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:una
pagina senza quadretti:
Presenta Giorgio Panariello con Victoria
Cabello e Ilary Blasi. Vince Povia con "Vorrei Avere
Il Becco" e si spartiscono i restanti titoli di categoria Anna
Tatangelo [Donne]
con "Essere Una Donna", i Nomadi [Gruppi]
con "Dove
Si Va" e Riccardo Maffoni [Giovani]
con "Sole Negli Occhi". Il Premio della Critica 'Mia Martini'
va invece a Carlo
Fava + Noa & i Solis String Quartet con "Un Discorso
In Generale".
È la peggiore
edizione dell'intera storia del Festival, sia in termini qualitativi -
non si
salva praticamente niente e nessuno, dagli autori ai cantanti in gara e dagli
ospiti alle scenografie - che
in termini quantitativi - share e numero dei telespettatori si prosciugano
toccando cifre ancora più umilianti dei Sanremo di Simona Ventura e Raffaella Carrà
-. Perfino platea e galleria, inquadrate dall'impietosa regia
di Paolo Baldì, appaiono per la prima volta a memoria d'uomo punteggiate di posti vuoti anche durante
la serata finale. Eppure, a sentire Panariello, è tutto «straordinario» [l'aggettivo
gli esce di bocca fino a 32 volte nella stessa serata], a cominciare dai
«progetti musicali» che lui e GianMarco Mazzi selezionano personalmente uno
per uno: tra questi, l'unico a destare un minimo sindacale di interesse pubblico
è
quello di Anna Oxa, peraltro presentatasi in veste di parodia di se stessa
ed eliminata dalla Giuria Demoscopica già alla prima tornata di voti, mentre
gli altri lasciano talmente indifferenti che non si riesce nemmeno a parlarne
male.
Come già nel 2005, le esibizioni più riuscite sono quelle del venerdì,
con le 12 canzoni dei Big rimasti in gara riarrangiate in versione 'duetto'
e puntualmente migliori di quelle originali. Purtroppo, però, nessuna di queste
viene poi inclusa nelle distribuzioni discografiche ufficiali nemmeno
in qualità di bonus track.
Qualche buonanima sostiene di aver visto
transitare per l'Ariston anche John Travolta, Orlando Bloom, Jesse
McCartney, Hilary Duff e Gavin DeGraw, ma l'ora tarda e i
tempi di permanenza dei suddetti 'artisti' sul palcoscenico fanno pensare si
sia trattato, piuttosto, dell'effetto collaterale di qualche allucinogeno assunto
in dosi eccessive per immaginare di essere davanti ad un qualunque Festival
degli Anni 80.
Altro non succede o, se succede, viene completamente inghiottito
dalla noia e dalla mediocrità imperante.
Categoria Uomini
•
Alex
Britti: "...Solo Con Te"
Sarà
che «Ubi major minor cessat», ma quest'anno sfidiamo il nostro stesso arbitrio e
lo salviamo dalla gogna. Il suo pezzo, per quanto simile a "7000 Caffè",
è però più coinvolgente e meno programmato per strappare i canonici
«An'vedi questo, oh!» durante gli assoli di chitarra, soprattutto nella versione riarrangiata con la Britti
Blues Band. Che poi Alex continui ad avere le idee poco chiare sul tipo di musica
che intende rappresentare, ormai è appurato e non ha senso tornarci sopra per la 3miliardesima
volta.
Voto
esibizione regolare:
6 |
Voto esibizione del Venerdì [con Max
Gazzè e la Britti Blues Band]:
7 |
Voto finale:
6 e mezzo
• Gianluca Grignani: "Liberi
Di Sognare"
Non
si può dire che ricicla imperterrito da 11 anni sempre la stessa canzone [con il
solo, episodico fuori programma de "L'Aiuola"] perchè
si viene immediatamente accusati di essere perfidi e incompetenti. E va bene: siamo
perfidi e incompetenti. E come noi, a quanto pare, anche tutti quelli che
hanno i coglioni tritati dal suo "male di vivere" a oltranza e lo
hanno rispedito a sognare liberamente a casa sua. Non che ci sentiremmo a disagio nell'essere
gli unici a dimostrare incompatibilità verso il repertorio di Grignani,
ma ci piace pensare di essere in ottima compagnia.
Voto
esibizione regolare:
3 |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
3
• Luca Dirisio: "Sparirò"
È
caduto anche lui nella tentazione di sconfessare le sue origini per dimostrare
di saper andare al di là delle canzonette one-shot che lo avevano proiettato
in cime alle classifiche. Gli è andata male, com'era andata male più o meno
a tutti quelli che ci avevano provato prima di lui. Non vorremmo che il titolo
finisse per diventare profetico e che venisse sconfessato solo da qualche ripescaggio
per un prossimo reality show. E non vorremmo che poi, per provare a rilanciarsi,
tornasse da finto figliol prodigo alle canzonette one shot: a quelli che ci
hanno provato prima di lui, anche in questo caso, è sempre andata male.
Voto
esibizione regolare:
2 |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
2
• Michele Zarrillo:
"L'Alfabeto Degli Amanti"
Dicono
sia un poeta, e, a maggior ragione, da un poeta ci si aspetterebbe qualche intuizione
minimamente più sofisticata di «Questo è il tempo di vivere te / fino all'ultima parte di
me / perchè il mondo ha deluso anche te / ora devi fidarti di me». Dicono anche
che sia un autore, e, a maggior ragione, da un autore ci si aspetterebbe qualche
intuizione minimamente più originale della fotocopia di un brano di Venditti. Dicessero
che è anche uno stilista o un trendsetter, forse ci crederemmo di più, nonostante
- o forse proprio per questo - non cambi una sola virgola del suo look dalla Notte
dei Tempi. In cui peraltro era già in gara a Sanremo con una canzone identica
a questa.
Voto
esibizione regolare:
2 |
Voto esibizione del Venerdì [con Tiziano
Ferro]:
4 |
Voto finale:
3
• Povia: "Vorrei Avere Il Becco"
Già
titolo e ritornello, da soli, si prestano a tante di quelle parafrasi da bagni
dell'Autogrill che verrebbe voglia di dargli la sufficienza unicamente
per non sparare sulla Croce Rossa. Però ha vinto, e - con una canzone del genere
- la cosa assume i contorni di una presa per il culo, togliendoci ogni simpatia
perfino per quel 'grazioso' versetto del piccione ripetuto a piè sospinto. È
tutto identico a "I Bambini Fanno Oh" ma, ovviamente, molto meno spontaneo
e ancora più ruffiano. Come la dedica della sua vittoria ai genitori, che sembra
una lettera strappamutanda per qualche concorrente di "Amici" durante
le sfide serali. La Repubblica, all'indomani del suo trionfo, titola: «Vince Giovanni
[anzichè Giuseppe, ndA] Povia». Forse, oltre al becco, dovrebbe preoccuparsi
anche di volere un nome.
Voto
esibizione regolare:
5 |
Voto esibizione del Venerdì [con Francesco
Baccini]:
6 |
Voto finale:
5 e mezzo
• Ron: "L'Uomo Delle Stelle"
Lodevole
l'iniziativa di beneficenza, bello l'arrangiamento orchestrale [un po' sacrificato quello
della versione in studio] e il vago retrogusto di un'occasione incompiuta. Poteva essere un'altra
delle pochissime canzoni almeno in parte diverse rispetto a tutto il blob
di stucchevole 'melodia italiana' vecchia di cent'anni, e invece non decolla mai
come ci si aspetterebbe, finendo per scorrere via troppo
facilmente rispetto alle incoraggianti premesse. Pittoresco ma sottotono anche
l'accompagnamento di Loredana Bertè nel 'duetto a tre' insieme a Tosca nella
serata delle semifinali.
Voto
esibizione regolare:
6 |
Voto esibizione del Venerdì [con Tosca
e Loredana Bertè]:
6 |
Voto finale:
6
Categoria Donne
• Anna Oxa: "Processo
A Me Stessa"
Cos'altro
si può aggiungere a tutto ciò che è già stato detto, ridetto, scritto e riscritto
al proposito negli ultimi 14 giorni? Da "L'Eterno Movimento" in poi,
Anna Oxa ha imboccato
contromano un vicolo cieco e sembra non voler rendersene conto: fa
teatro per puro autocompiacimento, dissociata tra
metamorfosi sempre più grottesche ed ermetismi sempre più fini a se stessi,
che - per carità - sono un bell'esercizio di stile «contro il logorio della
vita moderna» nel salotto di casa propria, non di fronte a 10milioni di casalinghe di Voghera. È
troppo comodo arroccarsi sulla propria impenetrabile Torre d'Avorio per poi
lamentarsi che non si è stati capiti. Stranamente, fino a "Senza Pietà"
tutti la capivano perfettamente.
Voto
esibizione regolare:
n.c. |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
n.c.
• Anna Tatangelo: "Essere Una Donna"
Rispetto
a "Doppiamente Fragili", "Volere Volare" e "Ragazza
Di Periferia" ha fatto un bel passo avanti, scrollandosi di dosso l'aria
da madonnina infilzata e provando a darsi un po' di movimento come si confà
ad una ragazza di 19 anni. Che però, negli ultimi 5, è transitata per l'Ariston
ben 4 volte: è possibile che a una teenager possa veramente piacere l'idea
di svernare al Festival di Sanremo per l'intera sua adolescenza? Ad ogni buon
conto, dopo "Ragazza Di Periferia" nel 2005 e "Essere Una Donna"
nel 2006, per il 2007 ci aspettiamo la quadratura della trilogia genealogica
con "Vecchia Babbiona". E chissà che il pubblico [in sala e a casa]
non ricambi il pensiero lanciandola verso il primo posto perso di un soffio
quest'anno...
Voto
esibizione regolare:
5 |
Voto esibizione del Venerdì [con Alberto
Radius e Ricky Portera]:
5 |
Voto finale:
5
• Dolcenera:
"Com'è Straordinaria La Vita"
È
stata solo colpa della bocciatura dell'edizione 2004 se Dolcenera si è
trasformata dall'allegra caciarona di "Siamo Tutti Là Fuori" in una
«Baby Bertè» perenemmente incazzata col mondo e sul punto di piangere e mandare
tutti a cagare ogni tre note, o c'è qualche retroscena che ci sfugge? Sarà
sicuramente stata un'evoluzione artistica, ma sentirle strillare "Com'è
Straordinaria La Vita" come se stesse insultando una mucca che le ha
appena concimato la moquette nuova suona un tantino stridente. Peccato, perchè
quell'allegra caciarona di "Siamo Tutti Là Fuori" ci piaceva proprio...
Voto
esibizione regolare:
4 |
Voto esibizione del Venerdì [con Maurizio
Solieri]:
4 |
Voto finale:
4
• Ivana Spagna: "Noi Non
Possiamo Cambiare"
È
un vero peccato che, per quanto ci provi [in termini quantitativi], non riesca
a ritornare «quella di una volta». Il talento è indiscutibile - lo era anche
quando cantava "Colour My Love" con le Fun Fun, comunque - ma
l'impressione è che sia diventata irreversibilmente anacronistica. Sensazione
strana, per una persona che nel 1986 era avanti di 20 anni e che oggi sembra
indietro di 40. "Noi Non Possiamo Cambiare" è l'ennesimo brano della
discografia di Spagna dell'ultimo decennio di cui nessuno ricorderà mai
più nemmeno che sia esistito, privo di qualunque appeal e di qualunque orecchiabilità.
Adesso la attende la saga di "Music Farm": si aggrapperà a "Gente
Come Noi" o tornerà a sfoderare "Easy Lady" per cercare di reggere
ancora il passo? Un ringraziamento particolare alla Giuria che ci ha liberato,
almeno a Sanremo, dall'incubo dell'ennesima comparsata di Platinette.
Voto
esibizione regolare:
3 |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
3
• Nicky Nicolai: "Lei Ha La Notte"
Rispetto
allo scorso anno ha abbassato il tiro sul versante dell'approccio 'd'essai',
ma per il Festival - o meglio: per l'idea che abbiamo noi del Festival, e che
coincide esattamente con quella che negli Anni 80 gli consentiva di fare il
pieno di ascolti e di vendite - continua a rimanere troppo sofisticata. Se bisogna
avere come minimo un diploma al Conservatorio per riuscire ad apprezzare tutte
le finezze e gli estetismi che si celano dietro la sua canzone, non si capisce
allora perchè non vada a esibirsi direttamente nei Conservatori, anzichè presentarsi
all'Ariston e poi distribuire i propri cd anche all'Ipercoop...
Voto
esibizione regolare:
4 |
Voto esibizione del Venerdì [con Stefano
di Battista]:
5 |
Voto finale:
4 e mezzo
• Simona Bencini: "Tempesta"
Non
vogliamo pensare che stia seguendo anche lei le orme di Spagna, ma da queste
avvisaglie temiamo sinceramente che il rischio ci sia. D'accordo che forse la
musica dei Dirotta Su Cuba per lei era diventata troppo 'leggera', ma è passata da un estremo a
quello opposto senza fasi intermedie di transizione. Finendo che "È
Andata Così" ci è ancora ben viva in memoria dopo 9 anni, "Tempesta"
si è autocancellata dopo 9 minuti. La scelta di Sarah Jane Morris per il duetto
di semifinale era interessante sulla carta, ma ha prodotto risultati coreografici
involontariamente esilaranti, riportandoci alla mente i video degli 883 con
Mauro Repetto...
Voto
esibizione regolare:
5 |
Voto esibizione del Venerdì [con Sarah
Jane Morris]:
4 |
Voto finale:
4 e mezzo
Categoria Gruppi
• Figli di Scampia: "Musica
E Speranza"
Nessuna
sorpresa, nè positiva nè negativa, rispetto a quello che ragionevolmente ci
si poteva [e ci si doveva] aspettare. Brano tipicamente Made in Gigi d'Alessio
con testo in napoletano stretto che, al di fuori di Napoli, in molti non avranno
capito nemmeno in minima parte. Va benissimo, ma è sempre lo stesso discorso:
la medesima opportunità andrebbe data, allora, a qualsiasi dialetto. E non sarebbe
più il Festival «della Canzone Italiana». Domanda: quanti saranno i Figli di
Scampia che ritroveremo a settembre nella prossima edizione di "Amici"?
Voto
esibizione regolare:
4 |
Voto esibizione del Venerdì [con Tullio
de Piscopo]:
5 |
Voto finale:
4 e mezzo
• Mario Venuti & Arancia Sonora: "Un Altro
Posto Nel Mondo"
Altro
caso di involuzione incipiente. Rispetto a "Veramente" e "Crudele",
tutto è diventato più artefatto, affettato e posticcio: le musiche, i testi [ispirati
sistematicamente a fantomatici amori sadomaso che 'bruciano ancora' e relative
variazioni sul tema], perfino l'interpretazione. Se si fosse ripresentato come
solista nella Categoria Uomini forse avrebbe goduto sorte migliore; tra i Gruppi
- categoria con il coefficiente di sopportabilità media più alto di tutta
la manifestazione - l'eliminazione per direttissima è stata più che legittima. Molto
probabilmente non perderà nessun altro fan al di fuori di noi, ma è altrettanto
probabile che non ne troverà neppure di nuovi come gli è successo con "Veramente"
e "Crudele".
Voto
esibizione regolare:
3 |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
3
• Noa + Carlo Fava & Solis String Quartet:
"Un Discorso In Generale"
Il
loro Premio della Critica era già scritto nel Destino sin dal giorno in cui
è stato compilato l'elenco definitivo dei partecipanti - anche se ci piacerebbe
sentire "Un Discorso In Generale" cantata da qualcuno che non rifà
esplicitamente il verso a De Andrè, riuscendoci peraltro in modo discutibile -.
Meno scritta nel Destino, forse, era la reazione di Noa, che prima ha simulato
un'attitudine disinteressata nei confronti della gara e dei suoi meccanismi
e poi, una volta eliminata, ha chiosato che «L'Italia mi ha deluso». Sembra
di sentire le 99 scartate di Miss Italia, che fino a 5 minuti prima del responso
della Giuria «È un gioco» e 5 secondi dopo è un dramma. Se basta questo per
suscitare il suo sdegno, forse l'Italia la conosce ancora troppo poco...
Voto
esibizione regolare:
5 |
Voto esibizione del Venerdì:
/ |
Voto finale:
5
• Nomadi: "Dove Si Va"
Arrivati
alla stretta finale, ovviamente, avrebbero strameritato di vincere loro.
Non è successo, e subito si è riproposto l'annoso problema dei Big autentici
- ovvero quelli non solo con un passato, ma anche con un presente - che, per
non vedersi inspiegabilmente scavalcati da Meteore e mezze calze, al Festival
non ci mettono piede. I Nomadi, se non altro, hanno dato una bella lezione
di sportività a quelli che «Non sono stata capita» e «L'Italia mi
ha deluso», e di composizione a chi crede - più o meno 29 dei 30 artisti in
gara - che a Sanremo si debba parlare sempre e soltanto di «cuore» e «amore».
Voto
esibizione regolare:
7 |
Voto esibizione del Venerdì [con Roberto
Vecchioni]:
7 e mezzo |
Voto finale:
7 e mezzo
• Sugarfree: "Solo Lei Mi Dà"
Al
primo ascolto abbiamo pensato: «Dov'è la canzone?». Al secondo ascolto abbiamo
trovato la canzone e abbiamo pensato «Dov'è il cantante?». Al terzo ascolto
abbiamo trovato anche il cantante - Flavio Oreglio - ed è stata un'epifania:
ci si mette un po' a metabolizzarlo, ma il pezzo funziona. Non
ha la stessa immediatezza di "Cleptomania", ma lavora ai fianchi
finchè entra in testa anche senza volerlo. Azzeccatissima la versione 'catartica'
con inserti narrativi al posto dell'inciso, e decisamente più convincenti i
vocals della registrazione in studio rispetto all'esibizione live.
Voto
esibizione regolare:
6 e mezzo |
Voto esibizione del Venerdì [con Flavio
Oreglio]:
8 |
Voto finale:
7 e mezzo
• Zero Assoluto: "Svegliarsi
La Mattina"
È
bizzarro che, oggi, per essere «la sorpresa del Festival» [come sono
stati definiti all'unanimità gli Zero Assoluto] semplicemente non si debba fare
niente di sorprendente. Gli Zero Assoluto hanno tenuto fede al loro stile e
al loro target senza azzardare una virgola in più del dovuto, e il risultato
è che sono stati la più alta nuova entrata - nonchè l'unica in top 10 - nella
prima classifica Fimi post-sanremese dei singoli. Riff orecchiabilissimo, "tuturuturututtu"
tormentone e nessun divismo alla «lei non sa chi sono io» che, generalmente,
contraddistingue tutte le Nuove Proposte diventate improvvisamente Big grazie
a un singolo fortunato. Decisamente meglio di ogni previsione.
Voto
esibizione regolare:
7 |
Voto esibizione del Venerdì [con Niccolò
Fabi]:
7 e mezzo |
Voto finale:
7 e mezzo
Categoria Giovani
Ingiudicabile.
Più che la Categoria Giovani, sembrava il saggio di fine anno della Discomagic:
c'erano la finta Laura Pausini [Monia Russo], la finta Anna Tatangelo [Helena
Hellwig], i finti Negramaro [Ameba 4 e Deasonika], la finta Elisa [L'Aura], il finto Laura
Bono - ed è tutto dire - [Riccardo Maffoni] e il finto Simone
Cristicchi [Simone Cristicchi]. L'unica cosa che viene da domandarsi, anno dopo
anno, è che genere di musica ascoltino questi "Giovani" - oltre,
naturalmente, a Ella Fitzgerald e Aretha Franklin - per non provare neanche
per sbaglio a cimentarsi in pezzi «alla Depeche Mode», «alla Madonna»,
«alla Hilary Duff», «alla Articolo 31/Gemelli
DiVersi», «alla Subsonica», «alla Goldfrapp», «alla t.A.T.u.» o «alla qualunque
altra cosa» che, diversamente da loro, vende ben più di una copia e suona ben
più 'giovane'.
Nel 2005 gli
Zero Assoluto [con "Semplicemente"] furono scartati e i Negramaro
eliminati alla prima serata: i primi sono poi arrivati al #3 dei singoli, i
secondi sono in classifica da 52 settimane negli album. In compenso, Laura Bono,
che invece aveva vinto, è finita dritta a "Music Farm" senza nemmeno
ripassare dal Via.
Vediamo a chi toccherà stavolta l'onore di bissarne le sorti, da una parte e dall'altra.
•
Al Bano: "Sei La Mia Luce"
In
attesa che escano - se mai usciranno - i singoli degli altri scartati come lui
per farci un'idea più ampia di cosa ci siamo persi, grazie al "Grande Fratello"
possiamo iniziare a testimoniare che con Al Bano non ci siamo persi assolutamente
niente. Sia perchè, tanto, il giovedì era puntualmente in onda lo stesso, benchè
su un altro canale, sia perchè la sua canzone non avrebbe spostato di una virgola
l'esito nè della classifica nè del gradimento. Anche lui, come Anna Oxa, è diventata
una macchietta pirandelliana fuori controllo: come 'artista', crede che bastino
un paio di acuti a fare bella [o vendibile] una canzone; come 'persona', sta
passando la vita tra reality show e programmi di opinionismo. Ma che senso ha continuare a sfidare se stessi
per dimostrare di poter fare ancora peggio?
Voto:
2
Categoria Presentatori
• Giorgio
Panariello
Se
c'è voluto il Festival di Sanremo per far capire finalmente alla gente che non
sa far ridere e non sa presentare - noi sono anni che ci permettiamo educatamente
di farlo notare -, allora ben vengano questo e altri 100mila Sanremo come questo.
Certo, non gli si può non riconoscere l'abilità di essere riuscito in un'impresa
che per chiunque altro sarebbe stata probabilmente inimmaginabile [se non impossibile]:
quella di trasformare in cenere qualunque cosa ha toccato e di fare poltiglia
di pubblico e spettatori. Ha preso 1 milione di €uro per fare esattamente ciò
che voleva come voleva, compreso scegliere personalmente cantanti e brani in
gara: stando così le cose, c'è poco da arrabattarsi per trovare alibi da 3za
elementare grattando ogni millimetro di specchio disponibile. Prima la colpa
del flop era degli spot; quando gli è stato fatto notare che il protagonista
degli spot era sempre e comunque lui, la colpa è diventata di John Travolta e degli ospiti
stranieri; quando gli è stato fatto notare che gli ospiti stranieri avevano
dato un [non] contributo analogo anche nell'edizione record di Bonolis, la colpa
è diventata del fatto che mancavano i comici; quando anche la serata con i comici
si è rivelata un bluff disastroso, la colpa è diventata del pubblico che non ha capito
la qualità dei «progetti musicali» in gara.
Il vero problema, però, è questo: se un operaio di una catena di montaggio dimostrasse la stessa produttività
di Panariello - peraltro con un centesimo di busta paga -, verrebbe licenziato
seduta stante a pedate nel culo. Non solo, invece, Panariello continueremo
a trovarcelo di fronte indefessamente come prima e più di prima, ma temiamo
che prossimamente
una analoga chance di dimostrare a tutti quanto [non] vale verrà data anche
al suo 'gemello' Carlo Conti. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: sarà la benvenuta.
Voto
complessivo:
impronunciabile
• Victoria
Cabello
God
save the Queen. Fortuna che c'era lei, esattamente come Paola Cortellesi due
anni fa, a tenere alto il ritmo della presentazione e a dimostrare che non bisogna
inventarsi chissà quali acrobazie da bischeraccio toscano per strappare una
risata di gusto. Ironica e sopra le righe - ma mai eccessiva o caricaturale
-, meritava di condurre tutto il Festival da sola. Esilaranti la gaffe del titolo
del pezzo di Zarrillo [freudianamente scambiato per "L'Alfabeto Degli Animali":
evvvai!!!], lo sketch della
'mappatura' del pubblico presente in sala, quello con Del Noce e Alba Parietti
che non sapevano nemmeno come si intitolassero le canzoni in gara e gli
stacchetti da antagonista delle 4 Top Model. Ci piacerebbe che adesso facesse
il definitivo salto di qualità che è ampiamente alla sua portata e rinunciase
a
impelagarsi in format da 'poco più che Velina' come "Very Victoria".
Voto
complessivo:
10
• Ilary
Blasi
La critica
l'ha incensata su tutti i fronti, senza però farci la grazia di argomentarci
il perchè [in base alla consuetudine, sempre più diffusa, che se critichi possono
non bastare 300mila motivazioni, se invece inciuci non hai bisogno di trovarne
nemmeno una]. Sulla breve distanza di "Top Of The Pops" la sua inutilità
riusciva a passare anche relativamente inosservata, su 5 serate da 4 ore
l'una più che un palo con dei bei vestiti addosso non è riuscita ad apparire.
Un confronto con Victoria sarebbe ingeneroso e inopportuno, trattandosi di sue
stili - e due carature - completamente diversi, ma anche presa da sola, al massimo,
poteva far venire voglia di trovarsi più spesso davanti lei di Panariello. Ma
questo anche Anna Oxa.
Voto
complessivo:
5
Categoria Ospiti
La solita offesa ai soldi dei contribuenti e nulla più. Nessun valore aggiunto - gli attori, italiani e stranieri, si sono prestati [quand'anche lo hanno fatto] a siparietti promozionali di aria fritta; i cantanti o erano in playback o erano lì per testimoniare che, non appena si diventa "qualcuno", di Sanremo ci si ricorda soltanto dietro lauto compenso nonostante proprio da lì si sia usciti -, nessuno sprazzo di divertimento o anche solo del più becero intrattenimento. Posto che ogni anno cambiano i nomi ma non i risultati, non è che proprio non serve a niente portare degli ospiti al Festival? Devolvessero in beneficenza i cachet che danno a loro, sfamerebbero l'intera Africa per un anno abbondante, anzichè pagare aerei, alberghi, ristoranti, autisti, vizi e stravizi a John Travolta, John Cena e Jesse McCartney...
A MODO MIO (CRUDELE)
Il Festival di Sanremo visto dai Bottomaniaci:
• "Un
Discorso In Generale" [ovvero:
Il Bicchiere Pieno Per Metà (o per un decimo?)] di Carmelo Baldanza
• "Il
Pagellone Finale" di Carmelo Baldanza
• "Tutti
Morimmo A Stento" [ovvero:
Rovinosamente Precipitando Tra i Liquami e i Rottami Trascinati a Valle Dalla
Piena] di Etrigan
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