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PRODOTTI TALMENTE FALSI DA
SEMBRARE VERI
segnalazioni del 25.04.2003
Questa è la stanza di bottomfioc.net
dedicata a quanto di più impensabilmente trucido NON sia (purtroppo!) mai venuto
alla luce nel mondo dello spettacolo: dischi, film, spettacoli televisivi, pubblicità,
libri, gadget... Il tutto all'insegna del motto: "Niente Sarebbe Potuto Restare
Impunito".
Una raccolta di progetti inventati di sana pianta, ma assolutamente
plausibili e verosimili, coi tempi che corrono. Da più di vent'anni a questa
parte. Tutto ciò che avreste sempre voluto chiedere, ma nessuno avrebbe mai
potuto darvi. Anzi, nessuno avrebbe mai potuto Darwin. Ciò che segue, infatti,
è materiale antievolutivo.
AMY
PARESI
intervista
fin troppo esistente ad una cantante mai esistita
Strana categoria, i cantanti.
Non
tutti, chiaramente, ma molti decisamente sì: sono quantomeno 'strani'. Involontariamente,
per carità. Non è certo colpa loro se le Case Discografiche li viziano e li
coccolano finchè funzionano, dopodichè li abbandonano alla loro triste -e naturale-
sorte non appena funzionano un po' di meno (ma semplicemente perchè sono stati
costretti da quelle stesse Case Discografiche a fare l'ennesimo disco-fotocopia dei
precedenti, e la gente ha reagito in modo meno pecoraio di quello che testimoniavano
le indagini di mercato). Forse è un
po' colpa loro -eventualmente- se non se ne accorgono, e se cominciano a vagheggiare
che quei vizi e quelle coccole siano atti doverosi verso il loro geniale
estro creativo. Ma questi non sono affatto problemi nostri (sicuramente non
miei, perlomeno).
Semmai sono problemi nostri quando
capita che i discografici
filtrino le interviste ai loro superprotetti, in modo che i giornalisti non
chiedano loro nulla che non sia appositamente standardizzato. Questo
per due motivi: 1) molti di loro non saprebbe affatto disquisire su altri argomenti che non
siano <<Progetti per il futuro?>>; 2) qualsiasi possibile risposta
al di fuori di determinate coordinate potrebbe compromettere irrimediabilmente
l'immagine e la carriera del cantante in questione -ben più, evidentemente,
del fare canzoni di merda-.
Poi, però, ci sono cantanti (e proprio tra quelli
più aurei ed inavvicinabili) che si lamentano se vengono fatte loro sempre le
stesse domande, e che con aria di sufficienza rispondono stizziti che l'intervista così
banale
non s'ha da fare.
Ecco perchè in molti le interviste
se le inventano di sana pianta. Perchè chiunque, dopo un po', si stracciarebbe
i maroni di passare attraverso questi livelli diaframmatici, neanche fosse un
platform game.
E poichè noi vogliamo fare sempre le cose in grande, ci inventeremo
sia intervista che intervistata. Sdoganando una volta per tutte le migliaia
di luoghi comuni che siamo costretti a ruminare giorno dopo giorno su cartelle
stampa e sulle riviste specializzate.
Quella che segue è l'intervista
ad Amy Paresi, una finta cantante vera che incarna migliaia di veri
cantanti finti.
Premessa
(ovvero, come starebbero realmente le cose): Amy ha vinto il Premio della Critica al Festival
di Sanremo tra le Nuove Proposte, ma il suo disco -guardacaso- non ha venduto
mezza copia. Dopodichè è scomparsa, silurata dalla Casa Discografica, e per
3 anni ha lavorato come cassiera e commessa in interinale nella periferia
di Milano. Innamoratasi di un giovane ed intraprendente miliardario, è tornata
a cantare e ha inciso un nuovo album. Ed ecco cosa ci racconta di questo nuovo
album, "Amy Torna A Vivere"...
Allora Amy, cominciamo
a parlare della tua carriera. Cos'è successo dopo quel Premio della Critica
a Sanremo?
È successo che la mia popolarità è salita alle stelle, e ho
cominciato a fare promozioni e serate in giro per tutta l'Italia... Non ho avuto
davvero un attimo di riposo!
Questa popolarità, dunque,
ha cambiato in qualche modo il tuo stile di vita?
In realtà no: io sono
rimasta la ragazza semplice di tutti i giorni, con gli stessi valori in cui
ho sempre creduto. Non mi sono affatto montata la testa, anzi! Ho tenuto i piedi
ben saldi per terra...
Ti saresti mai immaginata di
vincere il Premio della Critica a Sanremo al tuo debutto discografico?
Niente
affatto, è successo tutto talmente in fretta che quasi non ho avuto nemmeno
il tempo di accorgermene fino in fondo! All'inizio pensavo che fosse
soltanto un bel sogno...
Un bel sogno, però, con molto
lavoro alle spalle...
Sì, senz'altro. Ho cominciato giovanissima a prendere
lezioni di canto, poi ho studiato anche danza e recitazione, perchè volevo essere
un'artista completa, non la classica ragazzina di belle speranze e nient'altro.
Ho puntato tutto sul mio talento, e alla fine ho avuto ragione.
Ci sono stati dei modelli a
cui ti sei ispirata, all'inizio della tua carriera?
Sicuramente. Io ho
sempre ascoltato la musica blues, soul e r'n'b: inevitabile, quindi, che
i miei idoli fossero le grandi voci black... Ella Fitzgerald, Aretha Franklin,
Dionne Warwick... anche Whitney Houston, se vogliamo...
Il tuo primo album, "Giorni
Uguali Ai Giorni", però, era un prodotto molto diverso da quello che sta
per uscire, "Amy Torna A Vivere"... Forse il titolo è simbolico?
Sono
molto contenta che tu l'abbia notato: è proprio così. Finalmente ho potuto esprimere
realmente me stessa, senza pressioni da parte dei discografici. Questo nuovo
lavoro identifica appieno quelle che sono le sfumature della mia personalità
e della musica che sento più mia...
Alla luce di ciò che hai detto,
che effetto ti fa riascoltare quell'album?
Non lo rinnego, per carità,
ma lo sento terribilmente distante da me. D'altronde, come ti ripeto, ero inesperta,
ed è successo tutto molto in fretta. Pensavo di potermi fidare dei miei discografici,
e invece...
E invece sei scomparsa per
quasi tre anni. Cosa è successo, nel frattempo?
Il disco si era mosso
molto bene, così -come ti ho detto- ho cominciato a fare tantissime serate
in giro per l'Italia. Mi hanno notata anche all'estero, e ho viaggiato per tutta
Europa, spesso facendo anche due concerti nello stesso giorno. Per questo in
Italia ho allentato molto le mie apparizioni, e le ho dosate anche per non inflazionare
il mio personaggio, che volevo rimanesse più intimo e meno esposto...
Dunque sei rimasta all'estero
a lavorare?
Sì, esattamente.
Ma allora da cosa è nata poi
la rottura con la tua casa discografica? In fondo, il disco ha avuto molto successo,
è stato perfino stampato in Europa, e tu sei diventata la beniamina del pubblico
anche al di fuori dall'Italia...
A un certo punto mi sono sentita chiusa
in gabbia. Sentivo l'esigenza di voler fare qualcosa di più mio, così l'ho manifestata
ai miei produttori. Ma loro mi hanno risposto che stava andando tutto talmente
bene che almeno per un altro album avremmo dovuto seguire la stessa linea, e
che non potevo lamentarmi perchè ero finalmente diventata una superstar... Io
non ce la facevo. Sapevo che avrei perso la voglia di fare questo lavoro, che
amo oltre ogni altra cosa, così ho preferito lasciare...
E "Amy Torna A Vivere"
è addirittura autoprodotto?
Sì, è tutta farina del mio sacco.
Cosa puoi dire che ti abbia
dato la popolarità, e cosa ti ha tolto?
Senz'altro mi ha dato la possibilità
di essere fermata per strada e riconosciuta da tutti, mi ha dato la possibilità
di stare a contatto con la gente e trasmetterle delle emozioni. Ma mi ha tolto
molta privacy: non potevo più muovermi senza essere inseguita da giornalisti
e fotografi... E così anche all'estero...
A questo punto, che progetti
hai per il futuro?
Ma, sicuramente la promozione del nuovo album avrà
la priorità assoluta. Fra poco cominceremo a distribuirlo alle radio, ed uscirà
anche il singolo "Still (Di Nuovo)", che è destinato ad essere stampato
anche in inglese per il mercato anglofono... Poi, in estate, pianificheremo
un tour che toccherà le più importanti città italiane ed europee... Roma, Milano,
Londra, Parigi... Anzi, colgo l'occasione per invitare sin da adesso tutti i
miei fan ad ascoltarmi dal vivo!
E cosa vuoi dire ai fans che
hanno aspettato il tuo ritorno in questi tre anni?
Voglio dire che
Amy finalmente è tornata... ed è tornata a vivere!
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