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aggiornamento
del 19.12.2005
:dimenticabilia
di una stagione:
1. VIOLA »
"STILL I"
Niente in contrario
se una persona che già è difficile definire "attrice" vuole dimostrare
a tempo perso di saper cantare ancora peggio di come recita. Quello che ci disturba
è che il suo tempo perso [poco più di mezz'ora] possa costare 20 euro, nemmeno
fosse Beethoven. E poi si lamentano della pirateria?
2. JAMES BLUNT »
"YOU'RE BEAUTIFUL"
Lagnosissimo stereotipo
di flebo-sound molesto se ascoltato una volta, nocivo se ascoltato
due volte, letale se ascoltato dalle tre volte in su. Non abbiamo assolutamente
niente contro James Blunt: è il suo 'stile' che, per quanto personale, ci
fa lo stesso effetto di una martellata sui coglioni.
3. ALEX BRITTI »
"FESTA"
/ "PRENDERE O LASCIARE"
Neppure
la firma di Maurizio Costanzo ha risparmiato a Britti uno dei
peggiori flop dell'anno. Virtuosisimi e manierismi ad oltranza sarebbero anche
apprezzabili, se solo non si distribuissero poi i propri cd nei supermercati
e non si andasse a fare il trenino a "Buona Domenica" in crisi
di popolarità. Una volta di più, poche idee ma confuse.
4. JENNIFER LOPEZ »
"GET RIGHT"
La preferivamo
più Velina e meno snob ai tempi di "If You Had My Love" e "Waiting
For Tonight". Da quando ha deciso che il filone r&b è quello
che esalta al meglio le sue doti artistiche [?] sembra di sentire sempre la
stessa canzone, e puntualmente non ne rimane traccia. Contenta lei...
5. DADDY YANKEE »
"GASOLINA"
Ormai è diventata
una tradizione il fatto che, ogni anno, esploda il tormentone da Circo
Latino che si esaurisce nel giro di tre mesi o poco più. Prima le Las Ketchup,
poi Lorna, poi gli Aventura, adesso Daddy Yankee. Confidiamo nei precedenti,
tremando però all'idea di quel che ci attenderà nel 2006.
6. DOLCENERA »
"MAI PIÙ NOI DUE"/"CONTINUA"
Era
così divertente la Dolcenera di "Siamo Tutti Là Fuori"... Perchè questa
metamorfosi in 'babyBertè' tutta lamenti e drammi esistenziali? Certo, le classifiche
le hanno dato ragione [e le classifiche hanno sempre ragione], ma quando non
dovesse più funzionare si infilerà anche lei nel baratro trasformistico di
Anna Oxa e Paola & Chiara?
7. DESTINY'S CHILD »
"LOSE MY BREATH"
Alleluja:
le tre ultrasupersuperamicissimeperlapelle tutte «Non ci separeremo mai e chi
mette in giro queste voci è il solito malato d'invidia» si sono finalmente sciolte
e non ci regaleranno - a peso d'oro - altre primizie di talento come questa.
In realtà, visto che era già tutto scritto, non potevano direttamente risparmiarci
anche questa?
8. CHEMICAL BROTHERS »
"GALVANIZE"
Delusione.
Eravamo già pronti con la bava alla bocca a incensare qualche nuova idea delle
due schegge impazzite dell'elettrotechno, e invece ci siamo ritrovati tra le
mani un concentrato di stilosità supertrendy decisamente poco entusiasmanti. Meglio
"Believe", anche se di nuovo c'è ben poco.
9. DAFT PUNK »
"ROBOT ROCK"
Idem come
sopra. La sensazione è che i Daft Punk stiano cominciando a ragionare col senno
del «genius at work»: qualunque cosa gli esca dalla tastiera dev'essere osannata
a prescindere per non sentirsi sospettati di non averla capita. E se invece
fosse un'idiozia veramente?
10. THE DARKNESS »
"ONE WAY TICKET"
Quella
che nel primo album sembrava autoironia è diventata semplicemente autoreferenzialità. D'accordo
l'ispirazione al Glam anni 70, d'accordo l'eredità del Rock anni 80...
Ma allora perchè dover comprare un disco dei The Darkness e non quello
di un qualunque gruppo glam anni 70 o rock anni 80?
1. BLOG
27 »
"UH LA LA LA"
Non ci sono
ben chiare le velleità e le ambizioni di chi partorisce la cover di un brano
del 1997 senza cambiare una virgola nell'arrangiamento e sostituendo semplicemente
il verso «Love me tonight» del ritornello con «Stay with me», per giunta fuori
metrica. Aridatece Alexia.
2. VERONA »
"TI SENTO"
Il mito della
compianta JK - biondissima, fichissima, bambolosissima e stranamente
anche intonatissima - rivive in questa produzione svedese che merita di essere
ricordata più per l'esilarante pronuncia delle lyrics che per tutto il resto.
Aridatece anche i Matia Bazar degli Anni 80.
3. MATTIA
MISSIROLI & I RAGAZZI DEL CERVIA »
"UN CHA CHA CHA"/"CAMPIONI
NEL CUORE"
Quanto potrà valere
tra una ventina d'anni questo cd singolo agli occhi dei collezionisti? Nel dubbio,
intanto ce lo siamo procacciato [soprattutto per avere la prova schiacciante che
sia mai esistito veramente]: alla peggio, lo useremo come sottobicchiere. Aridatece pure
i Champions con Ruud Gullit.
nota:
la classifca è compilata esclusivamente in base ai film che abbiamo visto
e - pertanto - avuto modo di giudicare
1. "ROMANZO
CRIMINALE" » di
Michele Placido con Kim Rossi Stuart [drammatico]
La
Banda della Magliana riletta in chiave post-Muccino: due ore di soap opera con
qualche sparatoria in mezzo. Perchè Michele Placido non si accontenta di
essere un buon attore senza pretendere di voler diventare anche un pessimo regista?
2. "ALEXANDER"
» di
Oliver Stone con Colin Farrell [drammatico]
Pæplum
interminabile dominato dall'inutilità, dalle incongruenze e da una indigesta recitazione
stile televendita. Oliver Stone si è lamentato poco sportivamente di censure e boicottaggi: sarebbe stato forse
più onesto ammettere di avere semplicemente sbagliato un film.
3. "LA
MASCHERA DI CERA"
» di
Jaume Serra con Chad Michael Murray [horror]
Ovvero:
quando veder torturata Paris Hilton non ripaga della noia soporifera che
si è costretti a sopportare per tutto il resto del film. Non fosse per qualche
truculenza standard sparsa qua e là, sembrerebbe più il remake di "Melrose
Place" che del film del 1953.
1. PAPA
PRADA E DON CAMILLO
C'è più
spiritualità in una puntata di "Sexy Bar" di quanta ce ne sia in «pensieri,
parole, opere o omissioni» della beata ditta Ratzinger/Ruini/CEI/l'Avvenire.
Abbiamo fede che il loro
Dio esista davvero solo perchè godiamo all'idea che saranno i primi a pagarne dazio.
2. "DIPIÙ"
/
"DIPIÙ TV"
Gli specchi
più fedeli dello scatafascio intellettivo del nostro Paese. È talmente imbarazzante
la cozzaglia di clichè subculturali
nazionalpopolari promossa dai settimanali «diretti da Sandro Mayer!»
che qualunque commento al riguardo sembra sempre inadeguato. Ci rideremmo
sopra, se non ci fosse da piangere.
3. GLI
OPINIONISTI
Curioso: apostrofano
con saccenza snob i mezzucci con cui Vip e aspiranti tali cercano di [ri]lanciare
le proprie carriere, e intanto le uniche carriere che si [ri]lanciano sono
le loro. «Chiamali stupidi!», sentenzierebbe qualcuno. Per carità: stupidi no
di certo. Semplicemente parassiti.
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