magma di acuti
da radiosveglia e di melodie da flebo ipercalorica. Ha dato la notizia della
morte di Alberto Castagna con oltre un'ora di ritardo provando a simulare [senza riuscirci neanche
troppo bene] l'espressione
di chi sta per salire sulla sedia elettrica. Per tacere dei siparietti a coefficiente
di spontaneità sottozero, più finti delle risate delle sit-com, e con freddure
che rivelano in modo inequivocabile come il target di questo Festival
sia la casalinga di Voghera sessantenne che legge "Dipiù" e "Star
Tv" e sbarella per il Bagaglino. Ridateci
chiunque. Anche Fazio.
•
voto
prima serata:
0
Antonella
Clerici
A
parte indossare due vestiti da 750 chili per entrare nel prossimo Guinness dei
Primati cos'altro ha fatto? Spenta, sciapita, molto probabilmente annichilita
dal patetico copione messole in bocca con l'imbuto. Sarebbe ingiudicabile, se
non fosse che per quello a cui è servita, non ci capacitiamo della sproporzione
abissale rispetto a quello che avrà guadagnato.
•
voto
prima serata:
2
Federica
Felini
Finalmente
abbiamo imparato che il suo cognome si scrive con una L sola, dopo averlo trovato
anche con 2 su decine di giornali e rotocalchi. Ed è stata l'unica utilità che
la sua presenza ha saputo offrire: un po' poco per riuscire a raggiungere il
primo misero punticino in pagella. Onestamente, e senza pregiudizi di nessun
genere, la sua fluidità dialettica e la sua presenza scenica sono così
imbarazzanti che la silurerebbero anche ai provini per le selezioni condominiali
di "Amici di Maria de Filippi". Assomiglia in modo impressionante
a Nina Moric, ma possiamo forse aggrapparci a questo per darle 1?
•
voto
prima serata:
0
Categoria OSPITI
Michael
Bublè
Tutto
vecchio: le sue canzoni, il suo modo di vestirsi, le 'scenette' in cui Bonolis
lo coinvolge per dare più contenuti [contenuti?] al suo ingaggio -ecco:
forse il suo ingaggio è l'unica cosa che sarebbe riuscita a sorprenderci-.
Il mistero è come faccia ad avere successo anche al di sotto del pubblico di
99 anni nonostante non sia nemmeno un fighetto da copertina di teenmagazine.
Ronf.
•
voto
primo ascolto:
2
Categoria OPINIONISTI
No
comment. Già l'assortimento è piuttosto discutibile, e la presenza di Iva Zanicchi
e Dario Salvatori [che sembrano sempre più la stessa persona] non ci predispone
bene nemmeno ad imporcelo in modo coatto sotto ipnosi. Dichiarano con voce
unanime, dopo un'ora di requiem ininterrotti -o meglio: interrotti solo da gag
da oratorio- che il Festival è iniziato, testualmente, in modo folgorante e
stupefacente, con Bonolis appollaiato a 5 cm di distanza pronto a baionettare
con lo sguardo chi osasse sostenere il contrario. Strano, perchè quando rientravano
di striscio nel campo visivo delle inquadrature sembravano tutt'altro che entusiasti.
La nota più stonata di tutte, però, è stata Marco Giusti: che tristezza vedere
una persona capace di creare "Blob" e scrivere pregevoli libri di
infotainment parlare, come un perfetto Alfonso Signorini della
situazione, dei cappelli di Nicola Arigliano e Dj Francesco.
•
voto
prima serata:
0
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