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aggiornamento
del 19.12.2005
:memorabilia
di una stagione:
1. LIQUIDO »
"ORDINARY LIFE"
E con questo siamo
a 3 su 4: tante sono le volte, dal 2002, in cui è svettato in cima alla
nostra Topchart di fine anno un brano che non si è filato praticamente nessuno.
Ora, visto che «Errare è umano, perseverare diabolico», forse è arrivato il
momento di capire se siamo semplicemente anticonformisti o se abbiamo una
predilezione speciale per le cause perse...
2. DEPECHE MODE
»
"PRECIOUS" / "A
PAIN THAT I'M USED TO"
Li hanno
dati per spacciati per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta hanno risposto
tirando fuori dal cilindro l'album dell'anno. Potenzialmente perfetti, semplicemente
geniali. Ma allora perchè al #1 non abbiamo messo loro anzichè i Liquido?
Appunto: perchè nel frattempo abbiamo capito che abbiamo una predilezione speciale
per le cause perse.
3. GOLDFRAPP »
"OOH LA LA"
/ "NUMBER
ONE"
Chi l'ha detto che l'elettronica
sofisticata dev'essere per forza anche snob? Certo, i Goldfrapp hanno
il vizio di citarsi addosso un po' troppo facilmente, ma finchè lo fanno senza
prendersi granchè sul serio il gioco vale decisamente la candela. Particolarmente indovinati,
oltre alle due versioni originali, anche i remix di Andy Bell per
"Ooh La La" e di Braxe & Falke per "Number One".
4. BAUSTELLE »
"LA GUERRA È FINITA"
Con ogni
probabilità, gli unici artisti emergenti made in Italy che meritino davvero
di
essere ascoltati [«ascoltati», non «sentiti»]. I Baustelle sanno scrivere testi e
sanno scrivere musiche, rievocando a più riprese il gusto dialettico di
Fabrizio de Andrè e mescolandolo con atmosfere metropolitane e sonorità
vintage. Altro che «Il sogno mai finito / di un mondo più pulito»...
5. THE KILLERS »
"SOMEBODY TOLD ME"
(JOSH HARRIS RMX)
Interessante novità
su scala internazionale che, però, ha tutta l'aria di essere un fenomeno
One Shot annunciato. Che il crossover di sonorità, stili e tendenze generalmente
funzioni è un dato di fatto, ma lo è anche che esaurisca presto la sua aura
di novità finendo per diventare clichè. Attendiamo fiduciosi [e perplessi] il
prossimo album.
6. GALA »
"FARAWAY"
Proprio non ce
l'aspettavamo. Nè che potesse finalmente tornare sulle scene dopo ben 7 anni
di silenzio, nè che passasse così letteralmente inosservata. Colpa del
fatto che "Faraway" non ha niente a che vedere con "Come Into
My Life" e "Let A Boy Cry"? Forse. Ma proprio per questo avrebbe
meritato comunque miglior sorte.
7. ROYKSOPP »
"WHAT ELSE IS THERE?"
I
Royksopp si confermano elaboratori di 'stranezze digitali' unici nel loro genere,
e nonostante talvolta finiscano per incartarsi da soli dietro ad un eccesso
di manierismo, quando trovano la chiave giusta lasciano inevitabilmente
il segno. E "What Else Is There?" è uno dei segni migliori che abbiano
lasciato finora. Caldamente sconsigliato a chi pensa che la "musica elettronica"
sia quella di Provenzano ed m2o.
8. VELVET »
"DOVEVO DIRTI MOLTE COSE"
Una
delle poche canzoni da salvare del Festival di Sanremo, non a caso eliminata
già alla prima tornata di voti. La sensazione è che ogni volta il pubblico si
aspetti dai Velvet un'altra "Boyband", e che i Velvet facciano però
di tutto per tenersene intenzionalmente il più possibile alla larga. È auspicabile
che la verità, in questo caso, stia nel giusto mezzo.
9. TOMMY VEE »
"ANTHOUSE (DON'T BE BLIND)"
Mai
avremmo preventivato, un anno fa, che ci sarebbe potuta piacere una canzone
di Tommy Vee. Invece, visto che giudichiamo sempre il prodotto e mai il produttore,
siamo ben felici di poterci ricredere e salutare favorevolmente ciò che resta
di un anno di Dance made in Italy: una canzone. E non solo nella nostra classifica,
ma anche in quelle di vendita.
10. FELIX DA HOUSECAT »
"READY 2 WEAR"
(BENNY BENASSI RMX)
Benchè "Devin
Dazzle & The Neon Fever" fosse un album complessivamente ben riuscito,
il simpatico Felix da Housecat ha un po' perso lo smalto dei tempi migliori.
Glielo restituisce, in parte [e curiosamente], un dj che da più di 3 anni
non cambia una sola virgola nelle sue produzioni. Come quando, in matematica,
«meno per meno fa più».
1. LOREDANA LECCISO
»
"SI VIVE UNA VOLTA SOLA"
E
con questo ci siamo rovinati l'intera reputazione [ammesso che mai ne abbiamo avuta parvenza]
in «una volta sola». Il problema è che il refrain «Guardami negli
occhi / Guardami nel cuore» ci si è incollato in testa al primo ascolto e per
il momento non vuole saperne di farsi rimuovere. Mettiamola così: meglio un
singolo della Lecciso che un album di Albano.
2. IL
DIVINO OTELMA »
"PRENDI LA FORTUNA"
Quanti
"Padre Nostro" [ovviamente degli O.R.O.] ci farebbe snocciolare Padre
Alfonso Maria Parente se andassimo a confessargli che ci garba assai questo
stonatissimo motivetto del Mago Otelma? L'unico
peccato è che - a quanto pare - non esiste ancora un rituale in grado di far
entrare Otelma nella top50 dei singoli della Fimi. Ma rimaniamo fiduciosi per
l'album...
3. MADAGASCAR
5 / KING JULIAN / ZOO GANG / CRAZY FROG »
"I LIKE TO MOVE IT"
Ci
siamo fatti di Baygon Scarafaggi e Formiche, o in concomitanza dell'uscita
di "Madagascar" sono uscite veramente
4 cover diverse - si fa per dire - di "I Like To Move It" a nome
di inesistenti ghost-projects zoomorfi? Va beh, non stiamo a sottilizzare:
una simile, delirante replicanza manda a nozze chi scarica musica da internet,
e dunque merita un plauso speciale a prescindere.
nota:
la valutazione è stilata esclusivamente in base ai film che abbiamo visto
e - pertanto - avuto modo di giudicare
1. "LEMONY
SNICKET (UNA SERIE
DI SFORTUNATI EVENTI)"
» di
Brad Silberling con Jim Carrey [grottesco]
Spassosa,
visionaria e, a tratti, commovente: la favola gotica dei 3 orfanelli Baudelaire,
trasposta per la prima volta da carta stampata a celluloide, pesca a piene
mani da Tim Burton riuscendo a non scadere nel plagio didascalico. In grande
spolvero Jim Carrey, lontano anni luce dai consueti canovacci da Jerry Lewis
del Bagaglino.
2. "KISS
KISS BANG BANG" » di
Shane Black con Val Kilmer [grottesco]
La
rivelazione dell'anno, arrivata [fortunatamente] quasi al rintocco del gong.
Tarantino rivisitato in salsa cocktail - anzichè ketchup - con una dose irresistibile
di autoironia
politicamente scorretta. Soggetto divertente, plot incasinatissimo
ma sorretto da una sceneggiatura solida e ricca di momenti esilaranti, cast
al di sopra della media. Avercene.
3. "LA
FABBRICA DI CIOCCOLATO" » di
Tim Burton con Johnny Depp [grottesco]
Per molti è stato uno dei film-bufala del 2005. A noi, tanto per cambiare,
ha convinto pienamente. Certo, nella
sterminata e geniale filmografia di Tim Burton è pur sempre un film da Coppa
Uefa. Ma visto come si stavano mettendo le cose con "Il Pianeta Delle Scimmie"
prima e "Big Fish" poi, quantomeno ci ha restituito tutto il suo gusto
malsano per le fiabe perverse.
1. "VIVA
ZAPATERO!" » di
e con Sabina Guzzanti [documentario]
È
sconfortante che, in un paese democratico, non si abbia altro modo che il "fai
da te" di nicchia per dare cittadinanza pubblica al proprio pensiero.
È confortante, però, che questo "fai da te" poi tanto di nicchia non
sia, e riesca anzi a godere del successo su larga scala che merita. Non soltanto
da un punto di vista artistico, ma anche strettamente ideologico.
2. "REGIME"
+ "INCIUCIO" » di Marco
Travaglio e Peter Gomez [Bur Edizioni]
Chi
accusa Travaglio di essere un piazzista falso e tendenzioso forse non ha mai
letto una riga dei suoi libri, sistematicamente accompagnati da centinaia di
prove e documentazioni che testimoniano "nero su bianco" la veridicità
oggettiva
e giuridica
di tutto ciò che scrive. Se poi non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire,
la colpa non è sicuramente sua.
3. LA
VICENDA DI PIANOMAN
Una Bufala con
la B maiuscola che ha messo a nudo la penosa superficialità degli
organi di informazione internazionali [non solo quelli italiani, una volta
tanto]. E se per portare alla luce la faciloneria e la febbre di scoop inesistenti che
animano a ciclo continuo l'operato di giornali e telegiornali
è necessaria una simile, improbabile baraccata, ben venga: il fine giustifica
i mezzi.
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