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:una pagina senza quadretti:

 

Presenta Giorgio Panariello con Victoria Cabello e Ilary Blasi. Vince Povia con "Vorrei Avere Il Becco" e si spartiscono i restanti titoli di categoria Anna Tatangelo [Donne] con "Essere Una Donna", i Nomadi [Gruppi] con "Dove Si Va" e Riccardo Maffoni [Giovani] con "Sole Negli Occhi". Il Premio della Critica 'Mia Martini' va invece a Carlo Fava + Noa & i Solis String Quartet con "Un Discorso In Generale".
È la peggiore edizione dell'intera storia del Festival, sia in termini qualitativi - non si salva praticamente niente e nessuno, dagli autori ai cantanti in gara e dagli ospiti alle scenografie - che in termini quantitativi  - share e numero dei telespettatori si prosciugano toccando cifre ancora più umilianti dei Sanremo di Simona Ventura e Raffaella Carrà -. Perfino platea e galleria, inquadrate dall'impietosa regia di Paolo Baldì, appaiono per la prima volta a memoria d'uomo punteggiate di posti vuoti anche durante la serata finale. Eppure, a sentire Panariello, è tutto «straordinario» [l'aggettivo gli esce di bocca fino a 32 volte nella stessa serata], a cominciare dai «progetti musicali» che lui e GianMarco Mazzi selezionano personalmente uno per uno: tra questi, l'unico a destare un minimo sindacale di interesse pubblico è quello di Anna Oxa, peraltro presentatasi in veste di parodia di se stessa ed eliminata dalla Giuria Demoscopica già alla prima tornata di voti, mentre gli altri lasciano talmente indifferenti che non si riesce nemmeno a parlarne male.
Come già nel 2005, le esibizioni più riuscite sono quelle del venerdì, con le 12 canzoni dei Big rimasti in gara riarrangiate in versione 'duetto' e puntualmente migliori di quelle originali. Purtroppo, però, nessuna di queste viene poi inclusa nelle distribuzioni discografiche ufficiali nemmeno in qualità di bonus track.
Qualche buonanima sostiene di aver visto transitare per l'Ariston anche John Travolta, Orlando Bloom, Jesse McCartney, Hilary Duff e Gavin DeGraw, ma l'ora tarda e i tempi di permanenza dei suddetti 'artisti' sul palcoscenico fanno pensare si sia trattato, piuttosto, dell'effetto collaterale di qualche allucinogeno assunto in dosi eccessive per immaginare di essere davanti ad un qualunque Festival degli Anni 80.
Altro non succede o, se succede, viene completamente inghiottito dalla noia e dalla mediocrità imperante.



 



Categoria Uomini

Alex Britti: "...Solo Con Te"
Sarà che «Ubi major minor cessat», ma quest'anno sfidiamo il nostro stesso arbitrio e lo salviamo dalla gogna. Il suo pezzo, per quanto simile a "7000 Caffè", è però più coinvolgente e meno programmato per strappare i canonici «An'vedi questo, oh!» durante gli assoli di chitarra, soprattutto nella versione riarrangiata con la Britti Blues Band. Che poi Alex continui ad avere le idee poco chiare sul tipo di musica che intende rappresentare, ormai è appurato e non ha senso tornarci sopra per la 3miliardesima volta.
Voto esibizione regolare: 6 | Voto esibizione del Venerdì [con Max Gazzè e la Britti Blues Band]: 7 | Voto finale: 6 e mezzo

Gianluca Grignani: "Liberi Di Sognare"
Non si può dire che ricicla imperterrito da 11 anni sempre la stessa canzone [con il solo, episodico fuori programma de "L'Aiuola"] perchè si viene immediatamente accusati di essere perfidi e incompetenti. E va bene: siamo perfidi e incompetenti. E come noi, a quanto pare, anche tutti quelli che hanno i coglioni tritati dal suo "male di vivere" a oltranza e lo hanno rispedito a sognare liberamente a casa sua. Non che ci sentiremmo a disagio nell'essere gli unici a dimostrare incompatibilità verso il repertorio di Grignani, ma ci piace pensare di essere in ottima compagnia.
Voto esibizione regolare: 3 | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: 3

Luca Dirisio: "Sparirò"
È caduto anche lui nella tentazione di sconfessare le sue origini per dimostrare di saper andare al di là delle canzonette one-shot che lo avevano proiettato in cime alle classifiche. Gli è andata male, com'era andata male più o meno a tutti quelli che ci avevano provato prima di lui. Non vorremmo che il titolo finisse per diventare profetico e che venisse sconfessato solo da qualche ripescaggio per un prossimo reality show. E non vorremmo che poi, per provare a rilanciarsi, tornasse da finto figliol prodigo alle canzonette one shot: a quelli che ci hanno provato prima di lui, anche in questo caso, è sempre andata male.
Voto esibizione regolare: 2 | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: 2

Michele Zarrillo: "L'Alfabeto Degli Amanti"
Dicono sia un poeta, e, a maggior ragione, da un poeta ci si aspetterebbe qualche intuizione minimamente più sofisticata di «Questo è il tempo di vivere te / fino all'ultima parte di me / perchè il mondo ha deluso anche te / ora devi fidarti di me». Dicono anche che sia un autore, e, a maggior ragione, da un autore ci si aspetterebbe qualche intuizione minimamente più originale della fotocopia di un brano di Venditti. Dicessero che è anche uno stilista o un trendsetter, forse ci crederemmo di più, nonostante - o forse proprio per questo - non cambi una sola virgola del suo look dalla Notte dei Tempi. In cui peraltro era già in gara a Sanremo con una canzone identica a questa.
Voto esibizione regolare: 2 | Voto esibizione del Venerdì [con Tiziano Ferro]: 4 | Voto finale: 3

Povia: "Vorrei Avere Il Becco"
Già titolo e ritornello, da soli, si prestano a tante di quelle parafrasi da bagni dell'Autogrill che verrebbe voglia di dargli la sufficienza unicamente per non sparare sulla Croce Rossa. Però ha vinto, e - con una canzone del genere - la cosa assume i contorni di una presa per il culo, togliendoci ogni simpatia perfino per quel 'grazioso' versetto del piccione ripetuto a piè sospinto. È tutto identico a "I Bambini Fanno Oh" ma, ovviamente, molto meno spontaneo e ancora più ruffiano. Come la dedica della sua vittoria ai genitori, che sembra una lettera strappamutanda per qualche concorrente di "Amici" durante le sfide serali. La Repubblica, all'indomani del suo trionfo, titola: «Vince Giovanni [anzichè Giuseppe, ndA] Povia». Forse, oltre al becco, dovrebbe preoccuparsi anche di volere un nome.
Voto esibizione regolare: 5 | Voto esibizione del Venerdì [con Francesco Baccini]: 6 | Voto finale: 5 e mezzo

Ron: "L'Uomo Delle Stelle"
Lodevole l'iniziativa di beneficenza, bello l'arrangiamento orchestrale [un po' sacrificato quello della versione in studio] e il vago retrogusto di un'occasione incompiuta. Poteva essere un'altra delle pochissime canzoni almeno in parte diverse rispetto a tutto il blob di stucchevole 'melodia italiana' vecchia di cent'anni, e invece non decolla mai come ci si aspetterebbe, finendo per scorrere via troppo facilmente rispetto alle incoraggianti premesse. Pittoresco ma sottotono anche l'accompagnamento di Loredana Bertè nel 'duetto a tre' insieme a Tosca nella serata delle semifinali.
Voto esibizione regolare: 6 | Voto esibizione del Venerdì [con Tosca e Loredana Bertè]: | Voto finale: 6

 

Categoria Donne

Anna Oxa: "Processo A Me Stessa"
Cos'altro si può aggiungere a tutto ciò che è già stato detto, ridetto, scritto e riscritto al proposito negli ultimi 14 giorni? Da "L'Eterno Movimento" in poi, Anna Oxa ha imboccato contromano un vicolo cieco e sembra non voler rendersene conto: fa teatro per puro autocompiacimento, dissociata tra metamorfosi sempre più grottesche ed ermetismi sempre più fini a se stessi, che - per carità - sono un bell'esercizio di stile «contro il logorio della vita moderna» nel salotto di casa propria, non di fronte a 10milioni di casalinghe di Voghera. È troppo comodo arroccarsi sulla propria impenetrabile Torre d'Avorio per poi lamentarsi che non si è stati capiti. Stranamente, fino a "Senza Pietà" tutti la capivano perfettamente.
Voto esibizione regolare: n.c. | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: n.c.

Anna Tatangelo: "Essere Una Donna"
Rispetto a "Doppiamente Fragili", "Volere Volare" e "Ragazza Di Periferia" ha fatto un bel passo avanti, scrollandosi di dosso l'aria da madonnina infilzata e provando a darsi un po' di movimento come si confà ad una ragazza di 19 anni. Che però, negli ultimi 5, è transitata per l'Ariston ben 4 volte: è possibile che a una teenager possa veramente piacere l'idea di svernare al Festival di Sanremo per l'intera sua adolescenza? Ad ogni buon conto, dopo "Ragazza Di Periferia" nel 2005 e "Essere Una Donna" nel 2006, per il 2007 ci aspettiamo la quadratura della trilogia genealogica con "Vecchia Babbiona". E chissà che il pubblico [in sala e a casa] non ricambi il pensiero lanciandola verso il primo posto perso di un soffio quest'anno...
Voto esibizione regolare: 5 | Voto esibizione del Venerdì [con Alberto Radius e Ricky Portera]: 5 | Voto finale: 5

Dolcenera: "Com'è Straordinaria La Vita"
È stata solo colpa della bocciatura dell'edizione 2004 se Dolcenera si è trasformata dall'allegra caciarona di "Siamo Tutti Là Fuori" in una «Baby Bertè» perenemmente incazzata col mondo e sul punto di piangere e mandare tutti a cagare ogni tre note, o c'è qualche retroscena che ci sfugge? Sarà sicuramente stata un'evoluzione artistica, ma sentirle strillare "Com'è Straordinaria La Vita" come se stesse insultando una mucca che le ha appena concimato la moquette nuova suona un tantino stridente. Peccato, perchè quell'allegra caciarona di "Siamo Tutti Là Fuori" ci piaceva proprio...
Voto esibizione regolare: 4 | Voto esibizione del Venerdì [con Maurizio Solieri]: 4 | Voto finale: 4

Ivana Spagna: "Noi Non Possiamo Cambiare"
È un vero peccato che, per quanto ci provi [in termini quantitativi], non riesca a ritornare «quella di una volta». Il talento è indiscutibile - lo era anche quando cantava "Colour My Love" con le Fun Fun, comunque - ma l'impressione è che sia diventata irreversibilmente anacronistica. Sensazione strana, per una persona che nel 1986 era avanti di 20 anni e che oggi sembra indietro di 40. "Noi Non Possiamo Cambiare" è l'ennesimo brano della discografia di Spagna dell'ultimo decennio di cui nessuno ricorderà mai più nemmeno che sia esistito, privo di qualunque appeal e di qualunque orecchiabilità. Adesso la attende la saga di "Music Farm": si aggrapperà a "Gente Come Noi" o tornerà a sfoderare "Easy Lady" per cercare di reggere ancora il passo? Un ringraziamento particolare alla Giuria che ci ha liberato, almeno a Sanremo, dall'incubo dell'ennesima comparsata di Platinette.
Voto esibizione regolare: 3 | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: 3

Nicky Nicolai: "Lei Ha La Notte"
Rispetto allo scorso anno ha abbassato il tiro sul versante dell'approccio 'd'essai', ma per il Festival - o meglio: per l'idea che abbiamo noi del Festival, e che coincide esattamente con quella che negli Anni 80 gli consentiva di fare il pieno di ascolti e di vendite - continua a rimanere troppo sofisticata. Se bisogna avere come minimo un diploma al Conservatorio per riuscire ad apprezzare tutte le finezze e gli estetismi che si celano dietro la sua canzone, non si capisce allora perchè non vada a esibirsi direttamente nei Conservatori, anzichè presentarsi all'Ariston e poi distribuire i propri cd anche all'Ipercoop...
Voto esibizione regolare: 4 | Voto esibizione del Venerdì [con Stefano di Battista]: 5 | Voto finale: 4 e mezzo

Simona Bencini: "Tempesta"
Non vogliamo pensare che stia seguendo anche lei le orme di Spagna, ma da queste avvisaglie temiamo sinceramente che il rischio ci sia. D'accordo che forse la musica dei Dirotta Su Cuba per lei era diventata troppo 'leggera', ma è passata da un estremo a quello opposto senza fasi intermedie di transizione. Finendo che "È Andata Così" ci è ancora ben viva in memoria dopo 9 anni, "Tempesta" si è autocancellata dopo 9 minuti. La scelta di Sarah Jane Morris per il duetto di semifinale era interessante sulla carta, ma ha prodotto risultati coreografici involontariamente esilaranti, riportandoci alla mente i video degli 883 con Mauro Repetto...
Voto esibizione regolare: 5 | Voto esibizione del Venerdì [con Sarah Jane Morris]: 4 | Voto finale: 4 e mezzo

 

Categoria Gruppi

Figli di Scampia: "Musica E Speranza"
Nessuna sorpresa, nè positiva nè negativa, rispetto a quello che ragionevolmente ci si poteva [e ci si doveva] aspettare. Brano tipicamente Made in Gigi d'Alessio con testo in napoletano stretto che, al di fuori di Napoli, in molti non avranno capito nemmeno in minima parte. Va benissimo, ma è sempre lo stesso discorso: la medesima opportunità andrebbe data, allora, a qualsiasi dialetto. E non sarebbe più il Festival «della Canzone Italiana». Domanda: quanti saranno i Figli di Scampia che ritroveremo a settembre nella prossima edizione di "Amici"?
Voto esibizione regolare: 4 | Voto esibizione del Venerdì [con Tullio de Piscopo]: 5 | Voto finale: 4 e mezzo

Mario Venuti & Arancia Sonora: "Un Altro Posto Nel Mondo"
Altro caso di involuzione incipiente. Rispetto a "Veramente" e "Crudele", tutto è diventato più artefatto, affettato e posticcio: le musiche, i testi [ispirati sistematicamente a fantomatici amori sadomaso che 'bruciano ancora' e relative variazioni sul tema], perfino l'interpretazione. Se si fosse ripresentato come solista nella Categoria Uomini forse avrebbe goduto sorte migliore; tra i Gruppi - categoria con il coefficiente di sopportabilità media più alto di tutta la manifestazione - l'eliminazione per direttissima è stata più che legittima. Molto probabilmente non perderà nessun altro fan al di fuori di noi, ma è altrettanto probabile che non ne troverà neppure di nuovi come gli è successo con "Veramente" e "Crudele".
Voto esibizione regolare: 3 | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: 3

Noa + Carlo Fava & Solis String Quartet: "Un Discorso In Generale"
Il loro Premio della Critica era già scritto nel Destino sin dal giorno in cui è stato compilato l'elenco definitivo dei partecipanti - anche se ci piacerebbe sentire "Un Discorso In Generale" cantata da qualcuno che non rifà esplicitamente il verso a De Andrè, riuscendoci peraltro in modo discutibile -. Meno scritta nel Destino, forse, era la reazione di Noa, che prima ha simulato un'attitudine disinteressata nei confronti della gara e dei suoi meccanismi e poi, una volta eliminata, ha chiosato che «L'Italia mi ha deluso». Sembra di sentire le 99 scartate di Miss Italia, che fino a 5 minuti prima del responso della Giuria «È un gioco» e 5 secondi dopo è un dramma. Se basta questo per suscitare il suo sdegno, forse l'Italia la conosce ancora troppo poco...
Voto esibizione regolare: 5 | Voto esibizione del Venerdì: / | Voto finale: 5

Nomadi: "Dove Si Va"
Arrivati alla stretta finale, ovviamente, avrebbero strameritato di vincere loro. Non è successo, e subito si è riproposto l'annoso problema dei Big autentici - ovvero quelli non solo con un passato, ma anche con un presente - che, per non vedersi inspiegabilmente scavalcati da Meteore e mezze calze, al Festival non ci mettono piede. I Nomadi, se non altro, hanno dato una bella lezione di sportività a quelli che «Non sono stata capita» e «L'Italia mi ha deluso», e di composizione a chi crede - più o meno 29 dei 30 artisti in gara - che a Sanremo si debba parlare sempre e soltanto di «cuore» e «amore».
Voto esibizione regolare: 7 | Voto esibizione del Venerdì [con Roberto Vecchioni]: 7 e mezzo | Voto finale: 7 e mezzo

Sugarfree: "Solo Lei Mi Dà"
Al primo ascolto abbiamo pensato: «Dov'è la canzone?». Al secondo ascolto abbiamo trovato la canzone e abbiamo pensato «Dov'è il cantante?». Al terzo ascolto abbiamo trovato anche il cantante - Flavio Oreglio - ed è stata un'epifania: ci si mette un po' a metabolizzarlo, ma il pezzo funziona. Non ha la stessa immediatezza di "Cleptomania", ma lavora ai fianchi finchè entra in testa anche senza volerlo. Azzeccatissima la versione 'catartica' con inserti narrativi al posto dell'inciso, e decisamente più convincenti i vocals della registrazione in studio rispetto all'esibizione live.
Voto esibizione regolare: 6 e mezzo | Voto esibizione del Venerdì [con Flavio Oreglio]: 8 | Voto finale: 7 e mezzo

Zero Assoluto: "Svegliarsi La Mattina"
È bizzarro che, oggi, per essere «la sorpresa del Festival» [come sono stati definiti all'unanimità gli Zero Assoluto] semplicemente non si debba fare niente di sorprendente. Gli Zero Assoluto hanno tenuto fede al loro stile e al loro target senza azzardare una virgola in più del dovuto, e il risultato è che sono stati la più alta nuova entrata - nonchè l'unica in top 10 - nella prima classifica Fimi post-sanremese dei singoli. Riff orecchiabilissimo, "tuturuturututtu" tormentone e nessun divismo alla «lei non sa chi sono io» che, generalmente, contraddistingue tutte le Nuove Proposte diventate improvvisamente Big grazie a un singolo fortunato. Decisamente meglio di ogni previsione.
Voto esibizione regolare: | Voto esibizione del Venerdì [con Niccolò Fabi]: 7 e mezzo | Voto finale: 7 e mezzo

 

Categoria Giovani

Ingiudicabile. Più che la Categoria Giovani, sembrava il saggio di fine anno della Discomagic: c'erano la finta Laura Pausini [Monia Russo], la finta Anna Tatangelo [Helena Hellwig], i finti Negramaro [Ameba 4 e Deasonika], la finta Elisa [L'Aura], il finto Laura Bono - ed è tutto dire - [Riccardo Maffoni] e il finto Simone Cristicchi [Simone Cristicchi]. L'unica cosa che viene da domandarsi, anno dopo anno, è che genere di musica ascoltino questi "Giovani" - oltre, naturalmente, a Ella Fitzgerald e Aretha Franklin - per non provare neanche per sbaglio a cimentarsi in pezzi «alla Depeche Mode», «alla Madonna», «alla Hilary Duff», «alla Articolo 31/Gemelli DiVersi», «alla Subsonica», «alla Goldfrapp», «alla t.A.T.u.» o «alla qualunque altra cosa» che, diversamente da loro, vende ben più di una copia e suona ben più 'giovane'.
Nel 2005 gli Zero Assoluto [con "Semplicemente"] furono scartati e i Negramaro eliminati alla prima serata: i primi sono poi arrivati al #3 dei singoli, i secondi sono in classifica da 52 settimane negli album. In compenso, Laura Bono, che invece aveva vinto, è finita dritta a "Music Farm" senza nemmeno ripassare dal Via. Vediamo a chi toccherà stavolta l'onore di bissarne le sorti, da una parte e dall'altra.

 

Al Bano: "Sei La Mia Luce"
In attesa che escano - se mai usciranno - i singoli degli altri scartati come lui per farci un'idea più ampia di cosa ci siamo persi, grazie al "Grande Fratello" possiamo iniziare a testimoniare che con Al Bano non ci siamo persi assolutamente niente. Sia perchè, tanto, il giovedì era puntualmente in onda lo stesso, benchè su un altro canale, sia perchè la sua canzone non avrebbe spostato di una virgola l'esito nè della classifica nè del gradimento. Anche lui, come Anna Oxa, è diventata una macchietta pirandelliana fuori controllo: come 'artista', crede che bastino un paio di acuti a fare bella [o vendibile] una canzone; come 'persona', sta passando la vita tra reality show e programmi di opinionismo. Ma che senso ha continuare a sfidare se stessi per dimostrare di poter fare ancora peggio?
Voto: 2

 

Categoria Presentatori

Giorgio Panariello
Se c'è voluto il Festival di Sanremo per far capire finalmente alla gente che non sa far ridere e non sa presentare - noi sono anni che ci permettiamo educatamente di farlo notare -, allora ben vengano questo e altri 100mila Sanremo come questo. Certo, non gli si può non riconoscere l'abilità di essere riuscito in un'impresa che per chiunque altro sarebbe stata probabilmente inimmaginabile [se non impossibile]: quella di trasformare in cenere qualunque cosa ha toccato e di fare poltiglia di pubblico e spettatori. Ha preso 1 milione di €uro per fare esattamente ciò che voleva come voleva, compreso scegliere personalmente cantanti e brani in gara: stando così le cose, c'è poco da arrabattarsi per trovare alibi da 3za elementare grattando ogni millimetro di specchio disponibile. Prima la colpa del flop era degli spot; quando gli è stato fatto notare che il protagonista degli spot era sempre e comunque lui, la colpa è diventata di John Travolta e degli ospiti stranieri; quando gli è stato fatto notare che gli ospiti stranieri avevano dato un [non] contributo analogo anche nell'edizione record di Bonolis, la colpa è diventata del fatto che mancavano i comici; quando anche la serata con i comici si è rivelata un bluff disastroso, la colpa è diventata del pubblico che non ha capito la qualità dei «progetti musicali» in gara.
Il vero problema, però, è questo: se un operaio di una catena di montaggio dimostrasse la stessa produttività di Panariello - peraltro con un centesimo di busta paga -, verrebbe licenziato seduta stante a pedate nel culo. Non solo, invece, Panariello continueremo a trovarcelo di fronte indefessamente come prima e più di prima, ma temiamo che prossimamente una analoga chance di dimostrare a tutti quanto [non] vale verrà data anche al suo 'gemello' Carlo Conti. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: sarà la benvenuta.
Voto complessivo: impronunciabile

Victoria Cabello
God save the Queen. Fortuna che c'era lei, esattamente come Paola Cortellesi due anni fa, a tenere alto il ritmo della presentazione e a dimostrare che non bisogna inventarsi chissà quali acrobazie da bischeraccio toscano per strappare una risata di gusto. Ironica e sopra le righe - ma mai eccessiva o caricaturale -, meritava di condurre tutto il Festival da sola. Esilaranti la gaffe del titolo del pezzo di Zarrillo [freudianamente scambiato per "L'Alfabeto Degli Animali": evvvai!!!], lo sketch della 'mappatura' del pubblico presente in sala, quello con Del Noce e Alba Parietti che non sapevano nemmeno come si intitolassero le canzoni in gara e gli stacchetti da antagonista delle 4 Top Model. Ci piacerebbe che adesso facesse il definitivo salto di qualità che è ampiamente alla sua portata e rinunciase a impelagarsi in format da 'poco più che Velina' come "Very Victoria".
Voto complessivo: 10

Ilary Blasi
La critica l'ha incensata su tutti i fronti, senza però farci la grazia di argomentarci il perchè [in base alla consuetudine, sempre più diffusa, che se critichi possono non bastare 300mila motivazioni, se invece inciuci non hai bisogno di trovarne nemmeno una]. Sulla breve distanza di "Top Of The Pops" la sua inutilità riusciva a passare anche relativamente inosservata, su 5 serate da 4 ore l'una più che un palo con dei bei vestiti addosso non è riuscita ad apparire. Un confronto con Victoria sarebbe ingeneroso e inopportuno, trattandosi di sue stili - e due carature - completamente diversi, ma anche presa da sola, al massimo, poteva far venire voglia di trovarsi più spesso davanti lei di Panariello. Ma questo anche Anna Oxa.
Voto complessivo: 5

 

Categoria Ospiti

La solita offesa ai soldi dei contribuenti e nulla più. Nessun valore aggiunto - gli attori, italiani e stranieri, si sono prestati [quand'anche lo hanno fatto] a siparietti promozionali di aria fritta; i cantanti o erano in playback o erano lì per testimoniare che, non appena si diventa "qualcuno", di Sanremo ci si ricorda soltanto dietro lauto compenso nonostante proprio da lì si sia usciti -, nessuno sprazzo di divertimento o anche solo del più becero intrattenimento. Posto che ogni anno cambiano i nomi ma non i risultati, non è che proprio non serve a niente portare degli ospiti al Festival? Devolvessero in beneficenza i cachet che danno a loro, sfamerebbero l'intera Africa per un anno abbondante, anzichè pagare aerei, alberghi, ristoranti, autisti, vizi e stravizi a John Travolta, John Cena e Jesse McCartney...


A MODO MIO (CRUDELE)

Il Festival di Sanremo visto dai Bottomaniaci:

 "Un Discorso In Generale" [ovvero: Il Bicchiere Pieno Per Metà (o per un decimo?)] di Carmelo Baldanza
 "Il Pagellone Finale" di Carmelo Baldanza
 "Tutti Morimmo A Stento" [ovvero: Rovinosamente Precipitando Tra i Liquami e i Rottami Trascinati a Valle Dalla Piena] di Etrigan


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